Business e infrastrutture, come migliorare con l’iperconvergenza

La digitalizzazione del business ha un forte impatto sui sistemi informativi che devono tenere il passo con una tendenza evolutiva inarrestabile. Per aumentarne la velocità di risposta e renderne efficiente la gestione, servono strumenti adeguati che permettano maggiore automazione e semplificazione. Le infrastrutture iperconvergenti sono uno di questi strumenti. Se ne è parlato nel corso del Webinar, organizzato da ZeroUno in partnership con HPE, proprio su questi sistemi

Pubblicato il 05 Lug 2017

Webinar-Hpe-Ficagna

MILANO – I sistemi iperconvergenti stanno sempre più rappresentando un sinonimo di evoluzione del data center, una chiave per creare infrastrutture agili e aperte verso il modello hybrid cloud.

Gartner, addirittura, stima che nel 2019 il comparto arriverà a valere 5 miliardi di dollari dai 2 attuali, per diventare mainstream nel giro di 4-5 anni.

Come raccontato da Massimo Ficagna, Senior Advisor degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano durante il Webinar “Deduplicare, comprimere e ottimizzare i dati in tempo reale con le infrastrutture iperconvergenti”, organizzato da ZeroUno in collaborazione con HPE: “L’iperconvergenza trova terreno fertile all’interno dei sistemi informativi aziendali che stanno vivendo una profonda trasformazione per molteplici fenomeni, tra cui la consumerization e l’arrivo nel mondo del lavoro dei nativi digitali che imprimono una velocità sempre più crescente all’innovazione, anche per quanto riguarda le aziende più tradizionali”.

L’IT rappresenta uno strumento di contatto, condivisione e collaboration sempre più pervasivo all’interno di dinamiche frenetiche. Il business richiede all’IT progetti estremamente rapidi, su orizzonti temporali di pochi mesi e cicli di sviluppo frequenti per adattarsi ai feedback del mercato.

“In questo modo, l’IT deve fornire risposte flessibili a parità di budget, ormai tendenzialmente stabile da una decina di anni – ha proseguito Ficagna -. Bisogna cambiare passo, da una gestione tradizionale a cicli di sviluppo interattivi, con rilasci frequenti agli utenti finali per un percorso di innovazione virtuoso. Tale richiesta di velocità si unisce a una stratificazione del sistema informativo, perché le aziende si trovano a dover convivere con diverse ere geologiche di sistemi ed esigenze di competenze conseguenti, con una complessità crescente”.

L’excursus evolutivo

I percorsi da poter compiere verso la digital transformation sono vari e se il cloud, in ottica Iaas, Saas e, anche se più distaccato, Paas, è in aumento, molte sono ancora le aziende che stanno mantenendo una gestione interna dei sistemi.

“Dopo la virtualizzazione di computing, storage e network, oggi si parla di Sofware defined data center, vale a dire elementi di virtualizzazione programmabili con console unificata, che consentono di configurare con pochi click tutte le logiche dei diversi ambienti – ha puntualizzato Ficagna -. Sul fronte hardware, invece, lo stato dell’arte è rappresentato dai sistemi iperconvergenti e si sta arrivando alla composable infrastructure, per giungere al punto finale dell’Hybrid cloud”.

Per quest’ultimo aspetto, il percorso evolutivo è passato dai sistemi legacy, provenienti da vendor diversi, con complessità di scelta, gestione e procurement, ai sistemi integrati, con soluzioni di rete, computing e storage supportate da un unico vendor, per arrivare ai sistemi convergenti, fortemente modulari al loro interno, magari anche forniti dal medesimo vendor, fino al concetto Software defined con forte semplificazione e automazione nelle attività di gestione.

“Ora è il momento dei sistemi iperconvergenti – ha aggiunto Ficagna -, che puntano su una logica di semplicità, con a bordo componenti di computing, storage e networking di qualità, in unità uguali e flessibili che è sufficiente connettere alla rete, gestite a livello di software defined e di virtualizzazione”.

Le parole d’ordine diventano scalabilità e semplificazione, della gestione dell’ambiente così come dei processi di acquisto e fornitura, della manutenzione e delle competenze, perché una sola persona è in grado di presidiare tutti gli aspetti dell’infrastruttura, anche con un know how più generalista.

I driver di adozione e le sfide da superare

Le leve importanti dei sistemi iperconvergenti sono rappresentate dall’alta scalabilità, dalla velocità di provisioning e di configurazione e dalla semplicità di attivazione, abilitanti una logica di servizi cloud.

“Ci sono, però, anche utilizzi più mirati, come per la gestione della virtual desktop infrastructure, con fattori di vantaggio che vanno dall’efficienza nell’utilizzo dello storage alla semplicità di gestione – ha concluso l’analista -. Numerosi anche i benefici all’interno dell’IT grazie alla semplificazione della gestione infrastrutturale, alla grande automazione delle attività e all’eliminazione di problematiche che richiedono elevata specializzazione tecnica e permettono una governance a 360 gradi. Molteplici pure i benefici per il business in quanto il provisioning per mettere a disposizione nuovi ambienti per le applicazioni può avvenire in ore se non in minuti, con elevato impatto sul time to market e sul vantaggio competitivo che si può avere sul mercato rispetto a chi ancora si basa su infrastrutture tradizionali”.

Aspetti che, però, per essere raggiunti e fruiti, impongono il cambiamento della road map aziendale, non solo per quanto riguarda l’infrastruttura o le competenze delle persone, ma anche da quello delle procedure operative.

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