Cisco Unified Computing, “virtualizzare il data center”

Cisco e VMware collaboreranno nell’Engineering di prodotto e nelle strategie di vendita nel segmento della virtualizzazione dei data center. L’idea è spingere l’Unified Computing, un sistema informativo integrato, fisico e virtuale, basato su un’infrastruttura di rete intelligente e unificata

Pubblicato il 08 Apr 2009

MILANO – Esistono fisicamente all’interno di un data center decine o centinaia di server, ognuno dei quali, spesso, è virtualizzato in decine di insiemi isolati di applicazioni, le cosiddette macchine virtuali. In un data center, quindi, centinaia o forse migliaia di macchine virtuali popolano, virtualmente, un unico grande “mainframe logico”. Un data center virtualizzato, che emuli in tutto e per tutto un mainframe logico, consentirebbe la massima mobilità delle macchine virtuali all’interno dei server fisici, con evidenti vantaggi di disponibilità, bilanciamento del carico, disaster recovery, memoria periferica in comune, tempestività di provision di nuove applicazioni e di riconfigurazione di risorse, storage o rete: in definitiva agilità del business.
Oggi la mobilità delle macchine virtuali è però ancora “imperfetta”. Anzitutto, parlando di provision va sottolineato che una nuova macchina virtuale nasce e costituisce un insieme inscindibile con risorse San, Lan e rete associate; in secondo luogo, anche una “semplice” riconfigurazione comporta spostamenti da un server fisico all’altro. Entrambi questi aspetti, poi, implicano dei costi capitale, operativi e temporali: ogni volta c’è fisicamente da connettere e disconnettere o cambiare elementi. E poi ogni provision o riconfigurazione impone l’allineamento manuale tra sistemi operativi dei server fisici. In altre parole, ad oggi manca quello che si può definire un sistema operativo unico di virtualizzazione del data center che automatizzi il tutto e realizzi la “mobilità perfetta” di tutte le macchine virtuali.
In questo scenario va a collocarsi il recente lancio di Cisco che, sulla strada del sistema operativo unico di virtualizzazione del data center, annuncia l’Unified Computing System, una piattaforma per data center che unisce capacità di elaborazione, networking, accesso storage e virtualizzazione in un sistema unico e omogeneo.
Elemento di forza di questa piattaforma è la collaborazione con VMware che non si concretizza esclusivamente nell’utilizzo della tecnologia di virtualizzazione di quest’ultima e l’integrazione con la suite di prodotti di management VMware vCenter per la gestione di policy e risorse del network virtuale, ma anche in una serie di attività di supporto al canale per  accelerare i progetti di virtualizzazione dei data center da parte dei clienti, favorendone la realizzazione in tempi più ristretti.

Figura 1: Le cinque fasi della strategia Cisco denominata “Data Center 3.0”
(cliccare sull’immagine per ingrandirla)

L’annuncio rappresenta un nuovo tassello della strategia denominata “Data Center 3.0”: l’architettura è infatti basata su una tecnologia presentata un anno fa, la Unified Fabric (una delle fasi verso il data center 3.0 – vedi figura 1), che, invece di porre l’attenzione primaria del data center sul “classico” server, sposta al centro l’infrastruttura di rete, che è l’elemento al quale il server si connette e che permette a questo di interagire con tutte le altre unità del data center stesso.
“La rete è l’elemento che tocca tutte le componenti del data center”, dice Danilo Ciscato (nella foto), direttore business development e marketing di Cisco Italia. “Organizzare l’infrastruttura data center con un’architettura di unified I/O razionalizzata attorno ad ogni server fisico è la prima mossa verso il raggiungimento della mobilità totale delle macchine virtuali (e di San, Lan e reti associate) all’interno dell’intero data center (vedi figura 2)”.

Figura 2: Cisco Unified Fabric: una rete unificata è un importante tassello verso il sistema operativo unico di virtualizzazione del data center
(cliccare sull’immagine per ingrandirla)

“Due gli ingredienti tecnici dell’Unified Fabric”, spiega Luciano Pomelli (nella foto), manager of consultant systems engineer di Cisco: “il Data Centre Ethernet che, grazie a tecnologie di trasmissione a 10 Gb migliora la gestione delle applicazioni all’interno del data center (ad esempio, con corsie di diversi livelli di Quality of Service, a seconda delle necessità); e FibreChannel over Ethernet, tecnologia che abilita il trasporto del protocollo Fc (Fibre Channel) su una rete Data Centre Ethernet. Questi due elementi insieme consentono di ridurre e semplificare i cablaggi, diminuire il numero di adattatori e apparati di rete, garantire elevate prestazioni e la possibilità di operare con le San già presenti”.
L’Unified Fabric è uno degli importanti elementi dell’Unified Computing System di Cisco che, riassumendo, unisce in un unico sistema la rete (Unified Fabric), l’elaborazione (Unified Computing), la virtualizzazione ottimizzata (mobilità delle macchine virtuali) e l’accesso storage. Il tutto, con semplificazioni notevoli: gestione integrata di tutti i dispositivi all’interno del data center (unico Unified Computing System Manager); eliminazione di switch e schede; moduli di gestione ad hoc. Non solo, “Attraverso un  Unified Computing System occorre meno del 50% dell’infrastruttura di un data center classico per il supporto dello stesso carico di lavoro”, dice Ciscato. “Nel caso di studio di una grande azienda con 320 server, abbiamo constatato il numero di cavi ridotto dell’86% e i Rack del 61%, con una riduzione della spesa di alimentazione e raffreddamento del 19% in 3 anni”. A scendere anche il Tco: “riduzioni delle spese per capitale (spese Capex) fino al 20%, e di quelle correnti (spese Opex) fino al 30%”, e i tempi di provisioning (just in time per le risorse, minuti anziché giorni per le applicazioni).

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