Come cambia la gestione del budget It

Cambia il ruolo dei sistemi informativi e con questo cambia anche il modo in cui i budget vanno gestiti, i sistemi con cui l’It deve misurare il proprio operato e le competenze di cui è necessario dotarsi per affrontare le sfide che la digital trasformation ha imposto alle aziende. Ne abbiamo parlato con Francesco Bonfiglio, VP Technology Services di Avanade.

Pubblicato il 05 Set 2016

MILANO – “La trasformazione digitale ha generato dei cambiamenti importanti nei business model delle aziende che hanno imposto ai Cio, soprattutto nell’ultimo anno, una svolta drastica nel proprio modo di lavorare”.

Francesco Bonfiglio, VP Technology Services di Avanade

Parole di Francesco Bonfiglio, VP Technology Services di Avanade che, nell’intervista rilasciata a ZeroUno, ha focalizzato alcuni sintomi che evidenziano chiaramente la portata della trasformazione in atto, aspetti che segnalano la forte complessità che l’It deve affrontare e rispetto a cui Avanade si propone di offrire una guida e un supporto:

1) Una nuova gestione dei budget It – “La spinta a digitalizzarsi nelle aziende è arrivata dalla Direzione, dai Ceo, da figure esterne al mondo It: è un segnale del fatto che ciò che le imprese vogliono dal digitale è ottenere degli impatti sul business – dice Bonfiglio, e aggiunge – Le aziende hanno ormai capito che il canale digitale è l’unico che può fare aumentare le revenue senza che aumentino i costi. Come spiega il manager, l’attenzione delle imprese si è infatti spostata dai risparmi al business outcome: “La tecnologia non è più semplicemente un sevizio e laddove si riesce, ottimizzando dei processi, a tagliare dei costi, ciò che si risparmia ha un valore solo se viene reinvestito”.

2) Business Level Objectives (Blo) per misurarsi, dialogare con le Lob e riappropriarsi della governance del percorso – Cambiano gli obiettivi dell’It, e con questi cambia il modo in cui si misurano progetti e soluzioni: “Il concetto di Kpi si è evoluto in quello di Business Level Objectives (Blo): le aziende iniziano a valutare ogni soluzione tecnologica, ogni servizio, non per la qualità dello stesso, ma in termini di risultati sul business”. Con un occhio costantemente puntato sul raggiungimento della maggiore agilità possibile, “ovvero – questo secondo il manager è il reale significato del concetto di ‘agilità’ – alla costruzione di soluzioni che cambiano nel tempo, diversamente dal passato, quando agli strumenti non era richiesto questo tipo di dinamismo”: è proprio questa “variabilità” congenita ai nuovi modelli di business a rendere il concetto di Kpi sempre più difficile da applicare.

3) Competenze ibride – “La mancanza di competenze è una delle sfide principali della digital transformation; secondo Gartner, nel 2018 sarà un’esigenza primaria”, dice Bonfiglio, che quindi commenta: “Serviranno competenze non sono più solo tecnologiche; faranno la differenza figure It con skill anche legati alla comunicazione e al design e capaci di azioni in grado di impattare sul business”; la trasformazione necessita di persone con competenze ibride, preparate su fronti tradizionalmente distribuiti su settori diversi: “Se fino a poco tempo fa, per esempio, il compito di chi si occupava di ‘experience design’ si fermava alla definizione delle mappe di interazione, alla grafica, al look and feel ecc., oggi prosegue nella realizzazione tecnologica: per non perdere in efficacia, non è più possibile dividere l’idea dalla sua concretizzazione”.

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