Ogni anno le aziende hanno a che fare con una quantità crescente di componenti hardware obsoleti. In molti casi si tratta di pc, monitor, dischi rigidi, Usb e proiettori che non vengono sfruttati al massimo o sono fuori garanzia, ma si rivelano ancora in grado di funzionare correttamente.
Riciclare pc e periferiche ancora utilizzabili permette di ridurre l’impatto ambientale e dare nuova vita a componenti che sarebbero altrimenti destinati allo smaltimento. Molte parti hardware, però, sono realizzate sia con materiali potenzialmente dannosi o tossici per l’ambiente (come il litio e mercurio) che con metalli preziosi e il loro smaltimento – se fatto nel pieno rispetto dell’ambiente e delle direttive ambientali – può essere complicato.
Dismettere hardware ancora funzionante
Sono diverse le aziende che permettono al personale di ritirare pc e periferiche varie per uso domestico, in cambio di un piccolo contributo. In altri casi, invece, scelgono di donare pc e periferiche a scuole, università, associazioni di volontariato e progetti con finalità sociali. Computers4Africa, per esempio, è un ente di beneficenza britannico che accetta la donazione di qualsiasi componente hardware funzionante e li ridistribuisce sul territorio africano. In Italia è presente La Rete di Tesla – Laboratorio di Cultura Informatica: un gruppo di volontari della provincia di Treviso che recupera materiale informatico dismesso da aziende e privati per donarlo – una volta ripristinato – ad associazioni, onlus o persone in difficoltà.
Tuttavia, anche questo approccio non è esente da alcuni pericoli: i nuovi proprietari potrebbero avere ancora accesso ad alcuni dati sensibili. Spesso infatti si è portati a credere che la re-installazione del sistema operativo garantisca la cancellazione di tutte le informazioni, ma così non è: i dati cancellati, infatti, possono essere facilmente trovati utilizzando un software di recupero dati.
Come cancellare i dati dall’hardware in dismissione
Per essere certi che la informazioni contenute nei dispositivi siano davvero irrecuperabili, le aziende hanno bisogno di utilizzare strumenti professionali di cancellazione dati. Un esempio può essere Blancco, software in grado di eliminare da pc, laptop, server e ambienti di storage tutti i dati in modo irreversibile, sicuro e completamente automatizzato. Online esistono anche versioni gratuite di software di cancellazione dati, come Active Kill Disc: queste soluzioni non sono efficienti come le loro omologhe a pagamento, ma possono rappresentare una valida alternativa nel caso in cui i computer da resettare non siano mai stati utilizzati per elaborare le informazioni sensibili o dati personali e commerciali. Negli ultimi anni, molte aziende si sono chieste se vendere il proprio materiale informatico significasse violare le direttiva Raee: se tali componenti non vengono scartati ma continuano a essere utilizzati, sono classificati come Eee e pertanto non saranno soggetti a tali normative (fino a quando non saranno dismessi e dovranno quindi entrare nel sistema di raccolta dei rifiuti).
Risparmiare (in sicurezza) con una buona manutenzione
Acquistare nuovi componenti hardware è una spesa non indifferente: molte aziende faticherebbero ad affrontare gli investimenti necessari per aggiornare periodicamente il proprio parco attrezzature. Ecco perché, invece di spendere per l’acquisto di nuovo hardware, è utile affidarsi a una seria società di manutenzione in grado di prolungare la durata delle apparecchiature. Tali aziende, dal canto loro, recuperano tutti i componenti ancora utili dai dispositivi che non possono più essere riparati e li riciclano successivamente nella riparazione di altri apparecchi. Solitamente sui siti di queste imprese sono pubblicati tutti gli attestati di conformità utili a garantirne la serietà professionale.