Quando viene chiesto di identificare le più impegnative sfide nella pianificazione della business continuity (BC), la maggior parte delle organizzazioni di medie dimensioni cita i budget inadeguati.
Considerato questo ostacolo, una strategia per l’implementazione di un programma di business continuity può avvalersi dei soldi risparmiati nella gestione del disaster recovery. Di seguito vi proponiamo cinque elementi che possono permettere alla vostra organizzazione di liberare a regime del budget:
1. Consolidamento dei server. Disporre di un minor numero di sistemi significa che si avranno meno dispositivi da ripristinare in caso di emergenza. “Se riuscite a consolidare i vostri sistemi in una configurazione più fault-tolerant, avete drasticamente ridotto la dimensione del vostro rischio“, afferma Jim Copenhaver, un professionista della business continuity della società Key Results Management. Il consolidamento fa risparmiare sulle spese generali, compreso il personale addetto, le licenze, i software ridondanti e la gestione delle patch. Diminuiscono anche le spese per il condizionamento degli ambienti, per l’energia elettrica e per la capacità di rete.
2. Aggiornamento tecnico. I sistemi più vecchi e le unità a nastro implicano costi di manutenzione costanti nel tempo. Attraverso un aggiornamento tecnico è solitamente possibile eliminare tali costi di manutenzione. “Le nuove attrezzature sono meno inclini a un failure a fronte di un evento catastrofico e riducono la possibilità che si verifichi un downtime non pianificato”, dice Copenhaver. Un buon business case mostrerà al top management che una spesa che si estende su un periodo di tre anni oltre a non incidere sul bilancio potrebbe persino rappresentare un risparmio.
3. Architettura di recovery stratificata. Meglio pianificare una sistema di recovery a più livelli, piuttosto che un’unica strategia globale per il backup e il ripristino dei dati. Alcuni processi di backup, come la replica sincrona, sono molto sofisticati e costosi. È vero che mettono al sicuro anche contro la minima perdita di dati e consentono un tempo di recupero più veloce, ma non tutti i sistemi aziendali necessitano di questo tipo di trattamento. Gli archivi della posta elettronica, per esmepio, non hanno bisogno di essere aggiornati ogni 10 secondi, né di essere recuperati alla velocità del pensiero. L’analista di Gartner Dave Russell consiglia di implementare un’architettura di recovery a livelli basata sugli aspetti più mission crtitical di ciascun sistema aziendale. Una tale architettura è generalmente orgnaizzata in 3-5 cinque livelli:
- Replica in tempo reale (talvolta suddiviso in due livelli, uno per la replica sincrona e uno per la replica asincrona)
- Replica snapshot-based o replica point-in-time
- Backup su disco.
- Backup su nastro.
Utilizzando backup e recovery meno costosi per i sistemi aziendali di più basso livello, si avranno notevoli risparmi.
4. Una negoziazione con il top management su rischi e costi. Secondo Russel, è importante che CIO e top management valutino insieme il recovery point objective (RPO) e il recovery time objective (RTO) per diversi sistemi all’interno del piano di disaster recovery. Bisogna arrivarea un compromesso fra rischi e costi. In alcuni casi, il top management è disposto ad accettare rischi maggiori a fronte di costi più contenuti (il che può significare recovery più lenti).
5. Valutare le offerte di diversi fornitori. Gartner ritiene che molteplici fornitori offriranno presto soluzioni con un recovery stratificato e la gestione unificata della business continuity. E’ il momento di richiedere offerte e verificare il “livello” dei prodotti che state utilizzando (sia per il data recovery che la business continuity), mettendo in concorrenza i vari fornitori.