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Come superare i limiti delle architetture virtualizzate tradizionali



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L’approccio di AXOL Server che bilancia personalizzazione e standardizzazione. Il ruolo della società nella riduzione dell’impronta carbonica dei data center  

Pubblicato il 30 gen 2025



Axol Server

L’infrastruttura server rappresenta un tassello cruciale della continuità operativa e AXOL Server è, da 13 anni, sinonimo di Business Continuity “su misura”: l’azienda piemontese realizza, infatti, cluster di server modulari, iperconvergenti e ad alta disponibilità che permettono di soddisfare esigenze diverse – dall’analisi dei Big Data all’erogazione di servizi in Cloud.

Ma dotarsi di una soluzione perfettamente aderente alle esigenze del business non è facile: selezionare il giusto hardware e configurarlo correttamente, identificare il sistema operativo utile a soddisfare le esigenze di virtualizzazione e containerizzazione, operare un corretto bilanciamento in termini di potenza di calcolo, capacità storage, CPU…

Si tratta di scelte fondamentali nella messa a terra di approcci efficaci di Risk Management aziendale. Ma soprattutto si tratta di scelte non facili, che richiedono una conoscenza approfondita della tecnologia che non tutti – specie nelle PMI – hanno. Proprio per ovviare a queste carenze, AXOL Server mette a disposizione delle aziende soluzioni personalizzate, facilmente integrabili nell’infrastruttura IT esistente oppure utilizzabili con formule As a Service.

I limiti delle architetture virtualizzate tradizionali

Le architetture virtualizzate tradizionali, pur rappresentando un significativo passo avanti nella razionalizzazione delle risorse server rispetto ai sistemi fisici dedicati, presentano ancora diverse sfide che possono ostacolare l’efficienza e la scalabilità.

“Uno dei principali limiti – esordisce Luca Ferrario, Amministratore Delegato di AXOL Server – è la netta separazione tra le componenti dedicate al computing e quelle dedicate allo storage e al networking. Questa divisione, apparentemente logica dal punto di vista dell’organizzazione delle risorse, crea in realtà una serie di complessità gestionali che inficia le prestazioni complessive del sistema. Questo vale in particolar modo per la rete di interconnessione, che diventa facilmente un limite critico. Con un cluster iperconvergente, lo storage viene distribuito tra tutti i nodi e ciascun nodo parla con gli altri in una configurazione ottimizzata, riducendo il traffico che transita sul network a vantaggio delle prestazioni. A questo si aggiunge il supporto a protocolli di trasferimento dati ottimizzati per queste configurazioni, come NVMe (Non-Volatile Memory express – ndr), che permettono di ovviare ai colli di bottiglia tipici del canale I/O (Input-Output – ndr)”.

Who's Who

Luca Ferrario

Amministratore Delegato di AXOL Server

Luca Ferrario

Senza contare il fatto che se il cluster è ben dimensionato e concepito, ogni macchina virtuale è fisicamente posizionata il più possibile vicino al proprio storage e tutto il sistema risulta più performante.

Un altro aspetto critico è la complessità di gestione degli ambienti virtualizzati tradizionali, che richiede spesso competenze specializzate e strumenti di gestione specifici per ciascun componente dell’infrastruttura, aumentando il rischio di errori e inefficienze.

L’impegno di AXOL Server per l’affidabilità degli ambienti IT aziendali

“Un elemento chiave del nostro approccio – tiene a puntualizzare il manager – è la capacità di bilanciare standardizzazione e personalizzazione. Mentre la prima assicura efficienza e affidabilità, la seconda offre la garanzia che la soluzione progettata si adatti perfettamente ai flussi di lavoro e alle priorità specifiche dell’organizzazione. La personalizzazione si estende anche agli aspetti di gestione e monitoraggio, con dashboard e strumenti di reporting configurabili in autonomia che permettono al team IT di avere una visibilità granulare sulle metriche più rilevanti per il business. Questo equilibrio si traduce in una maggiore adozione da parte degli utenti finali e in un ritorno sull’investimento più rapido”.

Una flessibilità architetturale, quella garantita da queste configurazioni, che si traduce in una maggiore agilità operativa perché «quando le esigenze di un’organizzazione crescono, e si rende necessario potenziare una delle due componenti, lo storage o la capacità di elaborazione, ci si trova spesso nella situazione di dover investire in hardware aggiuntivo e riconfigurare l’intera infrastruttura di rete per fare in modo che riesca a supportare adeguatamente i nuovi carichi di lavoro. Questo processo non solo è complesso dal punto di vista tecnico, ma può anche risultare particolarmente oneroso. Senza contare il fatto che la natura segmentata di queste architetture può portare a uno spreco di risorse, con alcuni sistemi sovraccarichi e altri che rimangono sottoutilizzati», osserva il manager.

Il ruolo di AXOL Server nella riduzione dell’impronta carbonica dei data center

L’infrastruttura iperconvergente che è alla base dei cluster ad alta disponibilità di AXOL Server assicura capacità computazionale, risorse storage e networking in un unico sistema preconfigurato e perfettamente bilanciato, eliminando molte delle complessità di setup tipiche delle architetture virtualizzate tradizionali. Questo approccio consente una gestione semplificata dell’intero stack tecnologico, riducendo i tempi di implementazione e i costi operativi associati alla gestione e manutenzione delle macchine virtualizzate.

L’hardware AXOL Server è assemblato su ordinazione, garantendo una granularità nella selezione dei componenti che assicura un risparmio considerevole sui costi “del ferro”, mentre l’hypervisor che permette di gestire virtualizzazione e containerizzazione è Proxmox VE – una piattaforma open-source per la virtualizzazione, che integra gestione di container e macchine virtuali con clustering ad alta disponibilità.

“Non comprando hardware da scaffale ma solo componentistica ad hoc che assembliamo noi, a parità di potenza computazionale e storage siamo molto più convenienti rispetto alle altre opzioni sul mercato – prosegue Ferrario –. Anche la manutenzione è semplificata e conveniente, in virtù della possibilità di operare gli aggiornamenti a caldo garantendo la continuità operativa grazie alle funzionalità di failover automatico”.

Un altro vantaggio chiave evidenziato dal manager è la riduzione dell’impronta carbonica di questi sistemi, che si traduce in minori costi energetici e di raffreddamento e in una gestione più efficiente dello spazio nei data center, consentendo un miglior allineamento dell’IT agli obiettivi di sostenibilità sempre più cruciali per il business.

I vantaggi di un approccio consulenziale

Il cliente di AXOL Server acquista una configurazione altamente personalizzata, alla stregua di un abito sartoriale, frutto di un lavoro sinergico realizzato “a quattro mani”. “Per scelta non abbiamo dei commerciali – spiega Daniel Lazaj, Project Manager di AXOL Server – ma solo AXOL Specialist, figure tecniche specializzate che analizzano i bisogni del cliente e insieme a lui disegnano la soluzione migliore. Quello che ci contraddistingue è il rapporto consulenziale, che aiuta le aziende a raggiungere più rapidamente gli obiettivi di ROI e si estende a tutto il ciclo di vita del progetto, dal primo contatto fino all’installazione di questi sistemi e oltre”.

Who's Who

Daniel Lazaj

Project Manager di AXOL Server

Daniel Lazaj

Una prospettiva che riconosce come la tecnologia, per quanto avanzata, richiede un’interpretazione e una comprensione profonda del contesto operativo, degli obiettivi e delle sfide organizzative, oltre al trasferimento di competenze e conoscenze che solo un professionista esperto può garantire.

Durante la fase di installazione, un team dedicato si occupa non solo dell’implementazione fisica dell’infrastruttura e della migrazione dei server virtuali dalle vecchie macchine, ma anche della sua integrazione ottimale con i sistemi esistenti, minimizzando le interruzioni operative e assicurando una transizione fluida.

Ma è nel post-vendita che il valore di un servizio tailor made si manifesta pienamente: “Il monitoraggio proattivo regolare, l’installazione di aggiornamenti periodici, un lavoro costante sull’ottimizzazione delle prestazioni e la consulenza strategica sulle future evoluzioni di questi sistemi permettono di tenere sempre allineata la tecnologia alle esigenze del business. Inoltre, un servizio post-vendita robusto funge anche da rete di sicurezza, offrendo una risposta rapida e competente a qualsiasi problematica, riducendo così i tempi di inattività e proteggendo la continuità operativa dell’azienda”, conclude Lazaj.

Per chi volesse approfondire il tema e farsi un’idea dei casi d’uso e delle configurazioni disponibili, a questo link è possibile simulare la configurazione di un cluster e usufruire di un’ora di consulenza gratuita da parte di uno specialista AXOL Server. 

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