Computer e stampanti: Hp punta su integrazione e innovazione

Da un anno, la corporation ha creato un unica divisione dedicata a Printing & Personal Systems (Pps). Tino Canegrati, vice president e general manager della business unit, commenta le ultime novità di prodotto, offrendo una panoramica sulle strategie e la vision aziendali

Pubblicato il 22 Mag 2013

Una multinazionale poliedrica, capace di servire il mercato consumer così come il mondo delle Pmi e delle corporation, focalizzata sull’hardware ma anche sui servizi, con un portfolio d’offerta a 360 gradi e competenze che spaziano dalla stampa al calcolo, dallo storage al networking, dal Pc al server.

È questa l’Hp dalle tante anime descritta da una delle sue personalità di spicco, Tino Canegrati, entrato in azienda nel 1988 e oggi vice president e general manager della divisione Printing & Personal Systems Group (Pps), nata nell’aprile del 2012 dall’unione delle due unità Psg (workstations, desktops e notebooks) e Ipg (printers, supplies e graphics).

Tino Canegrati, vice president e general manager della divisione Printing & Personal Systems Group (Pps) di Hp

“Rappresentiamo una realtà anomala nel settore – ha precisato infatti il manager -, perché, a differenza dei competitor, abbracciamo con un’offerta completa sia il mercato b2b sia quello b2c. Siamo conosciuti per macchine e dispositivi, ma in Hp, su 340mila dipendenti worldwide, 200mila si occupano di servizi. Sviluppiamo anche software, concentrandoci su tre aree, ovvero security, middleware di gestione e accesso ai big data. Insomma, grazie alla nostra lunga esperienza, alle competenze interne e a una serie di acquisizioni strategiche come 3com per le reti o Vertica per gli analytics, conosciamo e serviamo il mercato sotto ogni profilo e target”.

Con una proposizione così ampia e variegata, organizzazione e integrazione diventano due parole chiave nella strategia del vendor, che hanno portato anche alla formazione della business unit Pps. “Tipologie di prodotto come stampanti e device personali – ha spiegato Canegrati – hanno spesso in comune sia i clienti sia i distributori: chi compra o vende Pc è interessato anche alle soluzioni di printing. Per questo abbiamo deciso di accorpare le due divisioni in un’unica struttura, che si pone come interlocutore unico per l’utente e il canale. Inoltre, i due mondi sono contigui e legati strettamente l’uno all’altro: ha quindi senso che le attività di ricerca e sviluppo, in cui investiamo grandi risorse, siano condotte sotto un unico cappello per garantire il massimo livello di integrazione tra le tecnologie”.

E così, dall’intenso lavoro del team R&d, hanno preso vita soluzioni innovative, che, come sottolinea Canegrati, colgono le opportunità dei progressi in campo It e creano esperienze d’uso alternative: “È il caso – esemplifica – del Pc convertibile Envy x2, che offre i vantaggi di due dispositivi in uno, con un notebook che si trasforma in tablet. Oppure di EliteBook Revolve, un notebook touch convertibile che garantisce la massima mobilità come un tablet, e dei desktop all-in-one, che uniscono funzionalità business ed entertainment. Sono proprio le piccole e piccolissime imprese fino ai 25 dipendenti a essere fortemente avvantaggiate dalla commistione di funzioni e modi d’uso differenti: un unico prodotto può soddisfare esigenze che vanno dal ludico al professionale, dalla postazione fissa alla mobility, con risparmi economici e di ingombro”.

L’innovazione, insomma, è la ricetta di Hp per distinguersi (“vogliamo portare sul mercato sempre qualcosa di inedito” dice Canegrati), ma anche per recuperare il ritardo con cui si è mossa sul fronte tablet. Lo dimostrano la creazione di una business unit dedicata al mobile, con il compito di accelerare la penetrazione nel promettente mercato delle tavolette elettroniche, e il lancio di Slate 7, un tablet Android a costo contenuto con cui il vendor entra ufficialmente nella competizione b2c in questo segmento. In ambito smartphone, invece, ancora nulla: come afferma Canegrati, l’ingresso su questo mercato dipenderà dalla capacità futura di portare una reale ed effettiva innovazione, altrimenti tanto vale non mettersi in gioco.

Riguardo al printing, invece, l’apporto innovativo si muove in due direzioni: da un lato, estendere l’inkjet e i relativi vantaggi economici in ambito business, oggi appannaggio quasi esclusivo del laser; dall’altro, trasformare le macchine di fascia alta da periferiche passive a dispositivi intelligenti. Nel primo caso, la risposta si chiama Officejet Pro X, una macchina in grado di stampare fino a 70 pagine al minuto grazie alla tecnologia PageWide, la piattaforma a getto d’inchiostro di ultima generazione di Hp. Nel secondo, invece, è stata indispensabile l’acquisizione di Autonomy, corporation specializzata in software per l'acquisizione e la rielaborazione di dati non strutturati. “Inserendo le funzionalità di Autonomy nel firmware delle stampanti e delle multifunzione laser – argomenta Canegrati – sono possibili operazioni prima impensabili: ad esempio, recuperare un file dal database e stamparlo direttamente senza bisogno di utilizzare un Pc, oppure scannerizzare un documento e archiviarlo automaticamente nella repository aziendale”.

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