MILANO – L’anno fiscale di Compuware inizia ad aprile, per cui oggi gli ultimi dati disponibili sono quelli del terzo trimestre, chiuso il 31 dicembre scorso. Ma si tratta di risultati che, come dichiarato dal Chairman e Ceo Peter Karmanos: “dimostrano sia la nostra forza attuale sia il nostro potenziale di sviluppo”. Vediamoli allora in breve. Le entrate sono state (nel trimestre) di 309,33 milioni di dollari, leggermente inferiori ai 315,15 milioni registrati nel precedente periodo. I guadagni operativi però sono stati superiori: 46,41 milioni di dollari contro 42,74. La riduzione delle spese operative realizzata grazie alla riorganizzazione della struttura commerciale e delle attività di business ha quindi più che compensato i 4,89 milioni relativi ai costi dell’operazione stessa. E l’utile per azione è salito del 18%: 13 centesimi contro gli 11 del precedente periodo. Pare quindi superato il punto di ‘break even’ tra il costo della ristrutturazione che ha snellito e rifocalizzato la società (e che nei nove mesi dell’anno fiscale trascorsi ad oggi ha gravato sui suoi conti per quasi 40 milioni di dollari) ed il guadagno che ne deriva in termini di minori costi d’esercizio. Il che, come appunto ha detto Karmanos, permette di tornare a pensare in termini di sviluppo.
Uno sviluppo che si basa su una strategia d’offerta che, come ha sintetizzato Massimo Zompetta, Country manager per l’Italia, vede “il passaggio dalla fornitura di tools specifici a soluzioni complete di It governance, allo scopo finale di allineare l’infrastruttuttura It al business aziendale e gestire una crescita dei sistemi, e dei costi correlati altrimenti incontrollata”. In effetti, secondo una ricerca svolta lo scorso autunno su un centinaio di responsabili di ambienti mainframe, risulta che il consumo dei Mips da parte delle applicazioni cresce di oltre il 10% annuo, in misura sensibilmente maggiore della media dei costi dell’It (+7%) nonché del business stesso di molte imprese. Ciò significa che il sistema diventa sempre più antieconomico da gestire. Oltre il 40% degli It manager se ne rende conto e lavora per migliorare la qualità delle applicazioni, i cui guasti e la cui scarsa efficienza (ogni ‘patch’ aggiunta consuma Mips per fare lo stesso lavoro di prima) sono i maggiori responsabili del problema, ma ci riesce solo il 30%. Il 19% ha presente la situazione e l’effetto sui costi ma non ha gli strumenti d’intervento; il 35% ha presente i guasti ma non i costi correlati e il 16% addirittura ignora il problema. Emerge inoltre che ben il 58% degli intervistati non fa un monitoraggio continuo di come i Mips siano usati, che è il punto da dove cominciare.
A costoro Compuware si rivolge con Mips Management Solution, che integra tecnologie e best practices per individuare e ridurre i guasti e le inefficienze del software che fanno sprecare potenza. E, a un livello più alto di servizio, con l’offerta di Vantage Service Manager, soluzione platform independent sviluppata a seguito dell’acquisizione, avvenuta poco più di un anno fa, di Proxima e con la quale Compuware è entrata nell’area del Business service management. La soluzione, che si può vedere come una sorta di ‘intelligence’ applicata all’It anziché al business, consente di valutare il rischio operativo dell’It, di gestirlo nell’attività quotidiana con interventi che ne migliorano l’impatto sul business e di avviare processi e attività di miglioramento dei servizi It in grado di ridurre i rischi nel lungo termine.
Compuware, soluzioni contro i mangia-Mips
La società, che stante gli ultimi risultati economici appare avviata ad una buona ripresa, punta sulle soluzioni per l’analisi e la riduzione dei rischi operativi e dell’inefficienza dei grandi sistemi. Un problema che, secondo una ricerca svolta ad hoc, colpisce la maggioranza delle organizzazioni
Pubblicato il 15 Mag 2008
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