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Data As A Service: cosa significa trasformare la gestione dei database in una commodity

Pubblicato il 27 Nov 2017

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Le organizzazioni aziendali sempre più spesso ricercano strumenti “agile” e “as a service” per i propri clienti interni. L’accesso alle basi dati per finalità di test applicativo, verifica della qualità dei dati raccolti, analisi e reporting e sviluppo del software da distribuire è certamente una necessità condivisa.

Data as a Service è il paradigma di semplificazione del processo di accesso ai dati che deve comunque sottendere al concetto di governance e sicurezza di accesso da parte dei soli utenti preposti all’uso dei dati.

“Data as a Service” (o DaaS) significa razionalizzare e ottimizzare la gestione dei dati, dimenticandosi della complessità operativa. Nell’era del cloud, della virtualizzazione e dei processi di innovazione digitale, il Data as a Service garantisce di svincolarsi dai limiti infrastrutturali di spazio disco e di capacità computazionale liberando i budget IT e non tenendoli vincolati ai cicli di vita del “ferro”.

Non solo: in termini gestionali e in un periodo di particolare attenzione ad aspetti di cyber security, liberarsi dall’onere di dover impostare la prioritizzazione delle richieste per dare agli utenti i dati che servono e quando servono è un plus non indifferente.

Non è solo una questione di storage ma di elaborazione

La nuova declinazione del DaaS, infatti, pone particolare attenzione non solo agli aspetti di storage e di integrazione dei data base ma anche alla quantità di processi ridondanti e ai processi di back up/recovery sempre più complessi ed articolati da gestire.

Come ha sottolineato Eric Schmidt, ex amministratore delegato e oggi presidente del consiglio di amministrazione di Google, il passo del cambiamento diventa sempre più veloce.

Il ritmo del cambiamento sta accelerando – Fonte: Eric Schmidt, Google

Time to market, efficienza e governance sono le tre direttrici che spingono le aziende a cercare nuove soluzioni a livello di sistema e di gestione.

La crescente produzione di dati, l’automazione dei processi e la connessione in rete di oggetti attraverso la sensorizzazione diffusa impone che i dati e l’uso che di questi se ne fa attraverso le applicazioni generino valore e abilitino le iniziative a supporto del business e delle decisioni.

Data As a Service per accelerare i progetti IT e ridurre i costi

La chiave di volta del Data as a Service è la virtualizzazione dei dati. Il DaaS elimina il problema delle copie di dati ridondanti attraverso una nuova organizzazione del processo di provisioning e, cosa forse ancora più importante, va ad aggiungere una agilità altrimenti impossibile con gli approcci tradizionali, riducendo tempi e costi operativi.

Il tutto con paradigmi di sicurezza garantiti da vendor che, avendo nel Data As a Service il proprio core business, garantiranno conservazione e conformità normativa.

“Nella gestione di una mole di dati crescente le aziende hanno bisogno di velocità, non di complessità – ha detto Stefano Porcaro Executive Division Manager di Bizmatica Econocom. La nostra offerta si basa su tecnologie avanzate leader di mercato. Proponiamo una piattaforma (OnDatacenter) flessibile che permette di rivoluzionare la gestione dei dati, risolvendo il problema dell’eterogeneità dei formati in un’ottica di convergenza operativa e di semplicità a livello di integrazione ed erogazione delle informazioni.

On premise o in cloud, la softwarizzazione dei dati è servita

Secondo gli analisti, rispetto ai dati aziendali gestiti, mediamente solo il 20% viene utilizzato in modo produttivo costante. Il principio di funzionamento di queste piattaforme è un processo in più fasi basato sulla raccolta e sulla successiva capacità di renderli disponibili esattamente come sono negli ambienti di produzione ad un determinato momento.

Attraverso la piattaforma proposta da Econocom, è possibile mantenere una accurata sincronia con la fonte dei dati originale. È questa sorta di time machine che, attraverso degli screen shot virtuali, consente di condividere dati a istanti specifici, invece di duplicare ripetutamente i database di origine. Le copie virtuali a questo punto diventano disponibili con una puntualità temporale che rende il servizio dati un self service ad alta precisione, con una velocità inedita per le finalità di test, sviluppo, data quality e DevOps.

“La piattaforma è applicabile a differenti tipologie di database” – sottolinea Porcaro -. “I risultati che abbiamo raccolto tra i clienti che la usano dimostrano come la velocità di delivery dei progetti IT è più che raddoppiata: sono diventati più rapidi i setup, sono stati eliminati i tempi di attesa. Il DaaS consente un incremento del 100% nei cicli di prova e abbatte drasticamente la necessità di intervenire con correzioni al codice. Questa tecnologia ha diverse caratteristiche che la rendono indispensabile: rispetto alla privacy, occulta i dati sensibili mediante la tecnica del mascheramento; è molto utile in scenari di lift&shift o porting dati da ambienti diversi (ad esempio da Unix a Linux), contribuendo con un ammodernamento importante della struttura del data set aziendale. Inoltre ottimizza lo spazio di archiviazione e garantisce rapidi restore delle basi dati business critical”.

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