In un viaggio ideale tra passato, presente e futuro la centralità di Genova non smetterà di avere un ruolo primario. È il viaggio immaginato da Emmanuel Becker, Managing Director di Equinix Italia, nel suo intervento al convegno “Infrastrutture digitali e logistica predittiva: strategie, rischi e opportunità nello scambio dati della supply chain del trasporto” che si è tenuto nel capoluogo ligure il 7 ottobre scorso. L’iniziativa, promossa da Logistic Digital Community, comunità virtuale fondata per iniziativa di Confcommercio-Conftrasporto in collaborazione con Federlogistica e Consorzio Global, ha coinvolto istituzioni e imprese per approfondire quali sono le sfide che la supply chain oggi è chiamata ad affrontare e per illustrare alcuni casi aziendali che si stanno muovendo per far vincere questa sfida.
Equinix è uno dei casi aziendali in questione, nella sua veste di principale fornitore al mondo di quelle infrastrutture digitali a cui fa riferimento il titolo del convegno. Genova, per parte sua, è la città in cui a maggio 2022 è stato inaugurato GN1, data center carrier-neutral con una connessione in fibra diretta a Milano, che offre ai clienti servizi di colocation e interconnessione sicuri e resilienti. GN1 è stato sviluppato dalla multinazionale statunitense in collaborazione con Vodafone come punto di interconnessione strategico per il sistema di cavi sottomarini 2Africa, il più lungo mai realizzato: 45 mila km che serviranno a collegare 46 località distribuite tra Africa, Europa e Asia.
Passato e presente tra merci fisiche e traffico di dati
“Il porto di Genova ha un’importanza strategica da sempre” ha esordito Becker, evocando una macchina del tempo con cui spostarsi indietro e avanti negli anni. “Le navi nei secoli passati portavano merci che provenivano dal bacino del Mediterraneo, dal middle est al far est. Portavano beni essenziali non solo alla vita di Genova e dell’Italia, ma dell’Europa intera”.
Già allora la sua posizione geografica era ideale per accogliere queste merci e per facilitare il business. E oggi non è da meno. Anzi, la sua vocazione a essere crocevia di scambi risulta potenziata da un cavo sottomarino che atterra nella città e che arriverà a connettere il 35% dell’attuale popolazione mondiale, un numero pari all’incirca a 3,5 miliardi di persone. Una moltiplicazione esponenziale che non ha nulla di incredibile o di irrealizzabile, se si considera che a cambiare sarà la tipologia di traffico e di merce, entrambi destinati a spostarsi verso una dimensione digitale preponderante.
Non che questo significhi il venir meno della dimensione fisica, visto che con quasi 53 milioni di tonnellate di flusso di merci, il porto di Genova è ancora il secondo italiano per importanza, subito dopo quello di Trieste. Ma se a questo si aggiunge un traffico di dati di rilevanza mondiale, allora la funzione di hub globale travalica quella di snodo marittimo. Anche perché “il digitale rappresenta l’economia e i paesi più sviluppati sono anche quelli più digitalizzati” ha ricordato Becker.
Quelle autostrade digitali che transitano da Genova
Nonostante le apparenze, gran parte dei nostri dati non è veicolato nel cosiddetto “dry traffic”, cioè nel traffico che utilizza i cavi collocati sottoterra, ma “più del 93% del traffico digitale è wet traffic, passa attraverso cavi sottomarini” ha affermato il Managing Director di Equinix Italia. Da qui il carattere strategico del progetto 2Africa. “Se paragoniamo i corridoi digitali alle autostrade, abbiamo già un’autostrada disegnata grazie a questo cavo che fa il giro dell’Africa e che rende Genova il suo principale ‘casello’. Un’autostrada che copre tutto il middle east e va verso l’India e il Pakistan, e si attacca ad altri cavi sottomarini che si spingono fino a Singapore, Sydney, Hong Kong, Tokyo”.
Contemporaneamente, la diramazione verso la penisola iberica collegherà Genova a Barcellona, da lì Madrid e Lisbona, per raggiungere la parte occidentale dell’Africa e, superato l’Oceano Atlantico, tutto il Sudamerica. Lungo questo itinerario, l’Europa, con i suoi 400 milioni di abitanti, è una delle prime potenze economiche mondiali in virtù del suo “peso digitale” e si candida a scambiare beni e servizi con paesi in crescita come il continente africano e l’India, la cui popolazione entro il 2023 dovrebbe superare quella della Cina. E tutto questo passando da Genova, se ci si proietta con una ipotetica macchina del tempo in un futuro nel quale il suo livello digitale avrà assunto un’importanza globale e non più soltanto locale come quella odierna.
Non solo un “passante”, ma un luogo per lo stop over
Ma la Superba non sarà soltanto un pass through, un passante – per quanto cruciale – nei traffici digitali di domani. Emmanuel Becker è convinto che avrà la capacità di fare stop over, di fungere da scalo intermedio essenziale per le tante competenze disponibili in loco. “Il traffico digitale è come la merce che si può scaricare da una nave per metterla su un camion, su un treno, su un aereo e mandarla alla destinazione finale. In alternativa, la merce arriva a beneficio delle imprese locali, perché ha bisogno di storage, di sicurezza, di trasformazione, di aggregazione. Ha bisogno di essere elaborata per poi andare a destinazione oppure tornare indietro verso la provenienza d’origine. La nostra vision è che Genova diventerà un tier one non solo per far arrivare dati sul territorio europeo e verso tutti i nuovi territori, ma anche per questo lavoro”.
Un lavoro reso possibile dalle risorse, dalle imprese, dalle università, dalle persone che nel capoluogo ligure hanno la capacità di gestire e di trasformare questi dati. Tra le collaborazioni già in essere, Becker ha citato quella con Leonardo che proprio a Genova ha un polo di competenza nazionale per la digitalizzazione industriale e, non a caso, è uno degli esempi di eccellenza presenti al convegno organizzato dalla Logistic Digital Community. Una delle tante aziende che permetteranno di far diventare realtà il progetto di una città portuale 2.0.