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HPE: gestione dello storage che punta a un cloud privato più “semplice”

Semplicità e robustezza sono i due pilastri su cui si erge la nuova proposta HPE nel mondo dello storage. L’idea è fornire tutto ciò che serve per poter creare un cloud privato, proprio ora che aziende grandi e piccole lo vedono come una irrinunciabile comfort zone

Pubblicato il 31 Lug 2023

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Come quando si acquistava un abbonamento alla TV via cavo, un abbonamento a Internet e un abbonamento telefonico, separatamente. Quando le persone hanno iniziato a capire di poter avere tutti e tre i servizi in un unico pacchetto, l’idea è diventata improvvisamente molto attraente. È con questa metafora dal sapore vintage che Chris Schin, Vice Presidente SaaS Infrastructure Services, vuole illustrare la ratio della nuova proposta HPE in ambito storage. Si chiama Private Cloud Business Edition (PCB) ed è una dei protagonisti degli annunci del HPE Discover 2023 di Las Vegas.

Per differenziarsi in un mercato in cui tutti offrono più o meno lo stesso set di funzionalità, questa novità punta tutto su semplicità e robustezza. “Abbiamo sviluppato una soluzione unificata che include la possibilità di gestire lo storage a blocchi, lo storage dei file, il cloud privato e gli ambienti virtuali, il backup e il ripristino, il disaster recovery e il parco hardware attraverso un’esperienza integrata in Greenlake. Riteniamo sia un meccanismo di grande semplificazione. Siamo gli unici a poter offrire una UX che consente di fare letteralmente clic su un piccolo ‘plus’ e di eseguire una procedura guidata per il provisioning di una macchina virtuale” spiega Schin.

Tutto per il cloud privato, e non solo

Con Private Cloud Business Edition, l’idea di HPE è quella di offrire tutto ciò di cui un’azienda ha bisogno, in un’unica soluzione chiavi in mano, per poter creare un cloud privato. Si parte dall’hardware: viene fornito un array di storage, volendo anche in una struttura già pronta, e lo si combina con un paio di componenti software diversi. Uno di questi è la preinstallazione di un’istanza di vSphere per offrire un ambiente virtuale già distribuito sul sistema.

Poi c’è la dashboard di controllo, “onnipotente”, che consente di gestire l’hardware sottostante e di effettuare il provisioning e gestire le macchine virtuali che risiedono in quel vCenter nell’hardware PCB. Un’opportunità che non si limita al cloud privato, ma si estende anche agli ambienti ibridi.

Lanciato (e spiegato) PCB, Schin anticipa anche due “miglioramenti”, previsti nei prossimi mesi. In ottica di Hybrid Cloud e trasversalità, infatti, HPE implementerà la possibilità di gestire altri cloud pubblici, oltre ad AWS, che verranno annunciati nel corso dell’anno. Poi volge lo sguardo all’edge, grazie a una sua acquisizione, SimpliVity.

Come sintetizza Schin, “l’obiettivo è quello di arrivare a una Business Edition per il cloud privato per il data center, per il cloud pubblico e per l’edge, tutto in un’unica soluzione integrata”.

inferenza AI

Uno storage non più solo storage

È sempre lo stesso Schin a rievocare in questa occasione Private Cloud Enterprise, annunciato lo scorso anno: “un data center in outsourcing, agnostico e interamente gestito da HPE”. Lo fa per spiegare che, anche se entrambe le proposte creano un’esperienza di cloud privato, Private Cloud Business Edition è una soluzione molto diversa.

Si tratta, a ben vedere, del culmine di una serie di novità che HPE ha annunciato a partire da aprile, in un crescendo di volontà di semplificazione. Negli scorsi mesi, infatti, erano già stati presentati un nuovo servizio di archiviazione file e uno di Disaster Recovery, accompagnati da un lavoro di ottimizzazione del servizio di archiviazione a blocchi e di quello di backup e ripristino.

Quattro novità anticipatorie che hanno portato l’attenzione sul processo di evoluzione di cui lo storage è protagonista e hanno preparato il terreno per un PCB con cui l’azienda si aspetta di aprire una nuova era, in termini di business, ma anche di paradigma tecnologico.

La complessa mission di semplificare

Parte della sperata potenza di questa soluzione è legata al suo carattere universale, dal punto di vista sia geografico che di tipologia di azienda. “Si tratta di capacità hardware di storage e di calcolo: oggi sono fondamentali per tutti. Sia per un’azienda molto piccola che vuole solo un cloud privato, rapido e chiavi in mano, sia per una più grande in cerca di un sistema che le permetta di scalare in modo molto ampio. Non abbiamo creato apposta una soluzione verticale specifica, infatti si adatta bene anche all’ecosistema europeo, ricco di PMI. Anche dal punto di vista regolatorio, l’abbiamo concepita perché fosse compliant da subito” precisa Schin.

Quasi “fisiologicamente” riservata alle realtà di grandi dimensioni risulta essere l’altra novità che riguarda il mondo dell’archiviazione secondo HPE. Si chiama Storage Fabric Manager e si occupa di rilevare e gestire tutti gli switch che compongono il fabric di storage di un cliente, per ottimizzare l’instradamento dei messaggi attraverso questa rete. Devono arrivare in modo efficiente ai volumi di archiviazione giusti e, più un’organizzazione è grande, più ha bisogno del supporto della giusta tecnologia per assicurarsi che questo avvenga.

Anche in questo caso, la mission di HPE torna ad essere nuovamente quella di “semplificare la vita”. Una mission non nuova, in sé, ma che si trasforma e presenta continuamente nuove sfide tecnologiche affatto banali. È su questo aspetto di evoluzione continua e di convivenza ibrida di tante tecnologie che l’azienda sta puntando per differenziarsi, forte di una potenza tecnologica, di partnership e di brand awareness per lo meno peculiari sul mercato.

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