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Intacture, un datacenter nel cuore della montagna



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Poco a nord di Trento prende avvio il progetto di un datacenter innovativo per proteggere i dati, risparmiare energia e favorire lo sviluppo di iniziative di innovazione digitale. L’Università di Trento, un pool di società specializzate nei diversi ambiti, tra cui Dedagroup, e le amministrazioni territoriali insieme per un progetto strategico

Pubblicato il 14 ott 2024

Stefano Uberti Foppa

Digital innovation influencer



Intacture
Fonte: InSite

Sicurezza dei dati e risparmio di risorse sono gli obiettivi, ma non gli unici, del progetto Intacture, a oggi primo e unico datacenter a livello europeo (e tra i pochissimi al mondo) che si svilupperà all’interno di una miniera attiva nel cuore di una montagna della Val di Non, a 40 km a nord di Trento, con una struttura costruita per l’80% interamente sottoterra, fino a 100 metri di profondità. 

Consumo energetico e raffreddamento dei server

Con un clima naturalmente fresco, umidità stabile e con una temperatura costante nel sottosuolo di 12 gradi, la miniera riduce significativamente una delle principali criticità dei datacenter: il consumo energetico legato al raffreddamento dei server.

L’efficienza energetica di Intacture si attesterà infatti su un PUE inferiore a 1,25 (il Power Usage Effectiveness è un parametro che definisce il rapporto tra l’energia totale consumata dal datacenter e quella necessaria per le apparecchiature IT) contro una media di 1,6 dei datacenter europei.

Sarà un Edge Datacenter modulare di nuova generazione, cioè decentrato per favorire l’elaborazione di prossimità. I dati saranno infatti trattati vicino a dove sono generati e usati, riducendo così la latenza nella trasmissione e i costi di larghezza di banda.

A oggi sono in corso i lavori edili e infrastrutturali, mentre l’avvio dell’attività fase 1 con sistemi di calcolo, server installati e clienti presenti è prevista per il gennaio 2026. L’infrastruttura è progettata per una potenza nominale massima di 5 MW.

L’impegno finanziario stimato è di 50,2 milioni di euro, provenienti per 18,4 da fondi PNRR e circa 31,8 da risorse private.

Fonte: InSite

Le proprietà geologiche

La miniera, di proprietà dell’azienda Tassullo, nota in Trentino per le sue attività estrattive, è scavata in una montagna di roccia dolomia protetta contro infiltrazioni e percolamento da uno strato di calcare argilloso molto esteso e con i suoi 90 milioni di metri cubi di roccia è un ambiente naturale ideale per la protezione da inquinamento elettromagnetico, la sicurezza dei dati logica e fisica, il risparmio energetico e di suolo, la sostenibilità. Un caveau naturale di roccia compatta e omogenea a garanzia di una sicurezza statica che protegge i dati anche da eventi atmosferici estremi, frequenti nell’attuale crisi climatica. Da sottolineare che, a proposito di protezione del valore, in altre aree della miniera sono già stoccati alcuni tra i “tesori” del territorio quali le mele Melinda, gli spumanti Cavit Trento Doc e il rinomato Trentingrana.

Non si tratta solo di un progetto innovativo rispetto alle sfide da superare sotto il profilo architetturale, ingegneristico, ambientale e tecnologico.

Questa iniziativa che punta a offrire servizi di co-location per aziende pubbliche e private, vuole anche sviluppare sinergie con il mondo della ricerca e soluzioni per il territorio, l’ambiente e la comunità della regione.

Ha l’ambizione di diventare un polo di innovazione dove attivare ricerca e sviluppo in campi di applicazione strategici quali scienze della vita, intelligenza artificiale, transizione energetica e cybersecurity; un volano digitale per i più disparati settori, dalla sanità, all’agricoltura, all’industria manifatturiera fino alla viabilità, generando opportunità in linea con gli investimenti sulla fibra ottica realizzati dalla Provincia autonoma di Trento.

Le aziende coinvolte

A guida del progetto vi è Trentino DataMine, società espressione del partenariato pubblico-privato costituito dall’Università degli Studi di Trento – soggetto attuatore e guida scientifica del progetto – e un raggruppamento di imprese selezionato tramite gara pubblica che contribuiscono con le rispettive competenze: l’impresa edile e promotore Covi Costruzioni; l’acceleratore di tecnologia e business Dedagroup (Deda); il Gruppo GPI specializzato in digitalizzazione in ambito sanitario e l’ISA-Istituto Atesino di Sviluppo.

Il progetto del datacenter è a cura di In-Site, società di ingegneria specializzata nella realizzazione di infrastrutture tecnologiche complesse.

Questo progetto di eccellenza nasce all’interno di una realtà, quella trentina in genere e l’area di Trento in particolare, da tempo all’avanguardia per quanto riguarda l’innovazione digitale.

In linea con una sensibilità regionale consolidata che prevede un ruolo dell’innovazione digitale come driver, oltreché di business, di diffusione di servizi e benefici per il territorio e il sociale, Intacture avrà anche l’obiettivo di coinvolgere startup nella creazione di soluzioni sostenibili, collegare ricerca e innovazione con lo sviluppo d’impresa e diventare un polo in grado di attrarre persone e studenti sviluppando iniziative e progetti per il territorio, rafforzando le reti sociali.

Intacture, infine, potrà diventare un riferimento nella costruzione di quella datacenter economy italiana che vede, secondo lOsservatorio Datacenter del Politecnico di Milano, uno scenario europeo in trasformazione: dai mercati tradizionali (Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi, Dublino) verso una sempre maggiore decentralizzazione di infrastrutture locali di prossimità, per ridurre la latenza dei dati mantenendoli al contempo all’interno dei confini nazionali in allineamento con nuovi obiettivi normativi e strategici.

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