Nel 2022 stiamo assistendo a diversi sviluppi, alcuni prevedibili, altri molto meno: le sorprese non mancano. I data center on-premise quest’anno miglioreranno nella gestione della sicurezza, ma anche in quella dell’energia, della gestione degli imprevisti e delle interruzioni di corrente. “Ormai è chiaro che non si può dare nulla per scontato”, sottolinea Greg Schulz, fondatore della società di consulenza tecnologica StorageIO con sede a Stillwater, Minn.
Trend per i software dei data center
Sistemi software sempre più connessi e attacchi ransomware sempre più frequenti e gravi hanno spinto le aziende ad adottare un modello di sicurezza Zero Trust. “Uno strumento che permetta di mappare le interazioni dei dispositivi, impostare policy e identificare vulnerabilità sarà un requisito essenziale per ogni organizzazione”, spiega Anay Nawathe, consulente di ISG, società di ricerca e consulenza con sede a Stamford, Conn.
Il 2022 è un anno di continue sfide per la maggior parte delle organizzazioni che si trovano a gestire ambienti cloud ibridi con infrastrutture pubbliche, private e on-premise. “L’adozione del cloud è aumentata nel 2021 ma c’è stato anche un ritorno all’on-premise” prosegue Nawathe “Le aziende cercano un software in grado di monitorare e orchestrare i carichi di lavoro attraverso il cloud pubblico, privato e on premise.”
Molti sperano anche di poter usufruire on premise delle stesse funzionalità che hanno trovato passando al cloud. Quest’anno la software-defined infrastructure e l’AI-augmented automation possono offrire molti dei vantaggi nel cloud pubblico, come la flessibilità, la scalabilità e l’ottimizzazione. “Non si guarda più solo al data center fisico, ci si domanda anche dove sono le applicazioni e dove viene eseguito il carico di lavoro” spiega Schulz. Quando necessario, le organizzazioni devono sapere perché un’applicazione non funziona correttamente, in qualsiasi posto si trovi.
Gli ambienti ibridi presentano sfide orizzontali – quelle che passano dal data center al cloud – ma anche sfide verticali, lungo lo stack, dalle strutture di basso livello al server, allo storage, alla rete e ai diversi livelli di software. Tale multidimensionalità rende difficile gestire questi ambienti attraverso gli strumenti tradizionali utilizzati finora. Nel 2022 ne emergeranno infatti di più avanzati e adeguati al “new normal”.
Trend per l’hardware dei data center
Il più grande cambiamento per i data center tra il 2021 e il 2022 è il fatto che le organizzazioni hanno iniziato a pensare ai requisiti delle loro infrastrutture in termini di carichi di lavoro. Nel breve periodo la maggior parte rimarrà comunque on-premise: è necessario modernizzare l’infrastruttura per gestire i dati e i requisiti di workload, tenendo conto delle criticità della supply chain e della carenza di chip. Tuttavia, l’adozione del cloud pubblico continuerà probabilmente a crescere, meglio quindi investire nel frattempo anche in infrastrutture di rete adeguate e prepararsi a carichi di lavoro ibridi.
“I nuovi trend del computing stanno facendoci allontanare dagli hyperscaler centralizzati, con l’imporsi dell’edge computing” sottolinea Nawathe. Le organizzazioni lo utilizzano sempre più spesso attraverso una rete di data center per fornire carichi di lavoro ad alte prestazioni più vicini all’utente finale. Questo fenomeno ricorda la decentralizzazione del Web3.
In questo anno vedremo anche lo storage a stato solido (SSD) diventare più presente. “Consiglio a tutti di acquistare SSD, ma senza spendere tutto il budget” spiega Schulz. “Meglio investire il proprio capitale guardando come operano realmente le applicazioni. È una logica simile al tiering nell’era pre-cloud“.
Le organizzazioni continuano a mostrare interesse per gli strumenti di data center infrastructure management (DCIM) per monitorare e misurare le operazioni, ma non i prodotti legacy. Tuttavia, i vendor spesso usano il termine DCIM per descrivere molte tecnologie diverse. Ciò crea una certa confusione nel mercato e causa problemi nella valutazione o nel confronto del ROI tra le diverse opzioni.
“E’ sempre più necessario gestire meglio l’infrastruttura, la pandemia l’ha resa una priorità per tutte le aziende”, spiega Mark Acton, un consulente senior di data center nel Regno Unito. “Servono quindi strumenti di gestione dell’infrastruttura efficaci che possano operare da remoto fornendo un reporting e un management dell’energia accurati. La continua espansione dell’edge computing rende sempre più impellente questa necessità”.
Trend per il lavoro nelle strutture data center
La crescente diffusione del modello ibrido ha cambiato sia il modo in cui i team operativi lavorano, sia la distribuzione dei compiti al loro interno. Chi gestisce il sistema dei data center e chi ci lavora, di conseguenza, vedrà cambiare le proprie responsabilità.
La sostenibilità diventa una priorità per sempre più organizzazioni e per i loro data center nel 2022, in particolare dopo il vertice COP26 dello scorso anno. “Molte organizzazioni, in particolare quelle dell’UE, dovrebbero prevedere investimenti in attrezzature per infrastrutture ad alta efficienza energetica e in soluzioni che portino a una riduzione del carbonio nei loro data center”, conferma Nawathe.
Le aziende devono guardare a un futuro di sempre maggiore efficienza energetica. “Perché non pensare a come ottenere di più dai watt di energia consumata, invece di cercare solo di ridurre il numero di watt utilizzati?” suggerisce Schulz. “Questa logica è legata al software ma anche all’hardware e alla configurazione dei dati. È necessaria una maggiore consapevolezza per non muoversi alla cieca”.