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La colocation di Aruba: non solo infrastruttura, ma anche supporto consulenziale

Per una piccola azienda, la scelta di abbandonare la propria infrastruttura tecnologica interna può essere un passo difficile da compiere perché vi è sempre il timore latente di essere abbandonati a sé stessi. Il punto di forza di Aruba, oltre a data center all’avanguardia, affidabili e sicuri, è invece proprio quello della relazione diretta, con una persona di riferimento, che supporta l’azienda nella configurazione iniziale e per tutta la durata del contratto.

Pubblicato il 10 Dic 2018

Datacenter-in-outsourcing

Quando parliamo delle tecnologie abilitanti la digital transformation e degli investimenti necessari per acquisirle, a volte perdiamo di vista il fatto che il tessuto economico italiano, che dall’ultimo censimento Istat del 2011 risulta comprendere 4,4 milioni di imprese attive nell’industria e nei servizi, è composto per il 95,1% da microimprese che occupano quasi la metà degli addetti (47,2% degli 11,1 milioni totali degli addetti di imprese attive), realtà che, comunque, realizzano il 31,4% del valore aggiunto dei comparti industria e servizi. E se la classe delle microimprese è di meno di 10 addetti, la media è di 1,9 addetti.

Si può realisticamente pensare che un’impresa di queste dimensioni possa dedicare tempo, energie e persone a un’attività del tutto estranea al proprio business come quella di dotarsi di un’infrastruttura abilitante la trasformazione digitale? Già solo l’utilizzo di questi termini allontana il tema dai suoi più diretti interessi che sono: produrre in modo più efficiente, spendendo meno e rispondendo alle richieste di clienti sempre più esigenti; il tutto in un mondo che è sempre più complicato, dove al tradizionale rischio di impresa che tutti gli imprenditori ben conoscono si sommano rischi molto meno tangibili come quelli cyber o relativi al non rispetto alle normative. Di fatto la trasformazione digitale abilita proprio tutto ciò, ma una piccola impresa non sempre ne è consapevole.

Cos’è la colocation e quali benefici può portare alle piccole imprese

E non pensiamo si tratti di imprese “vecchie”, arretrate, destinate a scomparire. No, nel loro ambito spesso sono realtà d’avanguardia, semplicemente devono concentrarsi su quello che fanno e la piccola infrastruttura informatica (da uno a qualche server sui quali far girare le applicazioni che servono loro) di cui si sono dotate è spesso ritenuta sufficiente a rispondere alle esigenze… finché non si presenta un problema.

“Dalle indagini che ciclicamente effettuiamo tra le aziende italiane – dice Massimo Bandinelli, Marketing Manager Cloud & Data Center di Aruba – emerge che nel mondo della piccola impresa c’è ancora un forte attaccamento alle infrastrutture locali, interne all’azienda. Sono realtà che faticano a pensare di rivolgersi a un provider esterno, spesso più per mancanza di consapevolezza delle criticità di un’infrastruttura interna che per mancanza di sensibilità verso tematiche come security, compliance ecc.”.

Ecco quindi che la colocation potrebbe rappresentare un’opportunità per queste imprese.

Ma cos’è la colocation e quali sono i benefici che può portare? Con la colocation un’azienda ha la possibilità di affittare spazio per la collocazione dei propri server in data center che, oltre a riservare lo spazio fisico per le macchine, gestiscono alimentazione e raffreddamento, fornendo sicurezza e banda sulla base del contratto siglato.

Le piccole imprese spesso non si rendono conto delle problematiche che un’infrastruttura informatica interna può generare: se pensiamo all’alimentazione, per esempio, immaginiamo i danni che può procurare al server che custodisce il database dei clienti un improvviso calo di tensione o ancora alle difficoltà e ai costi per garantire l’adeguato raffreddamento”, sottolinea Bandinelli. E ancora più critico si fa il discorso se si affronta il tema della security, sia fisica sia informatica: “Non dimentichiamo che ogni impresa, indipendentemente dalla sua dimensione, oltre ovviamente a quelli necessari per svolgere la sua attività, può avere dati sensibili che necessitano di un trattamento più curato, obbligatorio per legge, come ci insegna il GDPR”.

A queste tematiche di continuità del business e di compliance si somma quella dei costi: sia per quanto riguarda l’acquisto iniziale (costa sicuramente di più acquistare un server per conto proprio che non tramite Aruba che può avvalersi di grandi economie di scala) sia per quanto riguarda la manutenzione, l’aggiornamento ecc.

La colocation di Aruba: infrastruttura e supporto consulenziale

Aruba è un provider europeo con offerte di livello business ed enterprise che si rivolgono anche ad aziende di grandi dimensioni e multinazionali e il timore di una piccola realtà nel rivolgersi a un provider di questo tipo può essere quello di correre il rischio di dover fare tutto da soli e di non ricevere l’attenzione necessaria: “E invece sta proprio qui uno dei punti di forza della nostra offerta – spiega Bandinelli – non solo i clienti possono contare su data center altamente performanti, affidabili e sicuri, ma anche nel rapporto diretto con una persona che li supporta in tutte le fasi di definizione della configurazione migliore e più adeguata alle loro esigenze e che poi rimane il loro riferimento per tutta la durata del contratto”.

Quali sono dunque i servizi di colocation offerti da Aruba?

“Partiamo dalla fornitura di spazi all’interno del data center (da un quarto di rack fino al data center dedicato) che viene arricchita con una serie di servizi aggiuntivi. Primo fra tutti la connettività (altro tema critico di un’infrastruttura interna) con la quale, oltre a garantire ampiezze di banda sulla base del contratto siglato, possiamo fornire anche un collegamento diretto tra l’infrastruttura on premise e quella acquistata nel nostro data center (che può rendersi necessario in fasi di migrazione oppure se l’azienda opta per un’infrastruttura ibrida, mantenendo dei server in azienda e quindi serve per garantire il collegamento tra questi e l’infrastruttura in colocation). Per gli utenti più esigenti, Aruba ha di recente attivato un POP del MIX (Milan Internet eXchange) dentro Global Cloud Data Center, che consente di scambiare traffico direttamente con il MIX”, spiega Bandinelli, che aggiunge: “Indipendentemente dalla soluzione selezionata, Aruba garantisce a tutti gli impianti e le infrastrutture un monitoraggio costante, per tenere sotto controllo i livelli di servizio e prevenire ogni problema; tecnici e personale qualificato sono sempre reperibili nella data center, grazie a una turnazione 24h/24h. Questo rappresenta un livello base di offerta al quale possono aggiungersi servizi di Remote Hands con i quali è possibile istruire personale tecnico qualificato per compiere attività fisiche come per esempio montaggio di hardware, collegamento fisico di cavi e periferiche, sostituzione di parti guaste ecc.”.

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