Si scrive AI ma per Huawei non significa Artificial Intelligence, bensì “All Intelligence”. La società ha puntato su questo concetto per fare il punto con i clienti e i partner italiani sui risultati raggiunti sinora e sugli sviluppi in corso. All Intelligence è il concetto alla base della strategia introdotta dall’azienda di recente in un evento a Shanghai per delineare che tutto deve essere connesso: le persone, le cose, le industrie e le organizzazioni.
“Solo attraverso un’infrastruttura solida si può realizzare questa visione, sviluppando applicazioni intelligenti per affrontare specifici processi e organizzazioni” ha affermato Eduardo Perone, Vice President Business Development, Huawei Europe. “In questo ambito, tutte le decisioni dovrebbero essere basate sui dati”.
Perone ha evidenziato i settori chiave in cui Huawei intende innovare. Tra questi ci sono la pubblica amministrazione, la sanità, la finanza, l’energia e le infrastrutture, sottolineando che “la digitalizzazione può portare a miglioramenti sostenibili e maggiori ricavi. L’obiettivo è anche contrastare l’inflazione e creare valore per l’intero ecosistema”.
La digitalizzazione che fa bene al PIL
Alle parole di Perone hanno fatto eco quelle di Alexandre Grandeaux, CTO di Huawei Enterprise Italia, il quale ha quantificato in concreto l’apporto che la digitalizzazione e gli investimenti nel mondo ICT portano a livello di livello PIL mondiale. “In media ogni dollaro investito da un Paese porta a un ritorno dell’investimento di 3,5 dollari per il PIL di quel Paese” ha precisato. “Questo si riflette sia sul versante puramente economico sia su quello sociale. Quindi, ha assolutamente senso un investimento nella digitalizzazione e nel cercare un mondo All Intelligence”.
Ovviamente, Huawei intende favorire il raggiungimento di tale obiettivo. Come? Proponendo prodotti ad ampio spettro per tutto il settore ICT, dal datacom al networking, dalla trasmissione ottica fino all’archiviazione e allo storage. Partendo da un presupposto importante, ovvero che dalla componentistica di base (processori compresi) fino al prodotto completo, tutto è realizzato in casa Huawei.
Sfruttare al meglio la tecnologia
“Ci sono dei vertical, come nel caso del mondo finanziario o degli ISP, dove oggi si usa già in modo efficace il massimo della tecnologia disponibile” ha precisato Grandeaux. “Tuttavia, esistono altri settori, come il manufacturing, dove invece ci vuole una disruption, un approccio diverso alla digitalizzazione perché, per esempio, spesso a livello di processi produttivi le aziende dispongono della migliore tecnologia disponibile oggi, ma probabilmente l’ICT ha ancora spazi di manovra per riuscire ad adoperare nel modo più efficace sistemi evoluti e intelligenti. Ci sono dei mercati ancora un po’ da recuperare dal punto di vista dell’ICT e che possono trarre grande beneficio da una digitalizzazione molto spinta”.
Per fornire il suo contributo a tale digitalizzazione, Huawei si è posta degli obiettivi precisi. Anzitutto, nell’ambito dello storage da qualche tempo sta sviluppando sistemi che consentano una gestione intelligente del dato durante tutte le fasi del processo di archiviazione. Questo si traduce in sistemi all’interno dello storage di un data center che automatizzano il processo e che impiegano agenti intelligenti in grado di capire qual è lo stato del dato che deve essere archiviato (caldo, freddo, che richiede l’accesso in tempo reale o l’archiviazione a lungo termine) e che, quindi, lo spostino nel contenitore più adatto a quel determinato stato.
“Partendo da questi sistemi di controllo, stiamo sviluppando una soluzione pronta all’uso che sia scalabile anche verso il basso – ha dichiarato Grandeaux – così che possa essere usata anche da organizzazioni che necessitano di un data center on site con tecnologia flash, high availability, ridondanza e protezione, ma con capacità più contenute in termini di dati archiviati”.
Fino a 400 Gigabit Ethernet
Oggi, però, le prestazioni di un data center non si misurano solo in termini di capacità di archiviazione. Sono altrettanto importanti aspetti come la latenza o la quantità di pacchetti perduti. Cosciente di ciò, Huawei propone una tecnologia completamente basata su ethernet che permette di gestire tutta la connettività tra i server.
“Garantiamo l’efficienza e l’efficacia di una rete tale e quale a quella esistente sulle tecnologie più datate” ha sostenuto Grandeaux. “Quindi, è possibile disporre di capacità fino a 400 Gigabit Ethernet per connettere tutta la server farm”. A contribuire al raggiungimento di questo risultato c’è anche l’impiego della fibra ottica al posto del rame, che non solo offre grandi capacità trasmissive, ma “fornisce diversi vantaggi” ha aggiunto Grandeaux. “Minore ingombro, risparmio nei costi in confronto al rame e, soprattutto, la possibilità di creare nuovi servizi e di aumentare la capacità di accesso senza dover trasformare o sostituire l’infrastruttura cablata. La fibra può benissimo andare oltre i 30 anni di attività all’interno di una LAN aziendale”.
Dalla rete geografica al Wi-Fi
Il raggio di azione di Huawei in ambito networking non si limita però al solo data center, ma arriva al backbone nazionale. Nel caso di reti di reti di questo tipo, la velocità è scalabile e può andare da qualche gigabit fino a 1 Tbps.
Dalla rete geografica, si arriva al campus o, più semplicemente, al Wi-Fi. I nuovi sviluppi di Huawei in questo senso sono indirizzati tutto verso il nuovo protocollo Wi-Fi 7. “Stiamo contribuendo al nuovo standard per consentire di raggiungere velocità trasmissive sempre più elevate a livello di rete wireless con l’affidabilità, le caratteristiche tecniche e le prestazioni tipiche del mondo mobile” ha evidenziato Grandeaux. Il quale ha aggiunto: “Oggi, primi al mondo, lanciamo un access point basato su una versione preliminare del Wi-Fi 7 (non è ancora uno standard). Si tratta di un dispositivo enterprise con caratteristiche e performance di una rete mobile di livello commerciale ma con l’efficienza e le peculiarità tecnologiche Wi-Fi”.
Il primo passo verso l’All Intelligence
Per consentire alle aziende di tutte le dimensioni di iniziare il percorso verso l’All Intelligence (o di proseguirlo se l’hanno già iniziato) Huawei ha poi avviato un’iniziativa tecnico-commerciale rivolta in particolare alle PMI, ma che si può estendere a tutte le aziende che hanno la necessità di effettuare acquisiti in modo rapido. Si chiama eKit e consiste in una serie di prodotti che viene venduta tramite distributori certificati. Acquistare prodotti eKit è semplice: basta collegarsi al sito che ha allestito Huawei o anche solo utilizzare un’app apposita per smartphone. Scelto il prodotto (o i prodotti) si può procedere all’acquisto. “Pur sembrando una vendita diretta – ha concluso Grandeaux – non è Huawei l’interlocutore ma un suo distributore, che può anche fornire un supporto nella fase di scelta per indirizzare chi non è troppo pratico di networking”.
Nella fase iniziale, eKit propone una selezione di prodotti datacom del portfolio di Huawei per consentire di realizzare una Lan wireless, come switch, access controller e access point Wi-Fi. In futuro saranno in vendita anche dispositivi per lo storage e la connettività in fibra ottica.