Un impianto di condizionamento mal progettato e che non utilizza le soluzioni più adatte alle specifiche caratteristiche di un data center oggi si può trasformare in una fonte di rischi, inefficienze e in mancati ritorni sugli investimenti. Al contrario, scelte ottimali in materia di cooling si traducono in maggiore affidabilità delle infrastrutture, migliore utilizzo e minori costi di possesso (Tco, total cost of ownership) di ciò che si è implementato.
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- Vertiv, un’eccellenza italiana per il cooling dei data center
“Quando devo definire che cosa produce questa azienda – afferma Stefano Mozzato, country manager di Vertiv, facendo gli onori di casa nella sede di Tognana (Padova) dell’azienda, dove nascono i sistemi di Thermal Management (mentre a Castel Guelfo, vicino a Bologna, ci si occupa dell’alimentazione dei data center) – rispondo: tecnologia per la tecnologia”. Con questo gioco di parole, Mozzato sottolinea due aspetti: che le soluzioni per il condizionamento di precisione per le infrastrutture IT sono prodotti altamente tecnologici, e non mera meccanica “condita” di elettronica, e che questi strumenti servono per far funzionare al meglio, e in modo sostenibile, qualsiasi tipo di data center: “Siamo dovunque ci siano dei dati da elaborare”, taglia corto il manager approdato in Emerson Network Power (nome precedente di Vertiv) 25 anni fa.
Rispetto al secolo scorso, oggi le soluzioni per la gestione delle temperature nei data center si sono molto diversificate per tecnologie, dimensioni, tipologie di installazione, operatività stand alone o in pool, strumenti di management, e così via. Mentre in passato erano i progettisti dei data center a doversi adattare ai prodotti cooling esistenti sul mercato, “oggi – sottolinea Mozzato – le direzioni di progettazioni si sono invertite. Ora siamo noi vendor di Thermal Management a dover partire dall’utilizzo che deve essere fatto delle nostre tecnologie”.
Who's Who
Stefano Mozzato
In questo contesto diventa sempre più difficile quali siano le soluzioni migliori in assoluto. “Sempre più spesso – continua il country manager di Vertiv – le risposte variano in funzione di moltissimi parametri come il clima esterno, la necessità di ridurre il rumore (se il data center si trova in città), lo spazio, il business del cliente, i carichi di lavoro. Per questo è importante anche che diversi tipi di tecnologie possano essere integrate fra loro, che molte macchine diverse siano in grado – come le nostre – di dialogare per poter fare gioco di squadra, e che oltre all’hardware sia molto curato anche il software (Vertiv, peraltro, una decina di anni fa ha acquisito, con Avocent, una piattaforma DCIM, Data Center Information Management: Trellis)”. Altro aspetto fondamentale sono i servizi post vendita. “I nostri tecnici – conclude Mozzato – sono i nostri migliori venditori. Recandosi presso i clienti, possono trasferire loro competenze e, allo stesso tempo, comprendere le nuove esigenze”. Che nei Lab di Tognana spesso si trasformano in nuovi progetti e servizi.