Data Center: investire per risparmiare energia

Secondo DatacenterDynamics, gli investimenti nei data center anche in Italia sono destinati a crescere significativamente, soprattutto con l’obiettivo di ridurre i costi energetici. Alcune proposte dei vendor emerse dal recente forum di Roma

Pubblicato il 22 Feb 2012

Al consumo energetico del settore Ict, da cui deriva circa il 2% delle emissioni globali di Co2, contribuiscono in modo significativo e crescente i data center, una delle maggiori voci di costo aziendali in termini energetici.
Non stupisce dunque che la riduzione dei consumi sia stato uno dei temi centrali del forum europeo sulla gestione dei data center (Dc) organizzato da DatacenterDynamics. L’information provider prevede che, in corrispondenza con la crescita della domanda di energia e dei costi connessi, la recessione non toccherà il mercato dei Dc, destinato anzi a crescere non solo nelle economie emergenti ma anche in paesi maturi come l’Italia, per la quale si prevedono, nel 2012, investimenti per 1,95 miliardi dollari, con un incremento del 35% rispetto al 2011.
Nel corso del forum, i vendor hanno declinato secondo diversi punti di vista il proprio impegno nella riduzione dei consumi. Solo per fare alcuni esempi, Ibm ha indicato nell’aumento di flessibilità e nella modularità la strada maestra per rispondere alle esigenze del business e al tempo stesso ridurre i costi. “I maggiori risparmi provengono dalla possibilità di rinviare il 40-50% dei costi derivanti dalla capacità elettrica e meccanica al momento in cui effettivamente ce n’è bisogno”, ha ricordato Stacey Ramos, global offering executive – Data Center Strategy di Ibm Us.
La modularità è un requisito base anche nella progettazione dei Dc di Microsoft che svolgono un ruolo fondamentale per la sua strategia cloud. “I data center di ultima generazione basati su un approccio modulare consentono fino al 45% di riduzione dei costi”, ha ricordato Frank Kohch, infrastructure architect di Microsoft.
Schneider Electric, specializzata nella distribuzione elettrica intelligente, nei sistemi di condizionamento e di controllo ambientale, ha presentato una nuova soluzione software che consente agli amministratori di ottimizzare le performance del Dc, grazie un nuovo software che integra facility mangement e data center infrastructure management in un’unica piattaforma di gestione. Come applicazione concreta della propria impostazione ha presentato il progetto relativo al Dc dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, una infrastruttura in grado di elaborare l’enorme flusso di dati prodotti dagli esperimenti più avanzati nel settore della fisica, quali LHC (Large Hadron Collider), l’acceleratore di particelle situato presso il Cern di Ginevra.
Della scelta di architetture per ridurre, rendere variabili e tenere sotto stretta sorveglianza i consumi si arriva all’idea di un uso del Dc come sistema di accumulo di energia e dunque come generatore di energia variabile, funzionale allo sviluppo delle smart grid. Un modo dunque che può consentire non solo di risparmiare ma addirittura di trasformare il Dc in un centro di profitto. “Non è un progetto avveniristico – ha ricordato Luca Buscherini, direttore marketing di Riello Ups -. Ci sono già operatori telco che hanno adottato questo approccio”.

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