Ogni programma di ottimizzazione della rete collegata a un data center mira a sfruttare al meglio i sistemi esistenti per ridurre i costi e, allo stesso tempo, trovare opportunità di efficientamento. È lo stesso obiettivo che hanno anche il team IT e le aziende, non solo per i data center. Chi possiede o gestisce tali strutture può, per esempio, implementare programmi di consolidamento e virtualizzazione dei server, monitorare più attentamente il consumo di energia e investire in strumenti in tal senso sempre più innovativi e performanti.
Quando un data center viene ottimizzato, arriva a soddisfare tutti i requisiti normativi, fornisce applicazioni aziendali semplificate, riduce le spese IT e fa aumentare la flessibilità di tutta l’azienda. Un’infrastruttura IT per data center ben funzionante, quindi, se unita a una efficiente gestione dei dati, può assicurare a ogni organizzazione quella agilità necessaria per poter rispondere ai bisogni dei clienti e raggiungere il successo su scala globale.
Perché ottimizzare i data center
Sia i proprietari che i clienti di una infrastruttura possono trarre notevoli benefici dall’ottimizzazione dei data center. Questa pratica impatta sia dal punto di vista economico, sia da quello operativo.
I principali vantaggi, agendo sui data center, sono:
- Consumo di energia. Riducendolo, si aumenta l’efficienza e si riducono anche i tempi di inattività.
- Capacità meccanica. Aumenta, facendo sì che i sistemi HVAC e altri sistemi meccanici funzionino in modo più efficiente. Va considerata anche la ridondanza acquisita, grazie a più sistemi di backup in caso di necessità. Ottimizzare l’utilizzo della capacità permette alle strutture di attirare più clienti e far crescere il business.
- Maggiore durata di vita delle apparecchiature. Ottimizzando un data center, si riescono a usare le apparecchiature IT in modo più efficiente, entro i limiti di tolleranza, permettendo ai proprietari di evitare spese di manutenzione non pianificate.
- Lotta contro la crisi climatica. I data center sono spesso considerati un “male necessario” nella digitalizzazione, per via del loro consumo di energia e dell’utilizzo di HVAC. I programmi di ottimizzazione possono contribuire a ridurre questa impronta e a renderli più sostenibili.
Le più comuni pratiche per una data center network efficiente
Seguendo i trend del settore, i data center sono già stati oggetto di interventi di ottimizzazione. Basta pensare alla virtualizzazione, alla containerizzazione, all’unificazione dello storage e ai moderni sistemi di raffreddamento, come quello a liquido e quello direct-to-chip. Sono tutti interventi che migliorano la rete.
I proprietari delle strutture, attraverso la gestione dell’infrastruttura dei data center, riescono a conoscere anche il life cycle delle loro apparecchiature e a prevedere la necessità di eventuali sostituzioni e aggiornamenti. Prima di acquistarne di nuove, si può anche valutare quelle di seconda mano. Nell’apportare modifiche alla rete, è meglio prestare maggiore attenzione al consumo energetico e ad altre metriche rilevanti per le prestazioni.
Ottimizzazione dell’hardware di una data center network
Il consolidamento dei server è una delle prime mosse da compiere per ottimizzare un data center. Man mano che le aziende e i servizi cambiano e si espandono, alcuni server potrebbero non essere più utilizzati appieno. Ciò significa rischiare di spendere per la larghezza di banda e altre risorse che restano poi inutilizzate, perché maggiori di quelle necessarie. Il consolidamento delle apparecchiature fisiche riduce il numero di server necessari, è poi più facile soddisfare i requisiti tecnologici in continua evoluzione dei loro clienti.
Monitoraggio dell’utilizzo dell’energia
Il monitoraggio dell’infrastruttura elettrica aiuta a identificare gli asset inefficienti e quelli potenzialmente inutilizzati, da rimuovere. Le unità di distribuzione intelligenti sono anche in grado di regolare dinamicamente il flusso di energia, in base alle variazioni di utilizzo. I sistemi di continuità possono poi ridurre i tempi di inattività dovuti a cali di corrente e ad altre interruzioni, mentre i team indagano e risolvono la situazione.
Attenzione al cablaggio
Si tende a focalizzare molto l’attenzione sulla qualità dell’hardware e del software, trascurando l’importanza di un cablaggio di alta qualità.
Non basta contare il numero di connessioni richieste da ogni asset o servizio per capire quanti cavi sono necessari. Va tenuto conto della topologia e delle modalità di installazione richieste in ogni area.
Questo aspetto diventa particolarmente importante nell’era dell’edge computing, dove la bassa latenza è un elemento fondamentale. Chi si occupa dei data center dovrebbe sfruttare i progressi tecnologici introdotti per il cablaggio e delle reti, come i ricetrasmettitori ottici e i cavi di breakout ad alta velocità.
Le connessioni Ethernet sono un’altra area spesso trascurata, ma potenzialmente molto strategica. La velocità dei cavi Ethernet di interconnessione dei data center è infatti aumentata notevolmente negli ultimi anni, passando da 100 Gbps a 400 Gbps e oltre.
Utilizzo di una software-defined network
Alcuni data center hanno iniziato a utilizzare programmi di rete software-defined per spostare la larghezza di banda dei server dalle unità di elaborazione dell’infrastruttura. Questo ha portato a un costo di carico aggiuntivo. Meglio optare quindi per cavi ethernet di qualità inferiore o a bassa capacità, per ridurre la capacità dei proprietari di utilizzare questi servizi aggiuntivi.
Ottimizzazioni software per data center network
Anche apportando modifiche al software si contribuisce all’ottimizzazione delle data center network. Si può infatti intervenire sui colli di bottiglia, individuare le aree di miglioramento e intervenire in modo automatico affidandosi all’intelligenza artificiale e al machine learning.
Un altro elemento su cui puntare sono le reti hyperscale, per progetti hardware economici e dedicati a precisi scopi. Esse, infatti, ottimizzano le capacità di storage ad alta intensità di calcolo attraverso il software, per rendere più efficienti attività come il caching, la crittografia e l’intelligent tiering.
Un’architettura service-oriented (SOA) può rendere i componenti delle applicazioni riutilizzabili e intercambiabili tra sistemi e hardware a supporto. La SOA aumenta il numero di connessioni tra applicazioni e sistemi, richiedendo limiti di capacità di banda più elevati, un migliore cablaggio e una migliore gestione delle connessioni. In qualsiasi strategia di progettazione del data center, quindi, è opportuno tenerne conto.