Nella seconda parte del Webinar “Data protection: come garantire sicurezza e prestazioni ai data center in ambienti virtualizzati”, organizzato da ZeroUno in collaborazione con Veeam, Cisco e Pres si è sviluppato un dibattito interessante fra i relatori e i partecipanti al Webinar online.
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LO SCENARIO – Business continuity: nei data center virtualizzati si fa così |
Una domanda relativa a come trovare la giusta “quadra” tra esigenze di performance e di data protection, ha portato Andrea Borella, Systems Engineer Veeam ad affermare che per trovare il giusto equilibrio occorre prima di tutto “determinare quelli che sono gli Rto (Recovery Time Objective) e gli Rpo (Recovery Point Objective) accettabili ed effettuare un assessment di quello che esiste in un data center”. A volte, le risorse interne delle aziende non sono in grado di fare da sole queste valutazioni.
“Nelle aziende si possono trovare ambienti It molto eterogenei e con complessità difficili da sviscerare – è intervenuto Cosimo Rizzo, Sales Engineering Manager del system integrator Pres -. Uno dei nostri compiti come system integrator è affiancare il cliente per capire le sue reali esigenze, e quindi fornire una serie di servizi che partono dall'analisi e dall'assessment, per arrivare all'implementazione, alla manutenzione e all'evoluzione futura dei sistemi It”.
Alcuni utenti hanno posto il quesito se investire in soluzioni di storage e business continuity moderne come quelle di Veeam o se invece sia ancora possibile sfruttare le piattaforme legacy. “Ancora una volta – ha risposto Borella – è fondamentale capire quali dati dobbiamo proteggere e come farlo”. I sistemi informativi aziendali stanno cambiando.
“Per anni – ha esemplificato Massimo Ficagna, Senior Advisor degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano – si è parlato di agile development. Adesso è il momento del DevOps, che integra nella filiera anche chi si occupa di provisioning e operation. Servono quindi strumenti adeguati a un nuovo modo di fare delivery”. Veeam è nata per proteggere gli ambienti virtualizzati [sempre più utilizzati, oltre che per il consolidamento, anche per velocizzare il provisioning e abbattere silos infrastrutturali]. “Le soluzioni Veeam – ha sottolineato Borella – sono agentless, effettuano copie delle immagini delle virtual machine e permettono di monitorare costantemente le attività di backup e i contenuti degli stessi. Qualora fosse necessario un recovery, questo può essere fatto in modo granulare”.
Questo approccio all’insegna di semplificazione, virtualizzazione e availability si è ben sposato con la filosofia Unified Computing System (Ucs) di Cisco, alla base dei suoi package di sistemi convergenti o delle appliance iperconvergenti. “Cisco e Veeam – ha spiegato Davide Cattoni, Product Sales Specialist Data Center Cisco – hanno costituito un’alleanza tecnologica, che ci permette di abbinare alle alte performance di computing, networking e storage di Ucs, la visualizzazione istantanea dei contenuti dei backup e l’esecuzione di recovery granulari. Arrivando a livelli di business continuity tali da rendere possibile il riaccendere una virtual machine direttamente dal file di backup”.