I datacenter rappresentano un asset fondamentale del business digitalizzato, a garanzia della continuità di servizio; una corretta progettazione elettrica a livello di sistema e di facility è indispensabile per assicurare un’alimentazione (e un’operatività) senza interruzioni. Ma da dove si parte? Per discutere il tema, ZeroUno ha organizzato di recente un TechWebinar in collaborazione con Riello Ups. L’obiettivo era quello di approfondire le specificità tecnologiche di questo tipo di soluzioni.
“Oggi – esordisce Nicoletta Boldrini, Giornalista ZeroUno – il downtime di un'applicazione (magari causato da un blackout energetico) non è più solamente causa di un disservizio, ma può tradursi in perdita di brand image e profittabilità; il ridisegno delle infrastrutture deve quindi comprendere tutti gli asset del datacenter, comprese le cosiddette facility”.
La roadmap verso il modello software-defined non riguarda quindi soltanto le risorse computazionali, lo storage o il networking ma anche le facility: “Un datacenter gestito via software – afferma
– implica anche il ridisegno completo delle infrastrutture fisiche. La qualità e l'efficienza si ottengono attraverso un’evoluzione organica, anche con l'ausilio di software che permettono di progettare ex ante, calcolando a priori i bisogni futuri e monitorando le risorse durante l’esercizio”.
“Secondo statistiche interne – dichiara Maurizio Tortone, Product Manager di Riello UPS -, il 91% dei datacenter ha subìto un disservizio inatteso negli ultimi 24 mesi”. Le criticità derivanti dalla discontinuità energetica, come emerge dal poll lanciato in diretta, si sono verificate frequentemente (9% delle risposte) o occasionalmente (64%). Come uscire dall’impasse? “La progettazione della distribuzione elettrica all’interno del datacenter è legata agli stessi criteri che guidano le scelte It: affidabilità, efficienza, flessibilità, ridondanza – afferma Tortone -. La soluzione è posizionare un gruppo di continuità modulare tra l'alimentazione e il carico. L’Ups va a rigenerare la forma d’onda, assicurando un’alimentazione sicura e pulita. In caso di blackout, grazie all’ausilio di batterie, garantisce la continuità del sistema”.
Su richiesta del pubblico, il Product Manager chiarisce Il concetto di modularità applicato ai gruppi di continuità: “Il carico complessivo viene ripartito su più moduli di potenza inferiore, scalabili secondo necessità così da ottenere efficienza. I sistemi monolitici, invece, rischiano di essere sovradimensionati rispetto ai bisogni contingenti per riuscire a supportare eventuali crescite, generando sprechi”.
Quando si parla di efficienza il monitoraggio è un punto chiave: un altro sondaggio nel corso della diretta rivela che solo il 50% delle aziende conosce il rendimento degli Ups installati (il 25% utilizza software specifici, mentre negli altri casi la misurazione è approssimativa).
“Un monitoraggio completo è ancora difficile – commenta Mainetti – e proprio per questo nell'area degli Ups c'è grande spazio per l'efficientamento. Oggi ci sono strumenti in grado di isolare e individuare in modo automatizzato le singole componenti e voci di costo del datacenter, suggerendo interventi opportuni”.
Infine, si è fatto un breve accenno agli Ups come infrastrutture abilitanti le smart grid (reti di distribuzione elettrica intelligenti che consentono un uso più razionale dell'energia): “Le batterie degli Ups all’interno dei datacenter rappresentano un notevole investimento, ma sono parzialmente utilizzate, mentre potrebbero fungere da accumulatori di energia distribuiti. L’extra-produzione di energia potrebbe essere immagazzinata e riutilizzata per supportare i picchi di domanda”. Insomma, c’è davvero molto spazio per ottimizzare.