Nel corso degli anni, le attività It sono andate sempre più configurandosi come complessi silos tecnologici, spesso senza alcuna possibilità di interagire con le altre direzione funzionali. Processi frammentati, separati e poco efficaci determinano una visione spesso incoerente e incompleta delle risorse complessive dei sistemi informativi. Semplificare l’organizzazione degli ambienti It, dove convivono e coesistono risorse e componenti frutto di stratificazioni tecnologiche non è però cosa di poco conto. Di It Governance si parla da tempo ma, nonostante i numerosi tentativi delle maggiori organizzazioni, la strada per raggiungere solidi processi sembra ancora oggi difficile da raggiungere. Gli ostacoli principali sono, in genere, la mancanza di un processo integrato di gestione della domanda, la difficoltà di gestione completa del portafoglio It, lo scarso controllo finanziario e la difficoltà di raggiungere un miglior impiego delle risorse.
Partendo da queste considerazioni, ZeroUno ha recentemente organizzato un Executive Dinner con una tavola rotonda che ha permesso di analizzare il ruolo strategico dell’It in funzione dei processi aziendali e dei prodotti/servizi proposti all’utenza aziendale. Se da un lato è emerso che sono diversi i possibili modelli di Governance dell’It perseguibili per supportare la strategia dell’azienda e accrescere la visibilità dell’It e la comprensione del suo ruolo a livello di top management e delle linee di business, dall’altro è apparso come criterio chiave per un efficace It Governance il miglioramento del processo di Demand Management.
Demand Management: fondamentale per una reale It Governance
È ormai noto e condiviso, infatti, che l’It deve avere chiaro che il suo compito è quello di sapere interpretare le esigenze dell’azienda e adattarsi velocemente al ruolo richiesto, non solo in termini di allineamento agli obiettivi aziendali ma anche in relazione alle specifiche esigenze delle Lob (Line of Business).
Come gestire il portfolio progetti, quali criticità e metodologie per l’avanzamento dei singoli progetti, come giungere ad una It Governance complessiva in grado di dare al sistema informativo quella capacità di risposta verso gli stakeholder aziendali oggi tanto auspicata, sono alcuni dei punti trattati nel corso dell’incontro
L’indagine ha coinvolto 44 tra le principali grandi organizzazioni italiane (la rappresentatività più significativa è declinata nei segmenti Finance, Industria, Pa e Tlc. Il 50% delle aziende intervistate ha un numero di dipendenti superiore ai 5.000) per comprendere se e attraverso quali modalità si sta diffondendo una nuova sensibilità nel governo e nella gestione dell’It e del Demand Management delle linee di business. È emerso con chiarezza che, al di là di poche eccezioni, le organizzazioni sono in genere impreparate o non sufficientemente attrezzate per impostare una corretta Governance ma il dato positivo è che si avverte come sia importante, soprattutto da parte di responsabili di esercizio e senior management, dotarsi di strumenti di gestione del sistema informativo. “Per arrivare a risultati positivi in questa direzione – avverte Di Ruscio – è necessario che le specifiche esigenze vengano condivise trasversalmente lungo tutta l’azienda affinché si possano materializzare efficaci interventi It e mirati investimenti in risorse e mezzi dedicati”.
Forte legame tra It e business
Secondo l’analista di NetConsulting esistono oggi nuove opportunità per riuscire a impostare una visione organica delle risorse informative coerenti con una politica di Governance basata su metodologie e best practice. “Perché il tutto si possa tradurre in benefici concreti, come evidenziano i risultati raccolti dall’indagine, occorre però che si affermi un legame forte tra It e business, tra Cio e top management, da un lato, e Cio e responsabili delle varie linee di business, dall’altro”, afferma Di Ruscio. “È questo l’ostacolo più grande da affrontare. Una cultura di Governance, infatti, deve prevedere una strategia di lungo periodo e necessita di un coinvolgimento trasversale all’intera organizzazione. Oggi più che mai, i responsabili del business e dell’It necessitano di una visibilità completa sulle richieste poste all’It. Inoltre devono essere in grado di assegnare tali richieste alle risorse umane e finanziarie disponibili”.
“Serve, in altre parole, una corretta gestione della domanda che dia valore al più ampio progetto di governo dell’It, esattamente come dimostra l’indagine che abbiamo svolto e che svela come, sia nel 2007 sia nel 2008 (e in previsione nel 2009) uno degli obiettivi strategici principali dei Cio sia il miglioramento del processo di Demand Management”, aggiunge l’analista.
Da dove si parte?
Un Erp per l’It
Spezzando una lancia in favore degli strumenti tecnologici ma sottolineando l’importanza della Governance, Repaci propone un parallelismo: “Fino a qualche tempo fa, quando l’It si trovava davanti ad un business che aveva difficoltà nei processi perché la “macchina operativa” non funzionava come avrebbe dovuto, la risposta, di solito, era: il sistema informatico è obsoleto, va sostituito con soluzioni integrate e più efficienti. È iniziata così la corsa verso l’Erp la cui adozione, affinché potesse avere successo ai fini di business, ha necessariamente imposto una certa revisione dei processi e un diverso approccio in termini di Governance. Ebbene, questa “immagine”, a mio avviso, va presa e replicata allo stesso modo dentro il perimetro dell’It: il Ppm oggi rappresenta lo strumento di cambiamento per l’It, esattamente come l’Erp è stato fattore abilitatnte per il business. Paradossalmente potremmo parlare di un “Erp dell’It” a supporto dei propri processi interni, a partire dalla domanda dei clienti (gli utenti aziendali) fino alla gestione operativa legata al mantenimento delle soluzioni e degli asset, al change request, ecc. Ma esattamente come abbiamo fatto nei confronti del business raccomandando attenzione ai processi e alla Governance nell’adozione di un Erp, dobbiamo fare a noi stessi le medesime raccomandazioni nel momento in cui ci approcciamo al Ppm”.
Serve organizzazione e struttura
“Quello che emerge dall’indagine condotta da NetConsulting – dice Annamaria Di Ruscio – è che pur avvertendosi una forte esigenza di ridurre i costi legati all’informatica, fattore che indurrebbe un’attenta valutazione di risultati e prestazioni del sistema informativo, non sembra affermarsi tra le priorità di Cio e Top Management un approccio più strutturato a queste problematiche”.
Ma a dimostrazione della necessità di strutturare un processo di gestione della domanda verso l’It che sia più efficace e produttivo, ci sono i dati relativi alla presenza di una struttura di Demand Mangement e il grado di adozione di soluzioni tecnologiche di questo tipo. La ricerca NetConsulting evidenzia, infatti, che nonostante un buon 65,9% degli intervistati dichiari di avere all’interno della struttura It un’area dedicata alla gestione della domanda, il grado di adozione di soluzioni informatiche per il Demand Management è fermo al 45,5%. Analizzando poi la tipologia dei processi di Demand Management presenti nelle aziende interpellate si scopre che il 23% dichiara di non avere processi strutturati da seguire e il 25% si affida a processi strutturati ma senza supporto di software specifico.
Dello stesso parere Alberto Guidotti (nella foto), responsabile R&D Ict di Intesa Sanpaolo: “La nostra area It è data da 2800 persone; la tecnologia che adottiamo è tutto sommato semplice ma ci permette di gestire
Per arrivare a risultati positivi in termini di efficienza il demand management deve essere ben strutturato anche nella cosiddetta “raccolta delle informazioni”. “Avere le giuste informazioni e comprendere correttamente le richieste delle varie linee
In linea con questa visione anche Andrea Amato, coordinatore settore clinico
Il valore dell’It
Riuscire a dare sostegno al business e far comprendere al top management il valore dell’It. Sono temi mai obsoleti che anche in ambito demand e project management ritornano.
“Secondo me la domanda che l’It deve porsi oggi è: siamo davvero noi che sbagliamo i progetti o è il business che non capisce?”, chiede provocatoriamente Bloise. “La risposta, a mio avviso, non è né una né l’altra. La verità è che se non c’è chiarezza sulle esigenze non può esserci chiarezza nemmeno sull’avanzare dei progetti e non si riesce quindi a individuarne il valore. Una corretta Ict Governance richiede una certa conoscenza da parte dell’It che deve avere ben chiaro cosa si può e si deve fare. L’It deve anche sapersi adattare al momento storico della propria azienda e deve fare uno sforzo per capirne i bisogni e le strategie. Questo è il primo passo dell’It affinché il business riesca poi a comprenderne il valore”.
In linea con queste dichiarazioni anche Riccardo Baraldi (nella foto), membro
La risposta tecnologica
Nonostante molti elementi fondamentali per il Demand Management riguardino, come abbiamo visto, i processi e le capacità relazionali delle persone, non va dimenticato il ruolo importante che continua ad assumere la tecnologia che, per esempio secondo Agazzi, “fa emergere anche quella leadership dell’It fino ad oggi quasi negata”.
“La tecnologia offre opportunità di raccolta delle informazioni, condivisione e trasferimento delle stesse, sia in fase di gestione della domanda, sia a progetto già avviato – sottolinea Raho -. Quello che la tecnologia oggi può fare è dare un concreto aiuto all’It per rispondere alle domande dell’utenza aziendale, comprese quelle del business che vuole avere visibilità sui costi, sull’andamento, sull’efficacia di certe scelte, ecc”.
“È vero, la tecnologia può molto in questo senso”, conferma Marco Bistolfi (nella foto), direttore sistemi di ricerca nell’area R&D di Eni. “È chiaro che le tecnologie sono centrali ma è anche vero che non è facile “vendere” al business queste cose; è prima necessario che se ne comprenda il valore che, a mio avviso, sta nella possibilità di miglioramento della comprensione delle richieste aziendali e quindi nella riuscita di un progetto It”.
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