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Disaster recovery e backup per edge networks

È necessaria una forte consapevolezza delle sfide che gli edge device presentano per effettuare un backup e a un DR adeguati e prevedere piani e strumenti che ne facilitino la gestione.

Pubblicato il 16 Giu 2022

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L’edge disaster recovery (DR) è qualcosa che non va mai trascurato. Per proteggere la propria rete e i propri dispositivi da imprevisti disastri è infatti importante ampliare i DR plan e i backup anche ai dispositivi e alle reti periferici. La forte diffusione di dispositivi Internet of Things e l’adozione diffusa dell’edge computing hanno fatto emergere la necessità di aggiornare il disaster recovery. Ad acuire tale bisogno c’è stato il tanto rapido quanto massiccio passaggio a strumenti e backup cloud-based causato dalla situazione pandemica.

Backup e DR per l’edge

L’edge computing, sostanzialmente, mira a raggiungere una bassa latenza per applicazioni ad alte prestazioni. I data center edge devono essere quindi situati vicino ai clienti e ai loro dispositivi. Ciò significa creare data center più piccoli e vicino ai centri abitati, piuttosto che stipare i dati in grandi strutture di archiviazione geograficamente distanti. È così che diventa possibile fornire servizi con una latenza minima.

Molti sono i benefici legati all’edge computing: dai tempi di risposta più veloci alla maggiore larghezza di banda libera grazie alla riduzione del traffico da e verso i server centrali. Il passaggio ad architetture e sistemi distribuiti, però, comporta anche nuove sfide, soprattutto quando si tratta di fare il backup e recuperare i dati. I piani di disaster recovery dei data center tradizionali, creati per minimizzare la perdita di dati, non riescono a “reggere” il flusso di dati che i dispositivi edge producono in tempo reale. Può quindi diventare complesso effettuare backup regolari.

I DR plan per l’edge computing devono essere anche in grado di riportare la rete in funzione il più rapidamente possibile. Questo significa dimostrare flessibilità e maggiore agilità sul provisioning come anche sul semplice backup dei dati.

Come effettuare backup e DR per l’edge

Si può effettuare l’edge recovery utilizzando differenti approcci. Uno dei più comuni prevede un backup dei dati essenziali o critici dai dispositivi edge sul cloud, in modo che vengano salvati in cloud nel caso che l’edge fallisse. È poi necessario anche pianificare i failover in caso di interruzione del data center nel cloud.

Creare una rete resiliente aiuta a reagire più velocemente a una eventuale interruzione del servizio. È però importante individuare il livello minimo di connettività richiesto per supportare la configurazione edge e i cicli di vita dei dati di cui è necessario fare il backup in caso di disastro o guasto. In generale, i data center edge sono però progettati per evitare l’invio di dati al cloud, per evitare colli di bottiglia e garantire una larghezza di banda aperta. Il backup verso il cloud andrebbe in contraddizione con tale scopo. Un altro approccio adottabile prevede il trasporto dei dati a un altro data center edge vicino. Questa scelta impatta meno sulle operation del data center, perché i dati restano sull’edge.

La chiave per il backup e il disaster recovery di dati sull’edge è la pianificazione proattiva. È quindi consigliato stratificare gli effort di disaster recovery e costruire la ridondanza in una rete geograficamente distribuita. Non essendoci un team IT dedicato per ogni data center periferico, è essenziale prevedere la possibilità di gestione out of band come opzione. Questo permetterebbe all’IT di accedere ai dispositivi, fornire visibilità operando da remoto e bypassare quelli guasti, rimettendo in funzione la rete senza dover essere presenti di persona.

Le sfide sull’edge per backup e DR

Le organizzazioni si imbattono spesso in alcune sfide comuni quando costruiscono il disaster recovery e il backup per l’edge. Ecco alcuni esempi:

Assenza di IT in loco

Poiché i data center periferici sono in genere siti più piccoli e distribuiti in luoghi diversi, spesso non hanno uno staff IT completo in loco. Avere un software di gestione da remoto compatibile con l’hardware consente di effettuare il provisioning delle risorse IT e di rimettere in funzione la rete e i dispositivi dopo un disastro.

Recovery istantaneo

Le reti edge sono progettate per essere operative 24 ore su 24, 7 giorni su 7, quindi è necessario un recovery il più possibile tempestivo. Oltre a impostare un’architettura distribuita per il backup e il recupero dei dati, può essere utile puntare su tecnologie e strumenti come le VM, SD-WAN, SASE, 5G e persino il multiprotocollo label switching per fornire ulteriore ridondanza.

Configurazione complessa

I data center edge sono spesso parte di un’infrastruttura dati più grande e complessa che comprende anche data center tradizionali, strutture di storage locali e cloud. Meglio monitorarne l’evoluzione attentamente, focalizzandosi sulla semplificazione della configurazione risultante. Impostando efficacemente una rete edge e i dispositivi connessi, dopo un disastro si può più velocemente tornare alla normalità e a fornire servizi.

L’utilizzo di piattaforme di data protection può servire a consolidare le operazioni di backup in un’unica console e unificare i vari silos di dati. I responsabili riuscirebbero così a gestire l’intero ambiente di backup, compresi i singoli data center e gli stessi dispositivi edge. In aggiunta, potrebbero anche usufruire di analisi di monitoraggio in tempo reale per anticipare i guasti prima che accadano.

Il cost of ownership e i rischi legati a un sistema di gestione di terze parti possono spesso convincere le aziende a optare per la progettazione di un piano individuale. In ogni caso, meglio prepararsi oggi iniziando a compiere i primi passi per prevenire eventuali disastri e garantire che i sistemi tornino a funzionare correttamente nel minor tempo possibile.

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