In questo periodo la parola resilienza è una delle più ricorrenti per indicare la capacità delle imprese di attutire i colpi della crisi pandemica senza esserne sopraffatte. I CEO delle più grandi realtà digitali a livello mondiale, come IBM, Microsoft e Dell Technologies, l’hanno adoperata in occasione degli eventi online con cui hanno presentato le novità dei rispettivi brand. In particolare, hanno sottolineato il legame tra resilienza e digitalizzazione dei processi di business, un legame in cui un ruolo determinante può essere svolto dai Managed Services. I servizi gestiti, infatti, intervengono come prolungamento dell’IT aziendale e possono abbracciare uno o più aspetti inerenti la parte infrastrutturale e sistemistica, nonché quella di networking, applicativa e di cyber security. Con il vantaggio di alleggerire l’onere delle organizzazioni in termini di impegno delle risorse interne e di aggiornamento continuo sul versante del fisiologico upgrade del parco tecnologico.
Dalla governance all’operation management, dalla progettazione architetturale fino alla migrazione dei dati, i servizi gestiti hanno nel proprio Dna la propensione a rendere efficiente l’ambiente IT in funzione degli obiettivi di business da raggiungere. Ecco perché abilitano la resilienza delle aziende.
Scegliere i Managed Services Provider non solo per risparmiare
In base ai dati di MarketWatch, nel 2019 il mercato dei servizi gestiti aveva un valore che superava i 185 miliardi di dollari. Entro il 2025 si prevede che dovrebbe raggiungere la cifra record di 356 miliardi di dollari, con un tasso di crescita composto dell’11,5% nel quinquennio considerato. A guidare questa tendenza il fatto che i Managed Services consentono alle aziende, nell’esternalizzare in tutto o in parte il loro fabbisogno IT, una riduzione dei costi, l’aumento della produttività e il miglioramento delle performance senza che per ottenere questi risultati debbano dedicare tempo all’implementazione, alla manutenzione e all’ammodernamento della loro dotazione IT. La stessa scelta di quali funzioni IT debbano rimanere in house e quali, invece, è opportuno affidare in outsourcing a un Managed Services Provider (MSP), deve essere fatta adottando criteri basati su un approccio strategico e di governance. In questo senso, la selezione del giusto provider può dare la corretta direzione di marcia. Detto in altri termini, se l’unica ragione per coinvolgere un MSP è quella del risparmio economico, questo non risolve il problema di una risposta parcellizzata all’esigenza di innovazione costante. È in virtù dell’innovazione di tecnologie e processi, infatti, che l’azienda può riuscire non solo ad affrontare fenomeni imprevedibili come quello pandemico, ma anche a competere sui nuovi scenari digitali.
Resilienza e cloud: come i servizi gestiti affiancano le organizzazioni
Per comprendere come tutto questo si traduca in soluzioni concrete, basti pensare a che cosa abbia significato nei mesi scorsi realizzare lo smart working in maniera fluida e priva di scossoni per l’assetto organizzativo delle imprese. Non si è trattato solamente di fornire software di collaboration a beneficio dei lavoratori né di prendere atto tardivamente di pratiche BYOD (Bring your own device) perché non vi erano alternative all’uso promiscuo dei dispositivi personali per scopi anche aziendali. Lo smart working si è integrato naturalmente in quelle aziende che, per esempio, avevano già intrapreso un percorso di migrazione dei propri dati e sistemi verso il cloud e che hanno potuto beneficiare così di una condizione di vantaggio rispetto ai competitor muniti di infrastrutture on premise. L’accessibilità in totale sicurezza alle risorse aziendali da qualunque parte ci si trovasse è stata la chiave per evitare un’interruzione dell’operatività. In questo i servizi gestiti hanno svolto certamente una funzione cruciale sin dalla fase di identificazione della nuvola. In quella che ormai è una “cloud jungle”, tra cloud privato, pubblico e ibrido, non è detto che l’azienda sia in grado di trovare la soluzione migliore per la sua situazione specifica. Un MSP invece conosce alla perfezione i principali cloud provider e può indirizzare verso uno o la combinazione di più provider in vista dell’ambiente IT più adatto alla digitalizzazione del singolo cliente.
Da Capex a Opex, la resilienza finanziaria abilitata dai Managed Services
Il fornitore di servizi gestiti, proprio in ragione di questo ruolo consulenziale con cui deve affiancare l’impresa per incrementarne la resilienza, può servirsi di modelli tariffari differenti, fondati sulla gradualità della sua offerta. Oltre ai classici modelli per-device e per-user, che contemplano rispettivamente tariffe per il numero di dispositivi supportati o per il numero di utenti a prescindere dai dispositivi, esiste il cosiddetto “tiered pricing model”. In pratica, pacchetti di servizio a più livelli, con modalità di supporto man mano più ampie, celeri e onnicomprensive. In alternativa si può optare anche per il monitoraggio della rete, la gestione delle patch del sistema operativo e delle applicazioni, gli aggiornamenti antivirus e antispam, il backup, il disaster recovery e così via: il tutto a un costo forfettario mensile modulare. Anche lo spostamento dell’asse da investimenti Capex a favore di spese ricorrenti Opex rappresenta una leva a sostegno della moderna resilienza delle aziende che non sono costrette a immobilizzare capitali in tecnologie a rischio di rapida obsolescenza. I Managed Services Provider, al contrario, plasmano l’erogazione dei servizi IT sull’andamento del business, tenendo conto delle tecnologie più efficienti da implementare in un determinato momento.