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Edge data center: come cambia l’industria con la diffusione della Internet of Things

Alcuni esperti stanno ragionando su un nuovo modello di riferimento per la progettazione dei data center. Invece di pensare in grande, gli edge data center potrebbero essere la risposta alla IOT e alle domande crescenti di applicazioni ad alte prestazioni e bassa latenza

Pubblicato il 22 Ago 2016

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Data center in evoluzione e chi si occupa di governance inizia a pensare alla granularità. L’alternativa tra investire in un unico data center di grandi dimensioni oppure in più data center distribuiti per cercare flessibilità e proattività oltre che prossimità ha un suo perchè.

La crescente domanda di connessioni web a bassa latenza e il diffondersi dell’Internet of Things, secondo gli esperti presenti all’ultima edizione del DataCloud Europe, sono destinate a cambiare drasticamente il modo in cui l’industria dei data center opererà nel prossimo decennio.

Vicinanza significa (anche) velocità

Il numero crescente di dispositivi connessi a Internet rappresenta per l’industria la necessità di ripensare rapidamente ed efficacemente la propria capacità di elaborazione: la IoT, infatti, alimenterà la domanda di connessioni a bassa latenza e di tempi di elaborazione dei dati più veloci, ma le aspettative degli utenti saranno impossibili da soddisfare se non di costruiranno data center più vicini agli utenti stessi.

“La velocità – ha sottolineato Mark Bidinger, president of the cloud and service provider segment presso Schneider Electric – sarà un aspetto cruciale: mezzo secondo di ritardo, per esempio, potrebbe causare un calo del 20% nel traffico di Google e, per Amazon, un un decimo di secondo di ritardo avrà un impatto dell’1% sulle vendite”.

Dove collocare gli edge data center?

Dato tale scenario, i professionisti del settore ritengono che il futuro stia nella costruzione di edge data center più piccoli che possano essere usati per ospitare servizi cloud ed elaborazione dei dati localmente, ovvero più vicino agli utenti che producono quegli stessi dati. “Più della metà del nostro fatturato – ha commentato Eric Schwartz, European president di Equinix – oggi proviene da clienti che implementano con noi le loro risorse in diverse regioni del mondo. Molti dei nostri clienti distribuiscono servizi e applicazioni che sono destinati per ai mercati globali, ma non è possibile servire un mercato globale da una o due postazioni. Occorre necessariamente essere vicino agli utenti. C’è bisogno di infrastrutture che siano distribuite in modo tale da raggiungere i requisiti di performance dei clienti e il tutto deve essere fatto ad una velocità mai vista prima d’ora”.

Dove collocare dunque questi edge data center? Secondo alcuni esperti, un luogo adatto potrebbe essere rappresentato dalle vecchie centrali telefoniche.

“In Europa – ha fatto notare William O’Connell, director of sales presso Commscope – esistono molte centrali telefoniche dismesse: questi luoghi, sebbene richiedano un aggiornamento per soddisfare gli standard dei data center moderni in merito ad alimentazione e raffreddamento, presentano il vantaggio di essere già ben serviti tramite i collegamenti in rame o in fibra”.

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