LONDRA – Transizione o trasformazione? Molte realtà stanno vivendo un momento di ‘lenta transizione’ investendo quanto appena sufficiente per mantenere gli ambienti It tradizionali cercando al contempo le vie per farli evolvere; altre, stanno letteralmente trasformando i propri sistemi It verso modelli ibridi oppure sono concentrate nello sviluppo e distribuzione di nuove applicazioni per nuovi business digitali. Altre ancora, sono impegnate su entrambi i fronti, mantenere l’esistente pensando al contempo all’innovazione.
“In tutti questi scenari non v’è dubbio che le aziende abbiano sempre più necessità di infrastrutture data center moderne – evidenzia David Goulden, Ceo di Emc Information Infrastructure davanti ad un pubblico di clienti top, partner, analisti e giornalisti chiamati a Londra per gli ultimi importanti annunci – che significa performanti e scalabili, efficienti e flessibili, basate su tecnologia flash, abilitate dal cloud e definite da software”.
“Il passaggio dal vecchio al nuovo deve essere indolore – sottolinea Adrian McDonald, Presidente Emea di Emc – ma la tecnologia storage dei dischi rigidi è ormai ‘morta’; nella digital economy la parola d’ordine primaria è performance ed è la tecnologia flash a garantirla”.
Non è quindi un caso se sul palco di Londra il President of Product & Marketing di Emc, Jeremy Burton, annuncia a gran voce che il 2016 sarà l’anno di svolta per l’all-flash: “Questo è l’anno in cui il costo della tecnologia flash raggiungerà quello dei dischi rigidi (per poi scendere ulteriormente); da quest’anno, per le aziende, sarà quindi più economico investire in dischi solid-state per lo storage primario [quello cioè a supporto delle applicazioni, soprattutto data intensive, in grado di memorizzare dati persistenti nella memoria flash – ndr] piuttosto che in sistemi hardware tradizionali… occasione che per noi si traduce in obiettivo puntando ad ampliare il market share in ambito all-flash storage, passando già entro il prossimo anno dal 39% attuale al 50%”.
I pilastri del ‘salto quantico’
Quali sono i pilastri tecnologici attraverso i quali Emc intende raggiungere l’obiettivo di diventare il provider numero uno dello storage all-flash, Burton ce lo spiega durante un’esclusiva intervista concessa a ZeroUno a margine dell’evento londinese. “Abbiamo avuto un 2015 ‘da record’ vendendo oltre 1 miliardo di dollari di sistemi XtremIO [sistema interamente progettato per la tecnologia flash le cui performance storage sono indipendenti dallo scale-out e dagli I/O – input/output – del data center – ndr], nel solo secondo anno di vita della soluzione – ci dice Burton -. Sapevamo che saremmo giunti al punto di svolta, quello in cui la tecnologia flash sarebbe diventata la scelta primaria per lo storage non solo perché matura ma anche accessibile dal punto di vista degli investimenti, ed è da più di un anno che lavoriamo all’ottimizzazione dei nostri sistemi Vmax [i sistemi storage di classe enterprise – ndr], oggi re-ingegnerizzati per ottenere il massimo in termini di performance, disponibilità, scalabilità di servizi, dati e applicazioni mission-critical dalla tecnologia flash (i nuovi sistemi, infatti, prendono il nome di Vmax All-Flash)”.
Ciò su cui Burton intende puntare i riflettori è il fatto che quando si parla di flash non ci si riferisce ad un prodotto ma “alla chiave tecnologica da cui dipende lo sviluppo di tutto il nuovo portfolio di soluzioni Emc”. Il target principale rimangono le grandi imprese e le organizzazioni che necessitano di elevate prestazioni, soprattutto in scenari dove in-memory computing e analytics diventano motori di business. “Ed è proprio in questa direzione che il 2016 rappresenta per noi l’anno del ‘salto quantico’ – rivela Burton – con il lancio di Emc Dssd D5, sistema che cambierà le regole del gioco dello storage flash in azienda garantendo prestazioni fino ad oggi inimmaginabili, larghezza di banda e minima latenza a supporto di applicazioni quali Hadoop Analytics o Ultra-High Performance Database (in-memory)”.
“Con un portfolio completamente rinnovato e incentrato su storage flash non esistono casi studio e tipologie di data center che non possiamo gestire”, sottolinea in chiusura Burton. “Abbiamo infatti pensato anche alla fascia delle medie aziende alle quali continueremo ad offrire i nostri sistemi Vnx con configurazioni all-flash per supportare esigenze di storage generali oppure progetti ad hoc per carichi di lavoro personalizzati”.
Si scrive Dssd D5, si legge ‘rivoluzione dell’infrastruttura per i Big Data Analytics’
Emc Dssd D5 è il risultato del lavoro di oltre 200 ingegneri che hanno lavorato sul fronte della ricerca e sviluppo, negli ultimi quattro anni, alla progettazione di un sistema che oggi apre nuove frontiere all’utilizzo della tecnologia flash. Si tratta, infatti, di una appliance sviluppata appositamente per superare le barriere che le analisi Big Data incontrano a livello infrastrutturale. “Hadoop è il principale framework che da quasi dieci anni supporta storage, analisi ed elaborazione di set di dati di grandi dimensioni (fino a Petabyte) in ambienti di elaborazione distribuiti”, descrive John McCool, general manager & senior vice president Dssd di Emc. “Hadoop è per molte realtà diventato parte essenziale delle infrastrutture analitiche ma di fatto sta mostrando alcuni limiti tecnologici: progettata principalmente per l'analisi in batch, Hadoop non garantisce prestazioni ottimali in caso di utilizzo per l'analisi di livello enterprise che richiede soluzioni con latenza ridotta; la scalabilità dell’elaborazione e dello storage avvengono in modo lineare, rendendo difficile e costosa la creazione di istanze a prestazioni elevate senza l’over provisioning dello storage”.
Dssd D5 risponde a tutte queste problematiche (non solo per l’utilizzo ottimale di Hadoop ma anche di applicazioni data intensive e che necessitano dell’in-memory computing/database come Sap Hana, Sas, ecc.) presentandosi sotto forma di appliance per il flash storage ‘rack scale’ (scalabile fino a 5 unità per singolo rack). “In ciascuna unità ci sono 36 moduli flash (disegnati e progettati specificatamente da Emc), ciascuno con 4 Terabyte di memoria (per un totale di 144 Tb di capacità storage)”, spiega McCool, “la suite è in grado di supportare fino a 10 milioni di IOps (Input/Output operations per second) e 100 GB/s di throughput (larghezza di banda)”.
Si tratta di un sistema che presenta un’architettura di calcolo e un’infrastruttura storage completamente disaggregate: lo storage è in grado di supportare oltre 48 server connessi (oltre 40 mila virtual machines) con NVMe (Non-Volatile Memory Express) a garanzia di bassa latenza e minor utilizzo della Cpu, e un sistema network PCIe-based (Peripheral Component Interconnect Express) – mesh – per la connessione di ogni singolo nodo (ogni modulo flash è collegato alla mesh PCIe, cioè al network centrale, tramite due linee di connessione separate – PCIe gen 3 x 4 – fornendo fino a 8GB/sec di larghezza di banda per ogni modulo e accesso a migliaia di nodi flash in parallelo).