CIO

Emerge una nuova figura di chief information officer: è il CIO creativo

Nel mondo di oggi le competenze digitali stanno rapidamente cambiando il modo in cui lavoriamo: stiamo vivendo quella che molti definiscono la quarta rivoluzione industriale. In questo contesto, i responsabili IT vivono una pressione mai subita prima e per questo sta emergendo una nuova figura di CIO, capace di sfruttare le tecniche di distruption e aggiungere valore per l’organizzazione…

Pubblicato il 18 Lug 2016

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Una recente ricerca condotta da Harvey Nash e KPMG e basata sulle risposte di circa 3.400 tra CIO e responsabili IT di tutto il mondo (numeri che la rendono la più grande indagine di questo tipo mai svolta finora), ha rivelato l’emergere di un nuovo tipo di CIO: creativo, innovatore, rivoluzionario. Queste rinnovate (e innovative) figure professionali, secondo gli esperti, stanno portando valore alle aziende attraverso un approccio incentrato su una distruption sociale e tecnica.

Una strategia digitale fuori dall’area di comfort

Il CIO creativo ha grandi aspettative e si pone l’obiettivo di realizzare una strategia digitale uscendo dalla sua consueta area di comfort. Dal report, per esempio, risulta che solo un terzo dei CIO ha attualmente relazioni molto forti con i reparti delle risorse umane, delle vendite o del marketing.

Questo può portare a un approccio frammentato in sede di attuazione di una strategia digitale, perciò i CIO creativi stanno cominciando ad ampliare e rafforzare la loro gamma di rapporti interni all’azienda. I chief information officer di ultima generazione, inoltre, dichiarano di usare i propri team e servizi IT come banco di prova per guidare l’innovazione e per ottimizzare gli investimenti da indirizzare (anche) verso altre aree dei business, per esempio semplificando l’ambiente IT attraverso il Cloud e altre tecnologie.

Le sfide principali per il CIO creativo

Per il CIO creativo, l’obiettivo è quello di semplificare le strutture organizzative per realizzare con successo sia un ambiente di lavoro più agile e innovativo che una customer experience più coinvolgente. Per questo, favorisce lo sviluppo delle competenze all’interno dei team esistenti e crea un ambiente operativo in grado di attrarre e trattenere i talenti. Dall’analisi emerge che i Big Data continuano a essere una priorità, anche se persiste un chiaro gap di competenze: il 39% degli intervistati, infatti, dichiara di soffrire una mancanza di competenze proprio in questo settore. Il 59% delle organizzazioni desidera implementare metodi agili per sviluppare e fornire servizi IT e i modelli operativi di nuova generazione offrono la prospettiva di una capacità di erogazione continua.

Al di là di ogni considerazione, un problema che nessuno può permettersi di ignorare rimane sempre il costante rischio di attacchi informatici: i CIO sono ancora visti come i guardiani ultimi della sicurezza IT aziendale e questo, per loro, deve continuare a essere uno degli aspetti su cui focalizzarsi. Dato tale scenario, secondo gli analisti, è preoccupante che solo meno di un quarto degli intervistati abbia dichiarato di essere molto ben posizionato sul fronte della sicurezza informatica.

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