Expo 2015: le sfide dell’It

Per prepararsi adeguatamente a gestire l’Expo 2015 Milano deve predisporre ed organizzare un efficiente sistema IT, capace di erogare tutti i servizi necessari. Base fondamentale dell’efficienza IT è il data center che dovrà garantire elevate prestazioni nel rispetto di una politica di eco-compatibilità. Se ne è discusso durante un evento esclusivo al politecnico di Milano, con ZeroUno a moderare l’incontro

Pubblicato il 14 Lug 2009

MILANO – Tra meno di 54 mesi Milano ha un appuntamento ineludibile che porterà la città a: ospitare la quinquennale Esposizione Universale, Expo2015; gestire l’afflusso dei visitatori che vi parteciperanno (si parla di 27 milioni nell’arco di sei mesi); da un punto di vista Ict, dominare progettualmente l’enorme mole di informazioni generata e consumata dai visitatori, e armonizzare e coordinare gli sforzi nel rispetto dell’ecosostenibilità territoriale.
Ciò sarà possibile ai vari attori – le pubbliche amministrazioni, le organizzazioni fieristiche, i gestori della rete elettrica, gli studi di progettazione, ecc. – chiaramente solo a patto di individuare un approccio comune e un disegno armonico complessivo attorno all’Ict, intesa da tutti come strumento strategico di risposta efficiente  e “green”.
Lo scorso maggio, il Politecnico di Milano ha riunito i futuri protagonisti informatici di Expo 2015 attorno a una tavola rotonda intitolata “Le sfide del Green Data Center per Expo 2015”. A coordinare la tavola rotonda, Stefano Uberti Foppa, direttore di ZeroUno, che ai pPartecipanti ha chiesto, con differenti prospettive, “una visione per Expo 2015 dei percorsi di efficienza identificabili, del ruolo strategico della tecnologia e dell’ecosostenibilità delle iniziative”. In sintesi, Uberti Foppa ha proposto alla tavola rotonda due obiettivi: primo, condividere le valutazioni da ciascuno espresse sul proprio grado di preparazione, portando così  gli attori a una maggior consapevolezza reciproca su possibili sinergie; secondo, valutare la maturità di un progetto armonico eventualmente già avviato. L’impressione del giornalista che ha seguito i lavori è che il primo obiettivo è stato raggiunto, ma la strada del secondo è ancora tutta da imboccare (e la sabbia scorre dentro la clessidra).
Un terzo obbiettivo implicito, e naturalmente centrato, è stato il posizionamento dello stesso Politecnico come “soggetto trasferitore di know-how per un progetto Expo 2015 efficiente e green”, con leve significative individuate nell’esperienza della Fondazione Politecnico, nell’iniziativa “Acceleratore d’Impresa” e nelle buone pratiche del data center del Politecnico a basso impatto ambientale. Una nota la merita la presentazione di Fabio Bruschi, country general manager di Apc, by Schneider Electric, la società fornitrice del “Critical Power and Cooling”, che fissa alcuni parametri di riferimento nel modo di operare oggi dei data center: “in un tipico data center è lo 0,3 per mille dell’energia consumata che serve a muovere elettroni; il 45% se ne va per il raffreddamento, e tutto il resto è dissipato nel calore che impone il raffreddamento”, ha spiegato Bruschi.
Il Comune di Milano, ha sottolineato Riccardo Porretti, responsabile servizio infrastrutture, “si sta preparando con una serie di azioni, che verranno messe a disposizione dei cittadini quando le idee saranno un po’ più chiare”. Alcune di queste azioni sono: l’uso avanzato della virtualizzazione; l’efficientamento della sala server con l’eliminazione di macchine ad alto consumo e risparmi fra il 10 e il 15%; il collegamento entro il 2009 dell’80% della popolazione lavorativa e del 20% degli uffici del Comune con rete in fibra ottica. Una rete così capillare da consentire anche il Progetto Milano Wireless (una rete Internet senza fili per la città, oggi ancora in fase prototipale ma la cui copertura totale si prevede entro la fine del 2009).
“Come ente preposto all’accoglienza di Expo 2015, Fiera Milano la sente vicina”, oltre che fisicamente (Expo 2015 sorgerà accanto al polo fieristico di Rho), per “il modello operativo simile e i volumi comparabili da gestire”. Ernesto Bonfanti, direttore centrale Ict di Fiera Milano, cita ad esempio i flussi del Salone del Mobile (da 80.000 a 100.000 persone al giorno che già valgono, sia pure su 5 giorni, 18 milioni di visitatori a semestre). “La strategia sarà di potenziare e mettere a fattor comune le pratiche già in essere per la Fiera, ad esempio affinando provate tecnologie come Expopage”, spiega Bonfanti.
Posseduta al 100% da Fiera Milano, Expopage fornisce una serie di servizi Internet da un portale per i visitatori, esponendo funzionalità che massimizzano l’efficienza e il risparmio di tempo, e garantisce agli espositori (30.000 in un anno) l’efficacia nei contatti generati. I contatti persistono in mini-siti, una sorta di “fiera virtuale” per le tante imprese che, con meno di 5 addetti, non avrebbero molte altre capacità di generare contatti. Anche in Fiera Milano sono stati compiuti passi di virtualizzazione, di razionalizzazione della governance dei sistemi informativi, e di outsourcing equilibrato delle applicazioni opportune.
La Regione Lombardia, tramite Lombardia Informatica, è in grado di portare in dote all’Expo 2015 l’enorme quantità di informazioni disponibili per tre settori strategici per la riuscita dell’evento: “territorio, protezione civile e sanità”, dice Paolo Fornasari, direttore tecnologie e servizi della società. “Tutte informazioni raccolte, filtrate e ridistribuibili sulla base di standard aperti da applicazioni fruibili durante Expo 2015, sulle quali Lombardia Informatica attende di essere coinvolta”.
La Regione garantirà tutti i servizi resi ad Expo 2015 con una nuova sala server, in cui 60 server dispersi si sono consolidati in 5 server fisici con una cinquantina di macchine virtuali in produzione, e per il 2013 sarà pronta una struttura distribuita ad alta affidabilità.
“Expo2015 nasce sull’area della vecchia raffineria Eni di Rho”, ricorda Salvatore Carrino, responsabile infrastrutture e operazioni di Eni, che affronta il tema dei risparmi energetici e dell’impatto ambientale dell’Ict. “Settore petrolifero è sinonimo di High Performing Computing: Eni deve progettare infrastrutture capaci di erogare grandi potenze di calcolo e il suo “green data center” a fronte di 1 Megawatt utilizzato contiene in 1,2 Megawatt l’energia che assorbe (contro un fattore 1,4 – 1,75 per un data center convenzionale), con una conseguente potenzialità di risparmio sui consumi annui che potrà essere di 552 Gigawattore e di minori emissioni di Co2 di 419.000 tonn/anno (a regime in vent’anni). Come virtualizzazione, un migliaio di server Wintel e 400 Unix sono sostituiti da 50 e 26 server fisici”. Fra i contributi ipotizzati per Expo 2015, Carrino elenca: “mettere a disposizione spazi per data center anche per sistemi molto esigenti in termini di potenza di carico assorbita, allocare macchine virtuali per un periodo temporaneo, offrire servizi applicativi dal portale Eni (il data center potrebbe essere visitabile come sede distaccata dell’Expo)”.
Una razionalizzazione dello sfruttamento dell’energia sul territorio viene dal trend di “riaccorpamento dei server nei data center”, a sua volta abilitato da nuove  tecnologie che consentono una significativa riduzione del fabbisogno elettrico, ha sottolineato Guido Vacchina, amministratore unico di Mcm Impianti: “in questo rinascimento del data center, al sistema del pavimento sollevato (con corridoi caldi e freddi) si tende a sostituire il raffreddamento diretto tra le file, con notevole diminuzione delle tonnellate di refrigerante necessario per kilowatt erogato”.

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