Ricerche

Gli ostacoli alla virtualizzazione delle app aziendali critiche

L’annuale “State of Virtualization Survey” realizzata da DataCore Software evidenzia una grande propensione verso la virtualizzazione, limitata però dalle perplessità sui costi

Pubblicato il 07 Mag 2013

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Le organizzazioni sono sempre più propense a virtualizzare le loro applicazioni mission critical, ma i costi legati allo storage e i problemi di prestazioni nell’input/output rimangono ostacoli significativi al raggiungimento di tale obiettivo.

A metterlo nero su bianco la terza survey annuale State of Virtualization di DataCore Software, condotta su 477 professionisti IT di aziende, che gestiscono mediamente 234 terabyte, appertenenti a diversi settori – sanità (12%), pubblica amministrazione (13%), manifatturiero (15%), istruzione (13%) e servizi IT (14%) –.

Il sondaggio ha rivelato che SQL Server, Exchange, SharePoint, Oracle e SAP rappresentano oggi le applicazioni di primo livello prese in considerazione per il consolidamento in maniera diffusa. Al tempo stesso, le difficoltà di integrazione legate alle memorie Flash e ai dischi allo stato solido (SSD) sono tra i principali fattori che scoraggiano l’impiego di queste tecnologie veloci con i carichi di lavoro virtualizzati e con i programmi di virtualizzazione dei desktop (VDI) più sensibili ai tempi di latenza.

«Lo storage è il ‘grande’ problema che i professionisti IT oggi si trovano ad affrontare. Il valore e la necessità di virtualizzare le applicazioni critiche sono ormai ben riconosciuti, ma l’impennata dei costi per lo storage e le prestazioni imprevedibili dei carichi di lavoro nei progetti di virtualizzazione e consolidamento continuano a ostacolarne il progresso», ha sottolineato George Teixeira, President e CEO di DataCore Software.

Entrando più nel dettaglio:

  • Il 44 per cento degli intervistati sostiene che i costi sproporzionati dello storage si sono rivelati un “serio ostacolo” o “in qualche modo un ostacolo” verso la maggiore virtualizzazione dei carichi di lavoro. Il 42 per cento degli intervistati ha sostenuto la stessa cosa riferendosi al degrado delle prestazioni o all’impossibilità di soddisfare le aspettative prestazionali.
  • I budget per lo storage IT hanno subito un leggero rallentamento tra il 2012 e il 2013. Più della metà degli intervistati (51%) ha affermato che le spese per lo storage sono rimaste stabili, a fronte di un badget ridotto (20% dei casi).
  • Lo storage continua a essere la fetta più grande degli investimenti nei progetti di virtualizzazione. Questi riguardano sia i server sia i desktop. Per il 52% degli intervistati, infatti, lo storage rappresenta più del 25% del loro budget di virtualizzazione.
  • Lo storage nel cloud pubblico ancora stenta a convincere le strutture IT: otto intervistati su dieci hanno detto di non utilizzare questo canale.
  • Nonostante l’incredibile attenzione alle tecnologie allo stato solido, un intervistato su due ha dichiarato di non prevederne l’utilizzo nei progetti di virtualizzazione e quasi sei intervistati su dieci hanno dichiarato di non utilizzare per nulla tecnologie Flash/SSD.

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