FRANCOFORTE – Ben 9.000 delegati, un record per gli eventi Hp, sono affluiti negli enormi padiglioni fieristici della Frankfurter Messe per Hp Discover 2012, super-evento di una settimana che ha riunito utenti e partner Hp nella capitale economica della Germania e, di questi tempi, possiamo dire dell’intera Europa.
Viviamo tutti, e lo sappiamo bene, un momento di evoluzione generale che vede, in un clima di cambiamento della domanda sotto la pressione che i tanti fenomeni in atto (big data, mobile, cloud, social network…) pongono al business e alle imprese, un continuo mutamento delle strategie di offerta da parte soprattutto dei cosiddetti vendor globali, quelli cioè che sono, o aspirano a essere, il riferimento principale se non unico per l’It di un’azienda. E siamo anche in un momento in cui il tradizionale impianto delle architetture Ict del buon vecchio data center si trasforma in un ambiente ibrido di soluzioni e servizi cloud e in-house-based. Questo è infatti il modello che si va affermando e lo ha ribadito Bill Veghte con tutta l’autorità del suo ruolo di Hp Chief operating officer: “Il modello dominante sarà un cloud ibrido e composito, formato da ambienti tradizionali interni, cloud privati, cloud gestiti e cloud pubblici”. In questa ‘nuvola’ la classica triade hardware, software e servizi si trasforma in un insieme nel quale si sovrappongono e confondono i componenti e del quale è sempre più difficile, nonostante il notevole sviluppo delle specifiche tecnologie (anche da parte della stessa Hp), mantenere il governo e il controllo. In questo scenario che investe il Cio e il suo staff con una visione del futuro che oscilla tra timori ed entusiasmi, Hp vuole proporsi come un polo di riferimento. Non come un punto fermo ma, se ci permettete l’immagine, come un punto che avanza in linea retta e a velocità costante, del quale si può quindi prevedere posizione e direzione nel tempo.
Sicurezza e continuità: un timone chiaramente direzionato
Ci sentiamo di poter dire questo per due buoni motivi. Primo, perché nel discorso generale di Meg Whitman, President & Ceo non a caso non proveniente dall’Ict (Procter & Gamble, Bain & C, Walt Disney, Hasbro e, infine, e-Bay il suo curriculum prima di approdare a Palo Alto) le parole sulla visione generale del ruolo di Hp hanno abbondato di riferimenti alla sicurezza e alla continuità. Whitman ha voluto rassicurare la platea di attuali e potenziali utenti parlando di Hp come di un’impresa “dagli asset potenti e finanziariamente solida” (leggi: ci siamo e ci resteremo: se abbiamo speso, per alcuni esageratamente, miliardi per Autonomy e altre acquisizioni è perché ce lo possiamo permettere); che fa innovazione ma su standard consolidati; che propone piattaforme convergenti ma ‘agnostiche’ (leggi: non dovete né buttare via il vecchio né legarvi a noi con il nuovo); che fa della sicurezza un ‘must’ per l’utente e i cui servizi “sono modellati sul vostro modo di fare It”. Anche se la strategia è “fornire soluzioni per il nuovo stile dell’It”. Whitman ha voluto subito dopo aggiungere “Fateci capire cosa volete per l’It e noi vi aiuteremo”. Insomma: pronti al ‘new style’, ma come lo vedete voi.
La concretezza degli annunci
Il secondo motivo che presenta Hp come un polo di riferimento per l’It aziendale sta negli annunci effettuati. Una raffica, ma tutti accomunati dal fatto di capitalizzare sulle capacità di quella che è sempre stata e resta ancora una società d’ingegneria.
Il grande annuncio, quello su cui ha ruotato buona parte dell’evento, è quello della famiglia di sistemi storage Hp 3Par StoreServ 7000. Lo storage è da sempre il ‘pezzo forte’ della ‘converged infrastructure’ Hp e questo annuncio è quindi nella linea di continuità. Definire il 3Par StoreServer un sistema storage è però limitativo. Si tratta infatti di un sistema che integra ad un nuovo hardware (fisicamente composto da moduli molto compatti) altrettanti nuovi servizi software (3Par StoreServ File Services) in modo tale da eliminare tramite avanzate tecnologie di virtualizzazione la differenza operativa e d’infrastruttura tra lo storage di primo livello (cui si appoggiano le applicazioni) e quello dei livelli intermedi. La complessità di un traffico dinamicamente organizzato tra archivi virtualizzati (per l’utente) e dati su disco e sulle memorie a stato solido (per la macchina) è alleviata da software di configurazione automatica e di gestione autonomica che a fronte di un’efficienza che riduce del 50% l’uso delle risorse di capacità, riduce del 30% il tempo per la gestione del sistema. Fattori entrambi che concorrono a una sensibile riduzione dei costi.
Ancora in area storage altri due importanti annunci: Hp StoreOnce Backup e Hp StoreAll Storage. La caratteristica più saliente del primo è che si tratta di un sistema modulare (fino a 72 Tb di capacità) che oltre ad avere le ormai consolidate soluzioni di deduplicazione dei dati e Raid 5 e 6 che permettono di ridurre fino a 20 volte il volume degli archivi senza rischi di perdita dei dati, offre un’inedita caratteristica ‘multitenant’ che lo rende adatto all’impiego presso i service provider o quelle grandi imprese dove i costi dell’It vanno ripartiti tra business unit indipendenti. Più interessante quanto a contenuto innovativo è invece l’annuncio dell’Hp StoreAll, con il quale, come dice il nome, diventa possibile archiviare, gestire e accedere in modo unificato a dati strutturati e dati non strutturati. Il sistema funziona “strutturando” i contenuti non strutturati tramite il tagging delle informazioni in essi contenute, in modo da potervi applicare i criteri di ricerca della StoreAll Express Query for Big Data. Per una più approfondita analisi basata sui contenuti si può anche integrare il motore di ricerca dello StoreAll con Idol, il software di meaning-based-computing sviluppato da Autonomy.
Altri interessanti annunci che, al di fuori dell’ambito storage, capitalizzano sulle capacità ingegneristiche di Hp per fornire nuove potenti soluzioni sono gli Hp AppSystems, nome che sta per Application systems, ma si può leggere anche Appliance Systems, trattandosi di sistemi integrati ‘enterprise-ready’ con hardware e software ottimizzati per applicazioni che facciano ricorso a tecnologie particolari. Presentati per la prima volta la scorsa estate, alla convention Hp di Las Vegas, a Francoforte si sono introdotti sensibili potenziamenti per l’Hp AppSystem for Hadoop, cha ora ha precaricato il software Cloudera, mentre l’Hp AppSystem for Vertica dispone dei potenti server Proliant di ultima generazione che con il già citato motore Idol e l’applicazione e-Discovery, anch’essa di Autonomy, permettono di elaborare dati struttrati e non su scala massiccia, in concorrenza, per intenderci, con le appliance Oracle e Teradata.