Riuscire a parlare di problematiche di digitalizzazione, di rapporto tra tecnologia e sviluppo di nuovi modelli di business, e capire come si stanno muovendo le aziende, in particolare come si stanno preparando per affrontare, in mezzo a non poche criticità, una trasformazione che non è solo di tipo infrastrutturale/tecnologica ma determinante per nuovi modelli competitivi che impongono interventi e revisioni lungo tutti gli assi organizzativi aziendali. È con questo spirito ma soprattutto con questi obiettivi che si è svolto negli ultimi mesi il ‘Digital Transformation Tour’, un roadshow organizzato da Digital4Executive e ZeroUno – con la sponsorship di Hewlett-Packard Enterprise (Hpe) – in differenti tappe lungo tutto lo ‘stivale italiano’, da Bari a Milano, passando per Bologna, Firenze, Torino e Vicenza.
L’obiettivo comune che ha fatto da fil rouge in tutte le tappe è stato illustrare alle imprese i vantaggi della trasformazione digitale per riuscire a coglierne le sfide e le opportunità, partendo in primis da un’analisi dei trend di mercato per poi comprendere, anche attraverso alcuni casi aziendali concreti e le testimonianze di chi lavora quotidianamente al fianco delle medie e piccole imprese italiane, come utilizzare al meglio la leva tecnologica per sviluppare il proprio business, magari in una ‘veste nuova’.
It e line of business: le due viste sull’innovazione digitale in azienda
Che le tecnologie digitali abbiamo rilevanza critica nel supportare l’innovazione di business è emerso più volte in ciascuna tappa del tour ma se ne trova testimonianza concreta direttamente dai risultati di un’indagine condotta da Digital4Executive e ZeroUno: “I responsabili dei sistemi informativi ritengono determinante il supporto del digitale soprattutto nella revisione e nel miglioramento dei processi interni nonché nel delineare nuove forme collaborative e comunicative con clienti, partner e fornitori”, fa notare Stefano Uberti Foppa, direttore di ZeroUno nel descrivere le prime evidenze emerse dall’indagine condotta tra luglio e settembre 2015 su un campione di 143 aziende italiane. “Andando ad analizzare le risposte dalla prospettiva delle Line of Business, di coloro i quali quindi utilizzano i servizi digitali per compiere il proprio lavoro o per raggiungere il mercato, si nota un certo scetticismo nelle potenzialità della digitalizzazione di intervento sul piano della riorganizzazione interna (soprattutto guardando alle competenze) ma appare evidente la consapevolezza della rilevanza del digitale nel processo di innovazione del business; lo si evince dal fatto che gli ambiti nei quali si richiede maggior supporto It vanno dal lancio di nuovi prodotti e servizi allo sviluppo di nuove strategie di vendita e di nuovi canali di comunicazione/collaborazione, dove la multicanalità può esprimere al meglio il potenziale innovativo”.
Il fatto che l’It rilevi maggiormente l’impatto positivo del digitale nella revisione e nel miglioramento dei processi interni significa avere “consapevolezza del fatto che il cambiamento debba avvenire prima di tutto sul fronte organizzativo”, fa notare Uberti Foppa. “Esistono poi degli elementi che concretizzano l’avvicinamento dell’It verso le Lob e le logiche di business, primo fra tutti l’esigenza da parte di entrambi di focalizzarsi nel miglioramento della relazione con clienti e fornitori”.
“Di fondo, si rileva una stretta correlazione tra l’It e il business laddove è stato chiesto alle persone che hanno partecipato all’indagine di segnalare le principali innovazioni sviluppate dalla propria azienda nei due anni passati, oppure sulle quali si orienteranno nel prossimo biennio (figura 1)”, sottolinea Alessandra Zamarra, giornalista di Digital4Executive. “Suddividendo le risposte ricevute in tre macro filoni entro i quali aggregare i percorsi di innovazione (prodotti e servizi, modelli di business, strutture organizzative), appare infatti evidente la connessione che c’è tra il lancio di nuovi prodotti e servizi quale capacità innovativa verso il mercato e l’esigenza di intervenire sui piani della revisione ed il miglioramento dei processi di business core, la riorganizzazione delle funzioni interne nonché sulla capacità di stabilire nuove forme di collaborazione con i clienti”.
Dall’analisi e confronto tra i due anni passati e le previsioni future è interessante notare le percentuali di risposta: “Il fatto che i numeri siano pressoché simili [l’80% ha lavorato al lancio di nuovi prodotti e servizi nei due anni passati e il 78% prevede che sarà sempre questa l’area dove interverrà sul fronte innovativo per i prossimi due anni – ndr] testimonia come i percorsi di innovazione debbano essere affrontati nella logica del ‘miglioramento continuo’ e non come singoli interventi ‘one-shot’ (come dimostrano per altro anche le percentuali simili che ritroviamo nelle voci ‘miglioramento dei processi’ e ‘riorganizzazione delle funzioni interne’ – figura 1)”, evidenzia Nicoletta Boldrini, giornalista di ZeroUno.
Considerazioni che trovano un ulteriore fonte di avvaloramento dalle risposte emerse alla domanda ‘Quali cambiamenti sono richiesti al Dipartimento It per aumentare l’efficienza e indirizzare una nuova relazione con le Lob?’ (figura 2). “Innanzitutto, si evidenzia una differente percezione dei cambiamenti necessari per migliorare i processi di innovazione – fa notare Boldrini – laddove i professionisti It ritengono essenziale allinearsi in modo più efficace con gli obiettivi di business mentre le Lob necessitano di colmare un evidente gap di competenze. Tuttavia, da entrambe le posizioni, subito dopo queste prime risposte, c’è una comunanza di vedute nel sostenere la necessità di una maggiore proattività e capacità di innovare”.
E come l’It riesca ad intervenire per dare risposte concrete a queste esigenze lo si deduce andando ad analizzare quelli che sono i principali ambiti di maggiore innovazione Ict (per i quali sono stati effettuati investimenti o sono previsti a breve) che possiamo riassumere in tre macro filoni: 1) mobility (area entro la quale si snodano progetti che vanno dalla governance e sicurezza fino allo sviluppo di applicazioni o all’accesso di servizi core in mobilità); 2) analytics/Big data, soprattutto in risposta alle esigenze delle Lob di maggior efficacia nell’interagire con il mercato e ‘ingaggiare’ i clienti; 3) infrastrutture e sistemi, in particolare sul piano della trasformazione verso l’hybrid cloud.
“Da questa analisi appare evidente la ‘doppia velocità dell’It’ – fa notare Uberti Foppa in conclusione -, da un lato vi è la consapevolezza circa l’importanza di aggiornare i pilastri tecnologici che rappresentano le fondamenta del digital business, dall’altro lato cresce sempre più la focalizzazione sugli aspetti più innovativi del business che si esprimono tramite applicazioni e servizi e una nuova cultura dell’innovazione che deve radicarsi nel Dipartimento It”.