L’attuale panorama entro il quale si compiono i percorsi di trasformazione delle aziende verso un business più digitalizzato e guidato dall’It è caratterizzato da una disponibilità ‘mostruosa’ di tecnologie e da una complessità altrettanto sfidante sul piano del ridisegno dei modelli competitivi; nel mezzo ci sono una serie di focalizzazioni che devono essere tenute ben presenti prima intraprendere qualsiasi ‘viaggio’.
È sull’analisi di questi aspetti che si sono concentrati i momenti di dibattito delle Tavole Rotonde durante il ‘Digital Transformation Tour’, organizzato da Hewlett-Packard Enterprise (Hpe), Digital4Executive e ZeroUno in sei differenti tappe in alcune città italiane tra ottobre 2015 e gennaio 2016. Qui di seguito vi diamo una sintesi ragionata dei principali elementi di riflessione e sottolineatura emersi.
Il comune denominatore di tutte le tappe del tour è dato dalla consapevolezza – testimoniata dagli analisti intervenuti, dai rappresentanti delle Associazioni che operano sul territorio, dalle aziende utenti che hanno partecipato ai dibattiti nonché dagli stessi giornalisti e dal vendor It – del fatto che attorno al grande tema della trasformazione digitale gravitano aspetti critici che vanno dal cambiamento dei modelli organizzativi orientati prevalentemente alla definizione di nuove capacità relazionali fino all’acquisizione e valorizzazione di nuove competenze, passando attraverso scelte non sempre facili sul piano dell’evoluzione tecnologica e con impatti significativi sul fronte dei processi.
Digital Transformation tour, per capire come muoversi nel nuovo digital world
La piccola e media impresa, in generale, deve superare ancora qualche difficoltà prima di riuscire a ‘salire sul treno dell’innovazione digitale/tecnologica’ ma le buone notizie non mancano. Da Bari a Milano, passando per altre città quali Bologna, Firenze, Vicenza e Torino, è parso evidente che, nonostante l’Italia abbia perso, in passato, la partita sul fronte della ricerca tecnologica (per questioni dimensionali le aziende non sono riuscite a sviluppare centri di ricerca in house), oggi l’open innovation e la disponibilità tecnologica ‘a servizio’ consente di superare i gap con gli altri Paesi e permette alle imprese, anche di piccole dimensioni, di aprirsi nuovi sbocchi geografici o di sviluppare nuovo business. Restano sullo sfondo le criticità dimensionali e culturali che nel lungo periodo potrebbero rappresentare, se non correttamente affrontate, il vero limite all’innovazione. Rischio oggi non accettabile se si considera che così come le imprese italiane possono varcare nuovi confini attraverso il business digitale, altrettanto possono (e stanno facendo) le imprese degli altri Paesi del mondo.
Attenzione ai processi
Il mondo digitale permea le aziende a tutti i livelli e lungo tutta l’organizzazione aziendale, non si può parlare di innovazione digitale pensando semplicemente all’It. Ed è forse proprio per questo che l’impatto sui processi diventa un elemento critico da non tralasciare, soprattutto se gli utenti ‘hanno fretta di sperimentare nuove soluzioni’ per svolgere in modo più efficace il proprio lavoro, magari con il rischio che ‘agiscano in autonomia’ scardinando processi precedentemente approvati. L’It non può rappresentare un freno ‘alla corsa digitale’ oggi sempre più spinta proprio dal business, ma ha comunque il compito di ‘riportare sui binari corretti’ (processi, governance, sicurezza) il treno dell’innovazione. È tuttavia innegabile che sia proprio la tecnologia, e quindi l’It, ad abilitare nuovi processi di business, si pensi alla multicanalità e agli impatti che da essa derivano sul piano delle vendite, del cutomer care, del marketing…
Verso quali tecnologie orientarsi
La tecnologia oggi è sempre meno abilitatore di business perché è essa stessa business (perché lo genera, perché contribuisce in maniera preponderante alla redditività, perché ne rappresenta il motore operativo…).
La leva tecnologica, di fatto, è entrata ormai in maniera marcata tra gli asset strategici a disposizione delle aziende, dicono a più voci i partecipanti alle varie Tavole Rotonde durante il roadshow; la sfida è comprendere quali possono ‘fare al caso proprio’, dato che non esistono ‘ricette miracolose’. Sicuramente, l’orientamento generale si snoda su alcune importanti direttrici: evoluzione infrastrutturale verso modelli di cloud ibrido attraverso sistemi altamente performanti a supporto di processi di analisi dei dati o in risposta alle esigenze di mobilità; abilitazione di servizi It strutturati, controllati e gestiti via software a garanzia di maggior flessibilità e dinamicità; creazione di servizi digitali che generano valore direttamente sul piano della profittabilità e della produttività di business.
AAA nuove competenze cercasi
La Business Technology sta dunque diventando realtà ma i temi più spinosi rimangono quelli legati alle competenze. A sentire il gap proprio i Dipartimenti It che sono chiamati ad un nuovo ‘ruolo’ di business cui non sono stati storicamente abituati. Non solo: l’open innovation e l’approccio ‘ouside-in’ (ossia la capacità di scovare fuori dall’azienda l’innovazione e riuscire a farla propria od integrarla) complicano notevolmente le cose perché, anche rimanendo sugli aspetti puramente tecnologici, i professionisti It sono chiamati a lavorare sempre più sul piano dell’integrazione e dell’interoperabilità di sistemi, ambienti, applicazioni e servizi diversificati, per altro non necessariamente residenti nel data center aziendale.
Il ruolo dei vendor e degli attori sul territorio
All’interno delle difficili roadmap evolutive entro le quali stanno cercando di districarsi le aziende, assumono un ruolo determinante di supporto e affiancamento i vendor Ict e tutto l’ecosistema di partner che vi ruota attorno, comprese le diverse Associazioni di categoria che, soprattutto nei territori locali, diventano luoghi di incontro, confronto e formazione in particolare per le aziende medio-piccole.
Dalle testimonianze dirette delle aziende utenti, in particolare, emerge una forte richiesta di ‘accompagnamento’ non tanto nella scelta tecnologica, seppur cruciale, quanto piuttosto nella governance progettuale e nella gestione degli impatti organizzativi. Aspetti questi ultimi che ‘mettono in crisi’ gli ecosistemi dei big vendor i quali sono sempre più chiamati a migliorare i rapporti con i propri partner di canale: se prima questi ultimi potevano concentrare gli sforzi sugli aspetti commerciali, oggi devono essere in grado di ideare, sviluppare e implementare progetti complessi.
Hanno partecipatoBOLOGNA 27 ottobre 2015
VENARIA REALE (TO) 11 novembre 2015
FIRENZE 17 novembre 2015
VICENZA 19 novembre 2015
BARI 24 novembre 2015
MILANO 21 gennaio 2016
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