Nel 1994, quando in Italia Internet è sconosciuta al grande pubblico, si insedia alla periferia di Milano la prima azienda ad offrire hosting dedicato, sul modello di Aol, Compuserve, Genie; così è nata I.Net, primo grande data center italiano. Nella sede di Via Caldera, due anni dopo, erano ospitati i server dei maggiori quotidiani italiani e della Borsa su scaffali metallici imbullonati.
Nel 2001 entra nell’azionariato British Telecom, con ingenti capitali, e nasce il data center di Settimo Milanese, progenitore dell’attuale Business Factory, quarta release di data center nella vita dell’azienda. Ospitato in un edificio a U, per rispettare la ridondanza presente anche nell’attuale, dove hanno sede anche gli uffici dell’azienda, acquisita definitivamente da BT Italia (www.italia.bt.com) nel gennaio 2008.
Negli anni la missione di I.Net si è trasformata: prima provider di connettività, poi di servizi di rete via via più integrati con il business del cliente, sino al presidio della sicurezza delle applicazioni, in modo di assicurarne la piena operatività. La Business Continuity è diventata un obbligo per le aziende, non solo per le istituzioni finanziarie o per le multinazionali, per tutte le imprese. Essere sempre raggiungibili, disponibili, è diventato vitale; contro i pericoli e le minacce alla continuità operativa chi se lo può permettere delocalizza i propri server presso un provider; in tal modo, in caso di black out o terremoto, essere ospitati in un’altra città, quando non in un’altra nazione, permette di continuare ad operare. Delegare la protezione dei sistemi h24, tutela da attacchi maligni (DoS, denial of service). Il disaster recovery è divenuto una competenza sempre più spesso richiesta dai clienti; i data center devono essere dei Fort Knox dal punto di vista della sicurezza, ma anche avere l’affidabiltà di un’auto di Formula 1 e l’agilità di una start-up.
Queste sono le caratteristiche di un data center. Deve essere sicuro, presidiato, pienamente operativo; da qualche tempo, anche ecocompatibile, visti i costi dell’energia e il fenomeno del riscaldamento globale.
La Business Factory di I.Net è questo e anche qualcosa di più: è un enorme computer, una macchina sofisticata con almeno cinque livelli di controllo di accesso progressivo, un sistema di allarmi sempre vigile, sistemi in grado di analizzare lo stato dei processi. Qualora si verifichi un qualsiasi malfunzionamento il sistema cede il controllo al suo fratello gemello, autoescludendosi. Il tutto configura una soluzione “best class, a livello non solo europeo, ma internazionale.
Il controllo della temperatura, garantita tra i 20 e i 23 °C, viene ottenuto grazie a 66 motocondensanti esterni da 84 Kw sul tetto del palazzo, 400 unità evaporanti e 20.000 metri di tubi in rame: i moderni rack di “blade machines” sviluppano calore sufficiente a cuocere una pizza, quindi il condizionamento è utile. Per garantire questi livelli di servizio serve una notevole quantità di energia, e infatti il suo uso efficiente è una delle sfide delle aziende che insistono su questo business. “La soluzione che adottiamo, già presente nell’altra web farm – dice Marini – è un piccolo capolavoro di sostenibilità e riuso intelligente delle risorse”. Per risparmiare elettricità, la dispersione di calore viene assorbita anche facendo circolare dell’acqua di falda, che a 15 °C coopera al contenimento della temperatura nelle sale dati. L’acqua viene poi riciclata nel territorio a 18,5ºC, temperatura ideale per le colture invernali, facendo felici i contadini della zona. Con il Comune di Settimo Milanese e limitrofi Marini sta anche pensando ci concludere un accordo per utilizzare l’acqua riciclata per il teleriscaldamento.
Il sistema antincendio consente un intervento mirato su singole aree dedicate, il monitoraggio avviene attraverso 2 sistemi Vesda. Se i focolai sono molti, 1000 sensori di rilevazione fumi attivano in 60 secondi 756 ugelli che rilasciano gas Argonite, fornito da 6 parchi da 25 bombole ciascuno, interconnessi in ridondanza.
Tutto questo “ben di dio tecnologico” viene monitorato costantemente via software insieme, ovviamente, ai servizi e alle applicazioni dei clientì, da squadre di tecnici che si alternano nelle 24 h, con un’affidabilità del 99,99% e certificazioni ISO 9001 per la Qualità e ISO/IEC per la sicurezza delle Informazioni. Dal Security Operation Center (Soc) si tengono sotto controllo il flusso di energia nei vari sistemi e nei diversi compartimenti, la temperatura degli ambienti, lo stato di funzionamento degli apparati, l’accesso al data center e alle singole sale.
“Per anni abbiamo avuto visite da tutto il mondo ai nostri data center” sottolinea Marini, “e oggi dentro BT siamo un punto di riferimento per queste soluzioni”. Al punto che sempre più spesso, su richiesta dei clienti, I.Net si propone come partner progettuale e tecnologico per quelle aziende che decidono di realizzare in proprio un data center.