LONDRA – “In Europa come in Usa e in Asia, i nostri Clienti vedono questi difficili momenti come un’opportunità per insistere ad esser globali col proprio talento e i propri differenziatori”: Nancy Gofus (nella foto), senior vice president Global Business Products di Verizon Business non vede certo inversioni di tendenza. Semmai, se la frase chiave nella sua intervista rilasciata a ZeroUno nel febbraio del 2008 era “trasformazione al mercato globale”, all’European Media Relations Forum di Londra di quest’anno, l’espressione che risuona è “cambiamento dei requirement nel global marketplace”. Cambiamento sempre più spinto ad ogni livello: connettività sicura per l’azienda estesa (network), efficienza e performance (application management), produttività dei dipendenti (collaboration), controllo sui propri dati e compliance (sicurezza).
“Verizon Business rappresenta la terza unità di un gruppo (le altre due sono Verizon Wireless – maggior fornitore di cellulari in Usa – e Verizon Telecom che fornisce servizi consumer televisivi, dati e voce), con una forza lavoro di 224 mila unità e ha alle spalle un 2008 che ha dato un fatturato di 97,4 miliardi di dollari (93,5 nel 2007) e di Capital Expenditure infrastrutturale di 17 miliardi di dollari (15 nel 2007)” dice Blair Crump, president worldwide sales del gruppo. “Verizon Business si posiziona come provider di soluzioni integrate Ict e sicurezza, e come partner globale al business e al government, cui mette a disposizione la rete Ip al primo posto dei backbone interconnessi (secondo la classifica mondiale TeleGeography, ndr)”.
Chiaro il messaggio: l’azienda “estesa dalla globalizzazione” viene a dipendere dall’affidabilità del network (performance, scalabilità, ridondanza). Un sourcing di servizi Ict che viene dalla rete stessa diventa strategico e candida un global provider come Verizon Business a fornire servizi che concorrono a soddisfare quei bisogni che dipendono proprio dalla rete. In primis, la risposta flessibile al
cambiamento, in un contesto globale. Zerouno ha incontrato anche Kerry Bailey (nella foto), senior vice president Global Services della società che, spiegando com’è articolata funzionalmente l’offerta di servizi professionali e gestiti (vedi figura 1) dice: “Siamo un provider globale, ma dobbiamo avere un’infrastruttura che ci consenta di essere un business regionale. Contiamo oltre 2700 professionisti in 36 Paesi che lavorano con circa 5000 aziende clienti per capire come abilitare le soluzioni business e fornirle. E affinché siano soluzioni in una rete affidabile e ridondante e con applicazioni performanti, scalabili e sicure. E flessibili ai cambiamenti”.
Figura 1: Suddivisione dei servizi professionali offerti da Verizon Business
(clicca sull’immagine per ingrandirla)
ZeroUno: Qual’è l’ampiezza della copertura dei vostri servizi?
Bailey: Lungo tutto l’arco dei servizi classificabili fra il Business Process Outsourcing (Bpo) e giù fino ai servizi di rete, la nostra area di maggiore expertise è a cavallo fra i layer di Network e Comunicazione (con un’offerta legata ai servizi di Ip Communication e Contact Center Solution). In ambito sicurezza, però, ci spingiamo oltre, offrendo servizi anche legati all’Application Management e all’It Infrastructure Management. Quanto ai servizi gestiti, questi rappresentano un complemento – flessibile – ai servizi professionali. Noi crediamo che oggi alle aziende serva un insieme integrato di soluzioni: le nostre offerte sono da personalizzare e implementare, attraverso servizi professionali o Managed Services, o ancora attraverso un approccio co-managed. Possiamo anche realizzare dei veri e propri “Programmi” (combinazione fra Professional Service e Managed Service), offerti come servizi che ereditano le caratteristiche dei servizi professionali condotti una prima volta ma che vengono poi, per esempio, ripetuti periodicamente.
ZeroUno: In altre parole, volete garantire la massima flessibilità.
Bailey: Esatto. Noi parliamo di opzione di “flexible delivery” delle soluzioni offerte. Sia a livello di sviluppo che a livello operativo, possiamo aiutare un cliente a realizzare un proprio Secure operation Centre (insourcing), ma su richiesta possiamo farcene carico (outsourcing), oppure disporre gli strumenti per un co-sourcing e uno shared management delle applicazioni. Col centro fisicamente presso il cliente, ad esempio, o sulla nostra rete o con una decisione mista (alcune applicazioni risiedono in azienda, altre presso i nostri centri).
ZeroUno: E dal punto di vista della sicurezza?
Bailey: La sicurezza “embedded” dall’inizio in ogni soluzione proposta è un imperativo. Non si può pensarci in un secondo tempo. Due soluzioni di sicurezza che proponiamo sono Pci Compliance (servizi in hosting con relativo application management per essere Certificati Payment Card Industry (Pci), un problema per tutti i retailer in giro per il mondo) e Virtual discovery & classification (il servizio analizza, per il traffico cliente, se i messaggi dagli indirizzi Ip aziendali vanno dove sono supposti andare e non in siti sbagliati, o in Paesi dove l’azienda non ha business, o oltre una certa soglia a qualche social network che non c’entra col lavoro).