L’alta concentrazione di server nei data center genera un’elevata potenza di elaborazione che viene quasi completamente convertita in calore, con conseguenti spese di raffreddamento crescenti. Un potenziale risparmio energetico viene dall’utilizzo dell’aria esterna per il raffreddamento delle server room, oltre a rappresentare una scelta importante a favore della salvaguardia ambientale. Va in questa direzione l’offerta di Stulz che propone soluzioni di freecooling diretto (l’aria esterna con temperatura inferiore a 18 °C viene utilizzata per raffreddare il data center). Ciò comporta notevoli potenziali risparmi, ma anche grandi sfide. Con questo metodo di raffreddamento, un volume consistente di aria esterna entra nelle sale in modo tale da rendere necessarie ampie tolleranze di temperatura e umidità. Stulz con l’esperienza pluriennale nel settore dei condizionatori di precisione è riuscita a ottimizzare tutti i componenti del freecooling diretto, garantendo così la conformità alle specifiche delle tolleranze per le temperature dei data center (se la temperatura esterna supera i 18 °C, per esempio, un impianto integrato con compressori o un chiller [gruppo refrigeratore d’acqua a compressione ndr] separato, a seconda del condizionatore installato, provvede a raffreddare il data center). E per capire la portata di scelte di questo tipo, Stulz fornisce anche alcuni dati di riferimento, elaborati direttamente dalla società sulla base dei casi studio affrontati: la climatizzazione di un data center di Amburgo con una superficie di 800 m2 e un carico termico di 1 MW costa soltanto 34 mila euro all’anno con freecooling diretto, contro i 296 mila all’anno del raffreddamento con solo compressore.
Il Direct Freecooling di Stulz è verde
Pubblicato il 11 Ott 2011
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