Oltre ai numerosi report che annunciano, aggiornano e confermano che l’impatto energetico dei data center è drammaticamente alto, ci sono anche progetti che cercano di mitigarlo. Questa già una buona notizia, la rende ottima il fatto che stavolta la nuova infrastruttura green sorgerà proprio in Europa, in un Paese che vanta quasi una “foresta” di data center: l’Irlanda.
L’avanzata low emission delle fuel cell
La nuova struttura sarà interamente alimentata dalla tecnologia delle celle a combustibile e costituirà un primato per l’Europa che non ne ospita per ora altri simili sul proprio territorio. Questo sarà il primo, potenzialmente il primo di molti. Se non cambieranno i piani del governo e delle aziende realizzatrici, sorgerà vicino a Dublino, a Castlelost, una cittadina a circa 80 km a ovest, situata nella contea di Westmeath.
L’annuncio irlandese riguarda un tema decisamente “caldo” a livello globale e riporta l’attenzione su un trend tecnologico del settore che rischiava di passare inosservato: l’avanzata delle fuel cell nell’alimentazione dei data center. Queste celle si basano sulla possibilità di convertire l’energia chimica “contenuta” in un combustibile e un agente ossidante in elettricità. Si parte solitamente dalla coppia idrogeno-ossigeno, ma esistono margini per variare. Proprio in questo caso, per esempio, sembra che l’idrogeno sia nei piani, ma che i costruttori preferiscano partire con il gas.
Resta comunque un metodo di generazione di energia che può alleviare la situazione di molti Paesi in cui i data center pesano enormemente sul bilancio nazionale. Sicuramente stanno pesando sempre di più a livello globale, non è infatti un caso che le celle a combustibile stiano attirando l’attenzione di tutto il mondo IT, big tech comprese.
Microsoft le ha testate per provare a sostituirle ad alcuni generatori, Equinix spera di usarle come fonte di energia primaria a Singapore e lo stesso ha dichiarato di voler fare Amazon nei suoi data center dell’Oregon, ma usando come combustibile il gas naturale.
A questi grandi annunci si affiancano anche molti altri tentativi e progetti, anche europei, come quello dell’operatore olandese NorthC che, più timidamente, vorrebbe usare le fuel cell come fonte di alimentazione di riserva per sostituire i gruppi elettrogeni diesel. A Taiwan, con più coraggio, si è passati già all’installazione. Lo ha fatto Bloom Energy, iniziando a realizzare un impianto a celle a combustibile da 10 megawatt presso Unimicron Technology a Taiwan, per alimentare le sue operazioni mission-critical.
Le speranze irlandesi ed europee a Castlelost
Se nel contesto data center la notizia del progetto “a fuel cell” sta avendo una buona accoglienza, altrettanto sembra poter dirsi nel quadro geopolitico nazionale irlandese. Va infatti tenuto conto che si tratta di una iniziativa con forti intenti green, legata ai data center in un Paese in cui queste strutture utilizzano più elettricità di quella consumata in totale da tutte le case rurali sparse sul territorio. Questo quando si contano 5 milioni di abitanti e 82 data center attivi, quasi tutti nell’area di Dublino.
Nonostante il forte impatto nazionale del progetto, l’accordo per avviarlo è stato siglato in Corea del Sud, a Seoul, perché una delle aziende coinvolte è la SK Ecoplant che fornirà le celle a combustibile prodotte da una terza società, la già citata Bloom Energy di San Jose. Lato irlandese, la firma è stata quella della Lumcloon Energy, un’azienda di sviluppo di progetti energetici con sede nella contea di Offaly, a ovest di Dublino.
Ora si resta in attesa della prima pietra, su cui confluiscono le speranze, sia dell’Irlanda sia dell’Europa, di inaugurare con questo impianto una nuova “stagione” di data center sostenibili, che contribuiscano concretamente alla riduzione delle emissioni di carbonio.