ROMA – Per rappresentare in modo originale ed efficace il concetto, Oracle ha prodotto un film di fantascienza: Cloud Odyssey: a Hero’s Quest. Nel film una squadra di informatici deve raggiungere, a bordo di una navicella spaziale, una misterioso pianeta cloud chiamato Terranuvem. L’obiettivo viene conquistato grazie alle tecnologie installate a bordo e alle abilità dell’equipaggio. Il messaggio lanciato da Oracle è che il private cloud è un modello che promette molto, ma la cui realizzazione deve essere curata in modo ottimale lungo tutto il ciclo di vita. “Il mercato – sostiene Fabio Spoletini, Country Leader Technology di Oracle Italia – ha ormai chiari i benefici che possono derivare dall’adozione delle soluzioni cloud, in particolare da quelle di cloud privato. Ma confrontandoci con i nostri clienti ci siamo resi conto di come i professionisti It chiamati a guidare il passaggio verso queste nuove architetture sentano il peso della sfida”.
Il film è stato proiettato in apertura di un recente evento organizzato al museo Maxxi di Roma. I vari spezzoni sono serviti da spunto per interventi da parte Rex Wang, Vice President Product Marketing Oracle Corporation, che ZeroUno ha potuto intervistare. “Oggi – sostiene Wang – i maggiori tassi di crescita nell’adozione del cloud si registrano verso il modello public, dove peraltro Oracle è presente come seconda fornitrice di applicazioni sulla nuvola dopo Salesforce.com. A scegliere questa formula sono soprattutto le piccole e medie aziende, mentre le grandi privilegiano il private cloud. A portare i clienti più grandi verso questa opzione sono soprattutto timori per la sicurezza, obblighi di compliance e valutazioni economiche. È vero che, a differenza del modello public, quello private prevede investimenti in Capex. Ma, in molti casi, nel lungo termine può risultare più conveniente del cloud pubblico”.
Wang sottolinea due punti di forza dell’offerta Oracle: “Noi vogliamo garantire al cliente la massima liberta di scelta, ma allo stesso tempo abbiamo un’offerta che abbraccia tutto lo stack tecnologico necessario per creare private cloud su misura e sicuri”. In particolare Oracle consente di implementare tre tipi di scenario: il primo, grazie agli standard, prevede l’integrazione di soluzioni best-of-breed e può capitalizzare su Oracle Database 12c, un unico database multitenant che può sostituire tanti Db separati, frequenti nella virtualizzazione tradizionale. Il secondo punta su un’ancora maggiore integrazione grazie a un layer middleware comune: Oracle Weblogic 12c. “Il terzo – spiega Wang – è rappresentato dal ricorso a sistemi ingegnerizzati, in cui Oracle pre-integra hardware e software in modo da garantire ai clienti le maggiori agilità di provisioning, prestazioni e riduzioni dei costi”. Da non dimenticare, tra le caratteristiche delle tecnologie cloud Oracle, la sicurezza. “In una private cloud, in cui è previsto il self-provisioning – conclude il Vice President – è fondamentale la sicurezza e l’identificazione certa dell’end-user, in modo da garantire le applicazioni giuste solo alle persone che ne hanno diritto”.