Martedì 11 luglio Intel ha presentato gli Xeon Scalable Processor, descritti e definiti dalla Corporation come “il più grande progresso del decennio nelle piattaforme per data center”. Come già successo per altri grandi annunci del gigante di Santa Clara, della nuova serie di processori si vociferava da tempo e notizie alquanto precise in proposito già circolavano in Rete, un po’ sfuggite di bocca ai clienti-pilota e un po’ anticipate dalla stessa Intel in più occasioni tra maggio e giugno. Oggi, con il lancio ufficiale, la disponibilità dei nuovi processori (a prezzi però non ancora noti) è aperta a tutta la clientela.
Who's Who
Carmine Stragapede
Come ha osservato Carmine Stragapede, Data Center Business Development manager per il Sud Europa, in un pre-annuncio riservato alla stampa: “In un mondo dove il business as usual non ha più senso, cresce l’esigenza di risorse di calcolo in grado di reggere il passaggio dei carichi di lavoro verso il cloud privato e l’erogazione di servizi multi-cloud.” E se il data center resta il motore della digital enterprise, Intel prevede che entro il 2020, vale a dire tra poco, sino all’85% delle applicazioni business sarà erogato in modalità cloud.
Così Intel aggiorna la sua offerta enterprise con una nuova serie di Cpu, gli Xeon Scalable Processor appunto, costituita da quattro processori: Xeon Bronze, entry level per carichi di lavoro relativamente leggeri e ovunque il prezzo faccia la differenza; Xeon Silver, per il miglior rapporto prezzo/prestazioni in compiti per così dire ‘normali’; Xeon Gold per dare più efficienza e agilità nel gestire più carichi di lavoro diversi (calcolo, storage, networking) e infine Xeon Platinum, il top di gamma, per dare il massimo in compiti mission critical e ambienti altamente virtualizzati e consolidati.
Dal punto di vista tecnologico la nuova famiglia di processori si basa su un’altrettanto nuova piattaforma, battezzata Purley, che supporta configurazioni da due, quattro e otto socket e nella linea di sviluppo delle piattaforme dual-socket è il seguito delle precedenti Grantley e Brickland (relative, rispettivamente, alle famiglie Xeon E5 ed E7) ed è a sua volta la sintesi delle piattaforme Skylake e Cascade Lake. Senza entrare in dettaglio, la microarchitettura dei nuclei (core) dei nuovi processori è “ottimizzata specificamente – come ha osservato Andrea Luiselli, Enterprise Technology Specialist Intel – per dare prestazioni superiori nel gestire i carichi di lavoro nei data center”. È stata quindi rivista e potenziata quasi in ogni suo elemento: cache ampliata a livello 2 e alleggerita a livello 3; memory controller distribuiti; connessioni on-die (su silicio) ridisegnate e altro ancora. Come risultato (ma sono solo alcuni esempi tra i tanti) le funzioni RAS (Reliability, Availability & Serviceability), vitali in area data center, dichiarano una disponibilità five 9’s (99,999%); le VM supportabili aumentano di oltre 4 volte, abbattendo di due terzi il TCO; l’aggiornamento delle AVX (Advanced Vector Extensions) potenzia le funzioni grafiche senza penalizzare troppo i consumi e i componenti di criptazione e compressione dati consentono di svolgere queste funzioni senza rallentarne il flusso in entrata e uscita.