MILANO – La continua crescita e diffusione di progetti e tecnologie specifiche per l’ambito IoT offrono enormi potenzialità economiche; secondo l’ultimo report targato Idc in materia (“Worldwide Embedded and Intelligence Systems 2015-2020 Market Forecast”), in soli quattro anni, entro il 2020, il mercato IoT raggiungerà a livello globale i 2,2 trilioni di dollari. Numeri che arriveranno, secondo gli analisti, soprattutto dal ‘backend’ ossia da processori, connettività, ‘edge intelligence’, ecc. ma con l'85% degli oggetti ancora non connessi (secondo le analisi interne condotte da Intel) e le minacce per la sicurezza ampiamente diffuse, le aziende non stanno probabilmente ancora sfruttando appieno queste opportunità.
“A mio avviso la sicurezza è uno degli elementi attualmente di maggior preoccupazione da parte delle aziende”, commenta Andrea Luiselli, Enterprise Technology Specialist di Intel Italia. “L’IoT consente alle ‘cose’ di comunicare attraverso vari tipi di sensori ma la trasmissione dei dati deve poter avvenire in maniera sicura”. Per Intel questo si traduce in sviluppo tecnologico di nuove soluzioni, in particolare gateway di nuova generazione (ossia quei sistemi di ‘edge intelligence’, intelligenza periferica, attraverso i quali, secondo Idc ed altri analisti, si concretizzerà l’esplosione dei progetti IoT a livello globale): “Il gateway permette all’azienda utente di far parlare dispositivi e sensori che utilizzano protocolli di comunicazione diversi e di poterlo fare in maniera sicura”, specifica Luiselli. “L’integrazione con McAfee [azienda acquisita da Intel nel 2010, ndr] ha sicuramente portato a un nuovo sviluppo delle tecnologie di sicurezza lato software, ma il lavoro di Intel si è concentrato sull’hardware e sulla comprensione di come poter portare l’anima software all’interno di chip e gateway hardware”.
Sul fronte IoT Intel in effetti parla di una proposta end-to-end, di una piattaforma attraverso la quale connettere i dispositivi non ancora connessi per consentire la raccolta, lo scambio, l'archiviazione e l'analisi di dati provenienti da miliardi di dispositivi, sensori e database, in particolare “attraverso una distribuzione dei dati mediante canali che abbiano una stretta integrazione con caratteristiche e funzionalità di sicurezza – basate su hardware e software – che iniziano laddove i dati sono più soggetti ad ‘attacchi’, ossia nella ‘periferia’ delle ‘cose’ distribuite e connesse”, specifica Luiselli. “I gateway in particolare, stanno diventando componenti chiave per la connettività di dispositivi industriali legacy o altri sistemi inerenti, per esempio lo Smart Building, ossia la gestione intelligente degli immobili, degli uffici, degli impianti produttivi e via dicendo”.
L’architettura Intel poggia naturalmente le proprie basi sui processori che sul fronte IoT trovano diversi ambiti di applicazione: “Capacità di analisi (già a livello di edge-gateway), crittografia/sicurezza e nuovi requisiti e ambiti applicativi dell'IoT stanno determinando l'esigenza di più elevati livelli prestazionali”, osserva Luiselli in chiusura. “È per questo che proponiamo soluzioni differenti a seconda della situazione: per rendere disponibile connettività a basso costo, integrazione e compatibilità per l'IoT possono ‘bastare’ i processori della linea Quark, ma per progetti complessi, dove l’esigenza potrebbe essere quella di ‘potenziare’ i design IoT fin dai ‘margini’ della rete cloud, allora servono i processori di sesta generazione Intel Core, oppure le soluzioni Xeon che abbinano prestazioni multi-core e densità di calcolo con gestibilità basata su hardware, sicurezza, virtualizzazione e gestione energetica, per fornire scalabilità e affidabilità in progetti complessi”.