ADP Byte, un’offerta HR a tutto tondo

Dalla fusione con la filiale italiana del colosso Usa nasce una realtà da oltre 90 milioni di euro, con 1.100 aziende clienti. “Un’offerta che va dalle applicazioni on premise al Bpo; e a luglio inizieremo a installare HRWorld 20XI” dice il Ceo, Roberto Gamerro

Pubblicato il 20 Apr 2011

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Lo scorso ottobre Byte, uno dei nomi ‘storici’ del mercato italiano del software e servizi, è stata acquisita dalla statunitense Adp, tra le maggiori specialiste internazionali di outsourcing dell’amministrazione del personale. Dall’unione con la filiale italiana di Adp è nata Adp Byte, che recentemente si è presentata alla stampa italiana con un management in cui convivono dirigenti provenienti da Byte, come il Ceo Roberto Gamerro e il vice president Sales Armando Mantovani, e da Adp, come il general manager Outsourcing Services Fabien Breget (nella foto)

, il direttore Business Development Emanuele Castellani, e l’altro Sales VP Marco Girelli.

Come noto, dopo essere nata in area gestionale ed Erp, Byte da tempo si è concentrata sull’area Hr (amministrazione del personale, Hr Management, cioè gestione e sviluppo risorse umane, e sicurezza fisica, cioè controllo accessi e rilevazione presenze), e ora l’unione con il principale specialista di outsourcing Hr europeo ne fa una realtà da oltre 90 milioni di euro (52,4 Byte e 38 Adp), con 1.100 aziende clienti, 950 dipendenti e 7 sedi operative.
“Abbiamo oltre 600 clienti in outsourcing, ogni mese elaboriamo le paghe di circa 200.000 dipendenti e attraverso le nostre soluzioni in licensing vengono gestiti oltre 2 milioni di italiani”, ha evidenziato il Ceo Gamerro. “Il 44% delle grandi aziende italiane ha almeno un nostro prodotto o servizio, e secondo Databank/Cerved nel mercato outsourcing Hr in Italia abbiamo il 22% di quota di mercato contro l’8% dei concorrenti più vicini [Hr Gest e Antex, ndr]”. Dati confermati dall’elenco clienti, in cui si trovano molti nomi ‘eccellenti’ del mondo aziendale italiano, tra cui Nestlè, Ferrero, Barilla (alimentare), Ikea, Coop (grande distribuzione), Comuni di Roma e Torino, Inail (PA), Eni, Terna, Tamoil (energia), Amsa, Arpa, Acea (utility), Carige, Allianz-Ras (finance), Sole 24 Ore, Mondadori (editoria), Rai, Grandi Stazioni, Alitalia (servizi), Angelini, Roche (farmaceutico), Gucci, Diesel (fashion), Fiat, Bticino, Whirlpool (industria).

Non solo outsourcing
I manager di Adp Byte promettono continuità (tutti i motori di paga saranno mantenuti) e una nuova soluzione software che copre tutte le aree applicative della gestione del personale: amministrazione, Hr management, accessi e trasferte. “Si chiama HrWorld 20XI ed è la chiara dimostrazione che con l’acquisizione di Adp non smetteremo di vendere licenze: saremo pronti a installarla a luglio, ma cominceremo a presentarla ai clienti in questi giorni”, spiega Gamerro.
L’intento è quindi di proporre un’offerta completa di software e servizi nel campo Hr attraverso un’ampia gamma di opzioni: installazione in casa, hosting, SaaS, outsourcing con diversi livelli di servizio, fino al Bpo, cioè la presa in carico dell’intera funzione di gestione del personale, “come è accaduto per esempio con il nostro cliente Cai Alitalia”, precisa Gamerro. La scalabilità dell’offerta è stata evidenziata anche per il numero di dipendenti gestibili per singola azienda cliente (“da uno ai 45.000 di Fiat e Comune di Roma”), la copertura geografica da locale a internazionale, e il livello di personalizzazione di servizi e soluzioni.
“Il nostro obiettivo è continuare a crescere, sia tramite l’innovazione tecnologica, visto che investiamo in R&S il 10% del fatturato, sia attraverso alleanze commerciali che coprano regioni dove non siamo presenti direttamente, per esempio la Sicilia”; riguardo gli investimenti in R&S, Gamerro ha citato due innovazioni in arrivo, un modulo Adp Mobile for Enterprise e un portale Employee Self Service per consultare cedolini, organigrammi e benefit, e gestire trasferte e note spese.

I perché della fusione
Infine i manager di Adp Byte hanno spiegato le motivazioni della fusione: “Avevamo l’obiettivo di crescere in Italia tramite acquisizioni e abbiamo scelto Byte per l’interesse all’espansione, la copertura geografica, l’architettura tecnologica e il presidio di aree dove noi siamo più indietro: Hr Management e sicurezza fisica – ha spiegato Fabien Breget, general manager Outsourcing Services -. Per noi inoltre era importante la parte software, che non avevamo: in diverse trattative ci chiedono di iniziare da un’implementazione software. È un modo importante per ‘mettere piede’ in un’azienda, che poi magari passa all’outsourcing restando con noi per continuità di servizio”.
Quanto a Byte, “era importante cogliere l’opportunità di entrare in un gruppo internazionale, con grande stabilità finanziaria [9 miliardi di dollari di fatturato e rating AAA di Standard&Poors, ndr], e capacità di investimenti in R&S continuata nel tempo, oltre mezzo miliardo di dollari l’anno – ha spiegato Castellani -. In Italia, oltretutto, l’outsourcing nell’area del personale offre forti opportunità perché non è ancora sviluppato come negli altri Paesi avanzati”.

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