Quando si parla di Apm, oggi, si fa riferimento a un approccio molto diverso rispetto a quelli più tradizionali di gestione delle prestazioni applicative; oggi i sistemi di test management o di controllo delle performance, benché validi strumenti tattici, lasciano il posto a sistemi più complessi che si spingono fino alla gestione della catena del valore con una visione unificata, che consente di correlare i dati con viste di business.
“A spingere verso l’adozione di soluzioni di Apm più sofisticate – spiega Massimo Zompetta regional director South Emea per l’Italia, la Spagna e il Portogallo di Compuware – sono però ancora esigenze di ‘emergenza’, che molto spesso escono dai confini dell’It, come la necessità di ‘fare ordine’ in contesti di scarso coordinamento delle attività, eccessivi dispendi di energie e risorse per le attività di business ma soprattutto mancanza di visibilità e condivisione della situazione e del contesto in cui opera l’azienda. Non solo; la mancanza di condivisione si riscontra molto spesso anche all’interno dell’azienda tra le unità operative e l’It, dove possono innescarsi diatribe e incomprensioni a volte ‘semplicemente’ perché manca una vista univoca sul dato e mancano degli elementi oggettivi di valutazione su cui impostare eventuali strategie e piani di intervento”.
Ed è proprio qui che si gioca la partita Compuware, perché è in contesti simili che si riescono ad avere i benefici maggiori. “I risultati più tangibili di un piano di Apm si raggiungono laddove i contesti aziendali di riferimento sono caratterizzati da forte complessità (tecnologica ed organizzativa); vi siano, magari, numerose sedi geografiche dislocate sul territorio che complicano enormemente la capacità di intervento e ne incrementano fortemente i costi”, aggiunge Zompetta. “Naturalmente complessità, criticità e benefici, anche in termini di business, vanno contestualizzati; tendenzialmente il contesto bancario è differente da quello manufacturing, anche se i sistemi tecnici di raccolta dei dati per la valutazione delle performance applicative possono facilmente essere integrati con sistemi di service management e di controllo dei livelli di servizio erogato, con conseguente valutazione anche in un’ottica più business oriented. Diciamo che per una banca è più semplice dimostrare la necessità, rispetto a un’azienda di produzione, di avere una visibilità puntuale sulle performance applicative perché è chiaro il loro impatto diretto sulle perfomance del business stesso”.
“I mercati tradizionali verso i quali ci rivolgiamo sono, infatti, il Banking, dove abbiamo una forte presenza e una buona copertura di mercato, e la Pubblica Amministrazione. Tuttavia, facendo leva sulla focalizzazione in ambito Sap e altre applicazioni specifiche mission critical, abbiamo come obiettivo quello di allargare la nostra presenza in altri mercati, soprattutto nel mondo del Manufacturing dove le logiche dell’Application performance management potrebbero dare risultati molto positivi con impatti diretti sul core business, quindi proprio in ambito produttivo”, aggiunge Zompetta.
Settori che l’azienda raggiunge con un’offerta oggetto di un recente rebranding (tutte le soluzioni Apm, che oggi fanno parte di una singola famiglia di prodotti, sono state rinominate sotto il brand Gomez) ma, soprattutto con una nuova struttura organizzativa. L’area dell’Apm, infatti, è affidata a una business unit dedicata che comprente tutte le maggiori funzioni organizzative, compresi l’engineering, le operation, il product management, il marketing, il supporto alle vendite. L’unificazione di tutte le funzioni sotto un’unica organizzazione porterà come beneficio agli utenti un più veloce time to market ed una accresciuta capacità di ascolto e di reazione alle richieste del mercato.
Cresce la necessità di un controllo integrato delle performance applicative
Siamo in una nuova fase dell’Application performance management, dove a guidare le scelte delle aziende è la necessità di una più efficiente gestione delle moderne infrastrutture applicative; infrastrutture che oggi più che mai necessitano di una visione completa sui progetti di crescita aziendale e sulle prestazioni dei sistemi esistenti e, quindi, di un più efficiente sistema tecnologico di supporto. Ne parliamo con Massimo Zompetta (nella foto) regional director South Emea per l’Italia, la Spagna e il Portogallo di Compuware.
Pubblicato il 22 Giu 2011
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