MONZA – Il dato è ormai diventato il bene più prezioso di un’azienda, l’elemento da cui dipende addirittura la sua capacità di business. Poterlo sfruttare al meglio, utilizzandolo senza barriere è un ‘must’ per l’azienda digitale moderna ma un risultato simile presuppone una vista tecnologica e di governo differente rispetto al passato; l’approccio ‘a silos’ (tecnologico, operativo e di gestione) risulta totalmente inefficace. In estrema sintesi è questo ciò che è emerso dal recente Executive Meeting “Velocità, controllo e sicurezza del dato per l’enterprise” organizzato da ZeroUno all’Autodromo di Monza, in collaborazione con NetApp.
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In apertura di lavori Stefano Uberti Foppa, direttore di ZeroUno e chairman dell’evento, ha avuto il compito di inquadrare la tematica di riferimento, ossia la centralità dell’informazione nei nuovi percorsi di trasformazione di business e Ict delle aziende, e lo ha fatto portando al pubblico di Cio e decisori It presenti alcuni dati estrapolati da una survey (condotta da ZeroUno a marzo 2016 su una base di 143 aziende italiane) dalla quale emerge “una consapevolezza – che va sempre più strutturandosi – di dove e come le aziende debbano investire ed organizzarsi per fronteggiare al meglio i percorsi di digitalizzazione”, osserva Uberti Foppa. “Emergono infatti due grandi ‘fasce’ di investimento, quella degli analytics, da un lato, e quella delle infrastrutture (storage per lo più) dall’altro, rappresentazione concreta del modello bimodale di Gartner che vede l’It pianificare investimenti sul fronte di soluzioni orientate a supportare con velocità l’innovazione di impresa (gli analytics) ma al contempo non perdere di vista la necessità di destinare risorse all’ammodernamento infrastrutturale”.
Agile e DevOps le risposte metodologiche, cloud la risposta tecnologica
Stefano Mainetti, co-direttore scientifico dell’Osservatorio Cloud e Ict as a service della School of Management del Politecnico di Milano ha invece avuto il compito di tracciare lo scenario entro il quale si stanno muovendo le aziende italiane nel difficile bilanciamento tra velocità, controllo e sicurezza del dato in nuovi modelli di Data & Information Management. “La velocità senza controllo diventa pericolosissima, rimarca in più di un’occasione Mainetti, riferendosi anche al luogo dell’incontro, “ed è in questa accezione che assumono sempre più valore le metodologie Agile e DevOps: se il business corre più veloce di chi deve gestire i dati, il rischio di perdita di competitività è estremamente elevato”.
Dal punto di vista infrastrutturale e architetturale, suggerisce in chiusura Mainetti, “l’innovazione tecnologica non può essere sottovalutata (si consideri che siamo ormai ai cosiddetti graphDb, tipologia di database che utilizzano grafici per rappresentare e archiviare l'informazione e non più tabelle con righe e colonne) ed il cloud potrebbe rappresentare una valida risposta per l’accesso e l’utilizzo delle nuove tecnologie, basti pensare che già oggi il 44% delle aziende italiane (sulle 110 grandi aziende monitorate dall’Osservatorio diretto da Mainetti, figura 1) utilizza il Paas per l’accesso a database in cloud”.