La Digital Transformation di casa Oracle

Le aziende, comprese quelle del mondo Ict, stanno ‘subendo’ il processo di digitalizzazione. Fabio Spoletini, Country Leader Technology Oracle Italia, racconta come la società di Ellison ha ‘reagito’ a questa trasformazione, attraverso quali leve e revisioni organizzative e con quale strategia di proposta.

Pubblicato il 07 Lug 2014

“I cambiamenti sono ‘embedded’ nei processi che tutti oggi stiamo vivendo; se guardo solo agli ultimi tre anni ‘in casa Oracle’, appare chiaro ed evidente il nostro processo di trasformazione, inizialmente affrontato con un approccio molto tecnologico nella proposta, ma affiancato poi da una revisione organizzativa guidata da una strategia industriale”. Esordisce così Fabio Spoletini, Country Leader Technology di Oracle Italia analizzando l’attuale scenario di Business Transformation, che il manager preferisce identificare come “Digital Transformation”, che coinvolge e impatta inevitabilmente anche i vendor Ict.

“Ciò che quasi tutte le aziende stanno ‘subendo’, specialmente dallo scorso anno, è un processo spinto di digitalizzazione”, spiega meglio Spoletini “che ha velocemente e drasticamente cambiato le nostre abitudini come individui, prima ancora di avere un impatto sul business aziendale. Ecco perché parlo di ‘processo subìto’, il quale ha tuttavia innescato un meccanismo di ‘reazione’ da parte delle imprese, compresa la nostra, che porta con sé una nuova percezione delle potenzialità legate alle tecnologie”.

Fabio Spoletini, Country Leader Technology di Oracle Italia

Nella visione di Spoletini, infatti, dopo una prima ricerca di efficienza, anche a livello di costi, che ha portato le aziende a ragionare su alcuni tipi di investimenti tecnologici, la focalizzazione è passata sulla ricerca di performance ed efficacia. “Un cambio di prospettiva importante anche per noi e il nostro modello di proposta – ammette il Country Leader -. Dobbiamo, come vendor, far capire alle aziende il valore della tecnologia che non è fine a se stessa, ma assume ‘connotati’ e rilevanze diversificate a seconda del contesto: il valore generato dalla tecnologia è cioè strettamente correlato all’analisi, agli obiettivi, alle priorità che ciascuna azienda definisce nel proprio percorso di trasformazione”.

Ed è da questa consapevolezza che Oracle è partita per rimodellare il proprio assetto organizzativo introducendo team e competenze nuove, in particolare ‘architetti’ e ‘insight’. “I primi – dettaglia Spoletini – sono coloro che, a più livelli, devono far capire, come accennavo, il vero valore che le tecnologie generano all’interno dell’azienda; un valore che assume diverse sfaccettature, dall’efficienza alla produttività, alla redditività ecc. I secondi sono professionisti di alto livello che arrivano da alcune note grandi società di consulenza, con il compito di analizzare, definire e accompagnare il processo di Digital Transformation dei nostri clienti”.

Oltre all’approccio al mercato di tipo diretto, l’ecosistema dei partner Oracle assume un significato rilevante soprattutto in merito alla proposta di soluzioni e servizi cloud: “Negli ultimi 6/12 mesi abbiamo registrato significative crescite nella domanda di soluzioni tecnologiche in modalità cloud – osserva in conclusione Spoletini -. Un segnale importante che ci ha portato a ragionare su un nuovo modello di proposta, ossia un marketplace di soluzioni Saas sviluppate direttamente dai partner attraverso le tecnologie Oracle Cloud Platform Services [strategia annunciata lo scorso autunno all’Openworld di San Francisco, vedi Oracle: "Time is on my side" – ndr]; i partner avranno così l’opportunità di sviluppare ‘in proprio’ nuove soluzioni, estendendo o integrando le soluzioni Saas di Oracle”.

Il tutto senza dimenticare l’importante tassello tecnologico che da diversi anni caratterizza la proposition della società: quello dei sistemi ingegnerizzati, in cui Oracle integra in un unico stack hardware e software, guardando ad agilità di provisioning e allocazione di risorse, prestazioni, riduzioni di costi e sicurezza quali elementi tecnologici abilitanti quel ‘valore’ di cui parla Spoletini.

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