La risposta Hp alle esigenze di ambienti ampiamente scalabili

Grande capacità di storage, funzionalità di data sharing e gestione integrata unificata, il tutto garantendo scalabilità e performance estreme. Sono le caratteristiche della nuova piattaforma exds9100 indirizzata ai nuovi servizi di business web 2.0 e alle imprese Digital Media

Pubblicato il 28 Lug 2008

   Condivisione, tra un numero estremamente variabile di utenti, di informazioni non contenute in database: è questa, in sostanza, la principale necessità delle applicazioni Web 2.0 e di quelle che garantiscono la fruizione di contenuti media. Dallo streaming video al video on demand, dalla condivisione delle foto ai social networking, il problema per chi offre questi servizi è di poter coniugare ai livelli più estremi performance, scalabilità e disponibilità. La nuova tendenza che riguarda le tecnologie storage consiste quindi in una crescita enorme di quei dati definiti file based (contenuti che devono essere gestiti e resi fruibili in quanto tali, ma che non sono soggetti ad alcuna elaborazione o calcolo transazionale ossia video, foto ecc.) rispetto ai dati block based (i tipici dati legati alle applicazioni transazionali, contenuti in database, dove le esigenze di calcolo e quelle di archiviazione sono ben distinte e vengono soddisfatte da un lato da server e mainframe e dall’altro dai sistemi storage).
Le esigenze delle aziende che offrono servizi basati sulla gestione di dati file based sono quelle di poterli distribuire a un numero scalabile di utenti con la massima affidabilità utilizzando quindi una soluzione che garantisca elevate performance e scalabilità, ma a costi contenuti. “Attenta a questo trend di crescita aperto da nuovi mercati, Hp ha sviluppato una soluzione che contiene al proprio interno sia la parte destinata a garantire le performance [ossia i server ndr] sia quella deputata a gestire lo storage”, spiega Marco Spoldi, business development manager della divisione StorageWorks di Hp Italiana.
All’interno di Hp StorageWorks Extreme Data Storage System 9100, la nuova soluzione proposta, abbiamo quindi due blocchi ben distinti: il performance block, che consiste in server blade in grado di soddisfare le richieste ‘estreme’ in termini di capacità con una configurazione che parte da quattro blade, ciascuno dei quali raggiunge prestazioni fino a 200 mbps, per arrivare a 16 blade con un massimo di 12,8 core per unità per un livello prestazionale di 3,2 Gbps; il capacity block, che parte da tre “storage block” ad alta disponibilità con 246 TB di capacità per arrivare a una configurazione massima di 10 storage block e 820 TB di capacità. Il tutto con un unico software di gestione delle informazioni (sia per la parte “applicativa” di messa a disposizione della condivisione delle informazioni sia per la parte di storage): “Si tratta di un software che consente di fare un’indicizzazione molto veloce e, nel contempo, di fare sharing; in pratica le applicazioni girano direttamente nel server block eliminando così un livello software non necessario. Infine, ma non certo per importanza, la facilità di gestione è un’altra caratteristica di questo software”, prosegue Spoldi, ricordando che il software deriva dall’acquisizione, avvenuta due anni fa, di Polyserve, azienda specializzata in questo tipo di soluzioni.
Quale il mercato di riferimento? “Il target principale è rappresentato dal mondo del broadcasting, del video on demand, dei media in generale e dal mondo medicale [per tutta la gestione e condivisione degli esami medici ndr]; la soluzione sarà ordinabile in Italia a partire dal mese di ottobre, ma stiamo già facendo molti incontri e stiamo riscontrando un grande interesse per il prodotto”, precisa Spoldi.
E la concorrenza? Per il momento, a parte le aziende specializzate nel mondo dello streaming video, i big dello storage non dispongono di un prodotto simile, ma si stanno sicuramente attrezzando. Ibm, per esempio, nello scorso gennaio ha acquisito l’israeliana XIV, una società specializzata in tecnologie per lo storage basate su un’architettura dotata di scalabilità ‘dinamica’ e capacità di auto riparazione in caso di guasto tecnico, che potrebbe rappresentare la base di partenza per realizzare una macchina come quella proposta da Hp (avendo, come Hp, in casa sia la tecnologia server sia quella storage).

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