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Le competenze del CIO devono essere sempre più vaste e diversificate

La configurazione e il ruolo dei data center professionali stanno cambiando sotto la spinta del cloud, dell’IoT e dell’evolversi della sicurezza. Di conseguenza, si diversificano e si ampliano le competenze degli amministratori IT. Il che, dal punto di vista delle HR, rende sempre più difficile identificare il personale adeguato

Pubblicato il 05 Mar 2019

Competenze del cio aziendale

Competenze del direttore informatico sempre più variegate e complesse. Dal punto di vista di un responsabile delle Risorse Umane, gestire il curriculum vitae di un CIO è una vera sfida: le competenze di un direttore ICT, infatti, sono la sintesi di tutta la storia informatica con l’aggiunta della digitalizzazione del business. Tecnologie come l’automazione, l’elaborazione serverless, i microservizi e IaaS impattano sulla configurazione dei data center, superando i tradizionali processi di gestione. Di conseguenza, la carriera di un CIO non solo non è più lineare, ma è anche più ricca di competenze e di responsabilità. Se ne è parlato nei mesi scorsi a Las Vegas, in occasione del convegno di Gartner IT Infrastructure, Operations and Cloud Strategies.

Oggi quali sono le competenze di un CIO?

Abbracciare le competenze di un CIO significa districarsi tra i meandri della necessaria preparazione tecnica e tecnologica. E non solo: le vision manageriali concorrono a fare la differenza di un CIO di successo. La capacità di cogliere i modelli di gestione più opportuni, a seconda del periodo, ma anche della tipologia di data center e di business, è quanto mai strategico. Tra outsourcing, insourcing, virtualizzazione e, in generale, approcci Software-Defined, le abilità di un CIO sono anche quelle di trovare la giusta equazione contrattuale.

Competenze di un direttore informatico in evoluzione

Quelle che erano le competenze di base per governare un data center come, ad esempio, tutte le operazioni di racking&stacking o la gestione delle macchine virtuali, stanno virando sempre più verso le infrastrutture in cloud. Il che non significa che i data center saranno destinati a sparire, ma si ridurrà il loro ruolo all’interno della maggior parte delle organizzazioni o, meglio, sempre più verranno inseriti in strategie multicloud. La qualità dell’offerta, infatti, sta confermando che la cultura del servizio è molto più conveniente della cultura del possesso. Come sanno i CIO più competenti e lungimiranti, ci sono però delle cose che non possono andare completamente nel cloud per motivi legati soprattutto alla sicurezza. La ratio dipende dalla forma mentis dell’IT manager: dalle sue competenze e dalla sua apertura.

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Governance dei data center (e del business)

Dal punto di vista del CV, le HR stentano a identificare le figure di riferimento adeguatamente preparate. Le competenze di un direttore informatico, infatti, sono quelle di un sommo maestro tecnologico capace di trovare ogni volta il modo giusto per supportare il business. La questione non è più solo quella di saper governare i sistemi informativi e le macchine. La capacità di abbracciare l’evoluzione tecnologica in una logica di convergenza e di integrazione impone la capacità di impostare nativamente certe soluzioni, rinunciando alla tradizionale logica addizionale che ha caratterizzato per decenni qualsiasi data center. Il cloud e l’IoT hanno rivoluzionato la gestione e le competenze di un CIO, arricchendo il profilo di compiti ma anche di nuove responsabilità in termini di sicurezza e di compliance. E i processi di assunzione devono tenere conto di tutti questi aspetti.

Percorsi di carriera multidirezionale rispetto all’IT learning

L’infrastruttura di un data center va affrontata da più parti: oltre alla gestione delle macchine e della connettività ci sono tutti i temi legati alle applicazioni, alla gestione dei progetti e alle analisi aziendali. Si tratta di aspetti più legati alla sfera del business che a quella tecnica. Il che riporta il discorso alla questione fondamentale: quali sono le competenze più importanti che i CIO dovrebbero avere? A questo proposito gli esperti hanno stilato una lista delle nuove competenze, riguardanti:

  • Una conoscenza approfondita dell’ecosistema del cloud.
  • La capacità reale di risolvere il big data management, includendo tutti i processi di analisi relativi.
  • La comprensione di tutti gli aspetti associati alla sicurezza e la relativa gestione.

Dunque, le competenze legacy, come la conoscenza del COBOL o dei mainframe non è più sufficiente: saper gestire i backup, i server, lo storage o la gestione tradizionale della rete è fondamentale, ma quando si spostano le cose nel cloud, tutto viene costruito esternamente e, di conseguenza, si sposta anche l’asse delle responsabilità. Il che significa che si restringe anche il campo di quello che si deve gestire.

Dal punto di vista delle HR significa dover studiare dei percorsi di riqualificazione dei CIO in ottica multifunzionale. Il che non è affatto scontato.

  • Prima di tutto perché, paradossalmente, non tutti i CIO vivono positivamente quel change management al quale invece spingono costantemente all’interno dell’azienda.
  • In secondo luogo, perché questo cambiamento si traduce in un aumento dei carichi di lavoro, ma non in un aumento del compenso economico.
  • In terzo luogo, perché per gestire il cloud normalmente vengono assunti o chiamati in forza profili professionali poco più che ventenni. Prendere amministratori molto esperti e affiancarli a dei ragazzi (anche estremamente competenti) non è un passaggio sempre facile.

I consigli ai CIO

I CIO da sempre sono abituati a gestire l’innovazione. Ma dirigere l’orchestra tecnologica oggi richiede un’apertura mentale notevole. Il digital transformation journey è un viaggio ed è necessario espandere il proprio set di abilità e imparare di più. Non ci si può più arroccare dentro a ragionamenti del tipo: Questo è il mio lavoro. Questa è la mia tecnologia. Questa è la mia gestione. Cloud, Internet delle Cose, gestione dei dati e sicurezza richiedono un portafoglio di competenze notevole.

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