Una delle sfide maggiori per i responsabili dei data center è affrontare un flusso costante di nuove richieste in merito alle esistenti risorse di calcolo, storage e networking, riuscendo a minimizzare i costi e il carico amministrativo. Aziende Web, come Google, Facebook e Amazon, hanno già elaborato delle strategie per gestire i data center di nuova generazione sostenendo i servizi di elaborazione, storage e networking su larga scala.
Questo nuovo livello di progettazione sceglie un approccio convergente: le infrastrutture It iperconvergenti (Hci, hyper-converged infrastructure) presentano una architettura basata su software che integra risorse di calcolo, memorizzazione e networking su un unico hardware di base (erogato da un singolo produttore). Un intero data center, così, può essere gestito da un’unica interfaccia utente e il sistema si può espandere, in caso di necessità, con l’aggiunta di nuovi nodi all’infrastruttura di base. In questo modo non è necessario sostituire l’hardware esistente con server di grandi dimensioni. Questo tipo di architettura è pertanto scalabile e, superando i vincoli delle infrastrutture tradizionali, ottimizza la flessibilità infrastrutturale del sistema informativo.
Il vero valore è la virtualizzazione
La combinazione di elaborazione, storage e networking in una singola unità è utile, ma la virtualizzazione delle risorse rappresenta un vero valore. Processori e storage sono virtualizzati e assegnati in base alle esigenze delle singole operazioni; questo aiuta a migliorare l’utilizzo complessivo delle risorse. Mentre la virtualizzazione dei server ha contribuito a ottimizzare l’uso delle risorse di calcolo per decenni, l’ottimizzazione dello storage non è stato sempre facile. Oggi creare server virtuali è relativamente facile, anche se lavorare con Logical Unit Number, volumi di stoccaggio e altri componenti di storage di livello inferiore ne può rallentare l’implementazione. Il software progettato per la gestione di infrastrutture iper-convergenti integra la gestione della virtualizzazione di server e storage. Inoltre, si riduce il carico amministrativo tipico degli approcci infrastrutturali meno integrati.
Un vantaggio chiave della scalabilità orizzontale
Uno dei vantaggi offerti dalle infrastrutture iperconvergenti è rappresentato, per le aziende di grandi dimensioni, dal fatto che queste semplificano i piani di investimenti in capitale fisso (Capital Expenditures o Capex) per l’IT scalabile. Anche se il Capex potrebbe ancora richiedere un orizzonte di pianificazione di due o tre anni, si tratta semplicemente di riuscire a incrementare via via la capacità dell’ambiente iper-convergente. Non vi è alcuna necessità di spendere a priori per un determinato livello di capacità se il raggiungimento di tale livello non è previsto entro per un anno o più. Questo è uno dei vantaggi chiave rappresentati dalla scalabilità orizzontale rispetto al ridimensionamento verticale, in cui gli amministratori IT aumentano la capacità di un nodo già esistente o lo scambiano con un server più potente e più grande.
Questione di equilibrio (tra calcolo e storage)
Esistono anche potenziali svantaggi per architetture iper-convergenti. Non tutte le architetture software enterprise sfruttano appieno la scalabilità IT in una piattaforma distribuita. Un approccio a “taglia unica” nella progettazione dei nodi può portare anche a inefficienze, in alcuni scenari. Alcune applicazioni richiedono più risorse di elaborazione, mentre altre sono maggiormente incentrate sullo stoccaggio. Occorre cercare fornitori e prodotti che permettano al team di gestione dei data center di trovare il giusto equilibrio di calcolo e di storage in un unico nodo. Il software di gestione è un elemento chiave di differenziazione, dal momento che molte linee di prodotto di infrastrutture iperconvergenti si basano su processori commodity e storage. Gli amministratori di sistema dovrebbero considerare in che modo la piattaforma software supporta implementazione e monitoraggio, così come backup e ripristino. La compressione e deduplicazione che le infrastrutture iper-convergenti apportano alle implementazioni IT possono migliorare l’efficienza complessiva dello stoccaggio, ma a rischio di una perdita in termini di prestazioni. Un’accelerazione hardware di compressione e data deduplication può mitigare questo rischio.
Cosa fa davvero la differenza?
Le infrastrutture iperconvergenti riducono significativamente i costi e il carico amministrativo in applicazioni che si sviluppano su scalabilità orizzontale. Per ottimizzare il ritorno sugli investimenti, però, è consigliabile adottare un approccio DevOps che consenta di automatizzare le attività di gestione e supporti – in un’ottica agile – lo sviluppo e la distribuzione del software. Non importa quanto l’hardware e il software siano migliorati: sarà il modo di gestirli che farà davvero la differenza sui risultati.