La sempre più ampia tendenza alla mobilità degli utenti aziendali sta destando l’interesse delle imprese nelle comunicazioni unificate (UC) cloud-based. Di conseguenza, i fornitori di UC e i provider di servizi stanno cercando di cavalcare la moda, offrendo ai propri clienti opzioni di Unified-Communications-as-a-Service (UCAAS).
“I servizi Cloud sono estremamente importanti nel mercato UC in questo momento – ha dichiarato Brian Riggs, Research Director comunicazioni aziendali per la società di ricerca Current Analysis -. In questo momento, produttori come Siemens e Mitel offrono servizi cloud a specialisti delle comunicazioni unificate come ShoreTel o altre società, con l’obiettivo finale di offrire servizi di cloud computing su queste tecnologie. Anche i carrier e gli ISP sono sempre più interessanti a offrire questo tipo di servizi”.
UCAAS e Unified Communication Cloud
Una forza lavoro sempre più dispersa significa che esistono endpoint in un numero crescente di località geografiche. Secondo la Siemens 2012 State-of-Enterprise Communications Survey, pubblicata di recente, quattro endpoint su cinque non si trovano, ormai, più nel perimetro del quartier generale dell’impresa.
L’indagine ha interrogato 1.120 imprese con almeno 500 dipendenti negli Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Cina, India, Brasile, Russia e Svezia e ha scoperto che i cellulari dei dipendenti rappresentano il 33% degli endpoint aziendali.
“Il progressivo aumento dell’interesse per la comunicazione unificata senza fili ha condotto a un incremento della richiesta di UC cloud-based – ha detto Rick Puskar, Vice Presidente senior Global Portfolio Management di Siemens -. Mentre solo il 16% delle imprese attualmente ha già avviato implementazioni di comunicazione unificata Cloud-based, un altro 45% degli intervistati ha detto che prevede di utilizzare una qualche forma di UC cloud nel corso del 2012. Il sondaggio suggerisce che il bisogno di mobilità sta guidando le aziende verso la comunicazione unificata nella nuvola”.
“Le aziende lottano per sostenere una gamma sempre crescente di dispositivi mobili – ha affermato Irwin Lazar, Vice Presidente e direttore di Nemertes Research -. Ma, affidandosi a un provider di soluzioni Cloud, l’azienda può sfruttare le infrastrutture del fornitore per supportare l’accesso e i controlli di sicurezza su una vasta gamma di device wireless senza dover sviluppare internamente le competenze necessarie”.
“I progetti di comunicazione unificata cloud-based comprenderanno sia implementazioni private che pubbliche – ha chiarito Riggs -. Non siamo più parlando di un servizio di hosting di comunicazione unificata offerto da un fornitore o da un carrier. Stiamo parlando di software di UC che una società acquista, detiene e distribuisce all’interno del data center dell’impresa cliente, per aiutarla a creare il proprio ambiente cloud”.
L’indagine ha rilevato che le applicazioni più gettonate per la unified communication cloud-based sono la collaborazione via Web e la videoconferenza. Meno attraenti, per ora, l’instant messaging e la posta elettronica, così come la voce nel Cloud.
Le nuove sfide per l’IT
Dal momento in cui le imprese iniziano a spostare alcuni componenti delle loro tecnologie di comunicazione unificata a un cloud pubblico o privato si trovano, molto spesso, ad affrontare il problema del divario delle competenze IT presenti in azienda. Lo studio Siemens ha scoperto che il 78% delle imprese lotta con problemi “relativi al personale” nell’adottare nuovi strumenti di comunicazione unificata.
“Lo staff IT è stato addestrato per gestire in modo più tradizionale, on-premise, la tecnologia di fonia – ha osservato Riggs -. Ora, se l’azienda sta implementando la sua comunicazione unificata su un cloud privato, o se sta adottando un servizio hosted per uno o più componenti della UC e dispone di un ambiente ibrido, si renderà necessario un processo più o meno lungo di formazione specifica”, aggiungendo che il deployment di questo tipo di tecnologie implica addestramenti ad hoc su chat multi-vendor, videoconferenza e componenti per la mobilità.
Al fine di alleviare le preoccupazioni circa l’effettiva competenza del personale, l’indagine Siemens consiglia di rivolgersi a un’organizzazione specializzata nei servizi gestiti (MS), facendo leva sugli arcinoti benefici ottenibili in termini di scalabilità e risparmi.
Le imprese hanno anche la possibilità di esternalizzare alcune o tutte le loro applicazioni di comunicazione unificata a un fornitore UCAAS ma, anche in questo caso, una qualche forma di integrazione, seppur minima, può rendersi necessaria. “La questione della formazione del personale sprona le aziende a rivolgersi agli specialisti di servizi gestiti – ha osservato Lazar -. L’uso di servizi gestiti per le UC è in crescita. Una volta che un’azienda imbocca la strada delle comunicazioni unificate, ben presto si rende conto di non avere al suo interno le professionalità, il set di abilità e l’esperienza sufficiente per gestire questo tipo di tecnologie. E questa tendenza è destinata a crescere con l’integrazione progressiva, nell’infrastruttura aziendale, di iPhone, smartphone Android e nuove piattaforme cloud-based come Salesforce”.
Anche se gli utenti sono avvezzi a questo tipo di “gadget”, il lavoro di implementazione di una piattaforma di comunicazione unificata mobile non è cosa facile. “Alcune piattaforme sociali, sistemi di instant messaging e videoconferenza potrebbero essere disponibili sui dispositivi Android, ma non lo sono sicuramente su iPhone – ha puntualizzato Riggs -. Quindi, a meno che l’utente di questi device non sia uno smanettone e un superesperto di questi strumenti, all’azienda sarà richiesta una dose rilevante di formazione specifica sulla piattaforma e le sue funzionalità”.
Nonostante la complessità, il mobile UC è un obiettivo importante per l’industria, ha concluso Lazar, ecco perché “il personale IT delle imprese che hanno intenzione di implementare questo tipo di tecnologie sta cercando di capire come far sì che gli smartphone dei propri dipendenti possano diventare dispositivi di comunicazione aziendale ad ampio spettro”.