Open-source, iperconvergenza e containerizzazione: sono questi gli ingredienti tecnologici di una storia di successo targata Beta 80, storica società di consulenza It, che vede come protagonista una primaria Telco italiana.
Una piattaforma di monitoraggio scalabile e aperta
Per un provider che fornisce servizi di telecomunicazione, la disponibilità del network e la velocità delle connessioni è fondamentale al fine di attrarre e mantenere i clienti con un’offerta efficiente e di qualità. L’azienda aveva quindi l’esigenza di monitorare le performance della rete con una soluzione semplice e flessibile, in grado di evolvere nel tempo secondo contingenza.
“La piattaforma di monitoraggio – racconta Edoardo Spelta, project manager di Beta 80 – doveva rispondere a caratteristiche molto precise, a partire dalla scalabilità. L’infrastruttura del cliente è infatti destinata a future espansioni sulla spinta di due fattori principali: il business in crescita e l’evoluzione tecnologica (a questo proposito, basta pensare ai nuovi scenari tracciati dalla diffusione del 5G). La soluzione doveva essere predisposta per gestire volumi di dati enormi e in aumento, quindi consentire facilmente l’aggiunta di risorse senza l’onere di una continua reingegnerizzzazione del sistema al raggiungimento del limite”.
L’apertura costituiva l’altro requisito fondamentale, perché la piattaforma potesse acquisire informazioni da un gran numero di apparati, modelli e oggetti differenti, anche non noti a priori, supportando i trend tecnologici in divenire.
“Le attività di monitoraggio – prosegue Spelta – riguardano gli apparati di centinaia di aziende clienti, nell’ordine di decine di migliaia. Sono numeri importanti che a tendere cresceranno in concomitanza con l’espansione del parco clienti e delle attività della Telco”.
La piattaforma infine doveva essere idonea per un duplice utilizzo, da parte sia degli utenti interni (il team delle Operations e il reparto di Ingegneria della società di Telecomunicazioni, che avevano la necessità di conoscere ed evolvere la rete grazie alle attività di performance analysis, capacity planning e così via) sia dei clienti finali (tipicamente imprese medio grandi, tra cui un nutrito gruppo di banche e assicurazioni, che potevano così tenere sotto il controllo il servizio per cui stavano pagando).
Un mix di tecnologie open-source e commerciali
“Il progetto – prosegue Spelta – è nato dell’esigenza di sostituire il sistema di monitoraggio pregresso, composto da un insieme di strumenti diversi e specifici per funzione, che stava mostrando limiti evidenti nel tenere il passo con le continue evoluzioni tecnologiche. Beta 80 conosceva bene l’ambiente in essere perché era il fornitore incaricato del mantenimento. Abbiamo quindi proposto all’azienda un’alternativa disruptive, consigliando un’unica piattaforma per eseguire il monitoraggio sia della dorsale di rete sia degli apparati dei clienti finali. La tecnologia suggerita tuttavia non doveva essere monoprodotto, proprio perché potesse supportare i cambiamenti sul lungo periodo”.
La piattaforma è stata concepita infatti come combinazione di prodotti open-source e commerciali. In particolare, sono stati inseriti nel progetto.
- Zabbix, un software libero che permette il monitoraggio di diversi componenti It (ad esempio, reti, server, macchine virtuali e servizi cloud) e supporta diversi ambienti operativi;
- Splunk, un motore di ricerca enterprise che consente di collezionare e aggregare automaticamente grandi moli di dati, offrendo capacità di intelligence sul funzionamento dei sistemi Ict con pratiche funzionalità di dashboarding.
“Zabbix raccoglie i dati, Splunk li macina – sintetizza Spelta -. Questa combinazione permette di trattare enormi volumi di informazioni, con un approccio semplice all’analisi basato sulle proprietà di indicizzazione e visualizzazione. Effettuando il monitoraggio della rete, gli indicatori acquisiti sono tantissimi e diventa difficile estrarre evidenze utili al business. Splunk semplifica il processo, grazie agli strumenti che permettono di ricercare e correlare i dati, ottenendo insights significativi da informazioni apparentemente disgiunte”.
Architettura iperconvergente e container per le applicazioni
Per l’implementazione della piattaforma, è stata scelta un’architettura iperconvergente ed in buona parte software-defined, in grado di astrarre e virtualizzare le risorse hardware di calcolo, storage e rete. La componente applicativa è stata realizzata sfruttando la tecnologia container di Kubernetes.
“Grazie all’approccio software-defined e alla containerizzazione – sottolinea Spelta – abbiamo potuto soddisfare i requisiti di scalabilità e velocità di deployment richiesti dal cliente, accelerando il passaggio delle applicazioni dall’ambiente di sviluppo alla produzione. L’iperconvergenza offre inoltre il vantaggio di semplificare le operazioni di gestione dell’infrastruttura, che possono essere amministrate centralmente da un unico team”.
Monitoraggio efficace e vantaggi di marketing
Il piano di progetto è di circa un anno e ha visto coinvolti ai tavoli di lavoro diverse funzioni: le Operations, il dipartimento di Ingegneria e le strutture tecniche che si occupano della delivery al cliente finale, ma anche la divisione marketing della Telco, che ha contribuito soprattutto allo studio delle dashboard. Beta 80 è stata coinvolta anche nella fase più strategica di definizione dei requisiti del progetto, oltre che nelle attività di progettazione e implementazione tecnologica.
I benefici ottenuti con l’introduzione della nuova soluzione riguardano diversi aspetti. Come evidenzia Spelta, i dati di performance raccolti, analizzati e visualizzati con una grafica di immediata comprensione possono diventare uno strumento di vendita efficace, perché dimostrano alle aziende utenti la qualità del servizio comprato o in previsione di acquisto. Inoltre, la possibilità per il cliente di monitorare in autonomia le prestazioni di rete costituisce un plus a valore, su cui fare leva in fase di trattativa.
Tra i vantaggi della piattaforma, Spelta mette l’accento anche sulla componente di costo: grazie all’adozione del software open-source, i prezzi non lievitano proporzionalmente al crescere del numero dei clienti e degli apparati da monitorare.
“Grazie alla soluzione proposta – dichiara Spelta – siamo riusciti a soddisfare i numerosi requisiti espressi dai dipartimenti tecnici della Telco, mettendo a disposizione uno strumento che può evolvere nel tempo per dimensioni e funzionalità. Splunk infatti è una tecnologia che “ingolosisce”: si inizia dalle analisi più tradizionali e, via via che si procede nell’utilizzo e si apprezzano i benefici di adozione, si studiano nuove possibilità di impiego”.
I plus di un partner tecnologico a valore
Beta 80 è particolarmente apprezzata per la capacità di realizzare soluzioni scalabili, veloci nell’implementazione e a prova di futuro, che offrono risultati sul breve periodo e ampia possibilità di manovra nel lungo termine. Decisiva per il successo del progetto è la competenza sul fronte dell’integrazione, perché ha permesso di condensare all’interno di un’unica piattaforma tecnologie differenti, open-source e commerciali, traendo vantaggi su più fronti.
Spelta conclude mettendo in risalto le caratteristiche peculiari del progetto: “Si tratta di una soluzione particolarmente innovativa proprio per l’impiego di tecnologie all’avanguardia, dall’iperconvergenza ai container, che può essere declinata anche su altri clienti. L’esperienza infatti si presta al riutilizzo su aziende analoghe, ovviamente con opportune personalizzazioni”.