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Pianificare il data center: un metodo per evitare errori



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Come eseguire la progettazione di un’infrastruttura senza incorrere nelle problematiche più comuni? Come realizzare un data center scalabile, in grado di evolvere sulla base dei requisiti aziendali e di mercato? Il framework in cinque mosse proposto da Schneider Electric per un approccio olistico e lungimirante.

Pubblicato il 11 mar 2024



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L’obsolescenza dei data center è un limite alla crescita aziendale: secondo IDC, l’età media dei data center è 9 anni, mentre Gartner sostiene che qualunque sito oltre i 7 anni può essere considerato obsoleto. I progetti di espansione del data center devono quindi essere pensati in un’ottica lungimirante, cosicché le infrastrutture siano in grado di evolvere contestualmente e supportare le necessità di business in divenire.

Del resto, l’Italia sta vivendo un boom di investimenti nei data center. Secondo un rapporto degli Osservatori del Politecnico di Milano, gli investimenti raddoppieranno, raggiungendo i 10 miliardi di euro nel periodo 2025-2026 rispetto ai due anni precedenti.

Un approccio olistico e strutturato, che tiene conto anche dell’impatto ambientale, è la base di qualsiasi processo di progettazione e realizzazione del data center privo dei più comuni errori.

Data center: i nove errori di pianificazione

A questo proposito, Schneider Electric, in un white paper, ne identifica nove.

Innanzitutto, una sottovalutazione del TCO (Total Cost of Ownership): concentrarsi sui costi di capitale, escludendo i costi di esercizio e manutenzione (OpEx) e i costi energetici, è fuorviante e non permette un calcolo adeguato del ROI.



Il secondo errore è rappresentato da una stima imprecisa dei costi di realizzazione: sovente capita che dopo aver presentato e approvato una richiesta di budget sommaria, un secondo calcolo più approfondito metta in luce l’impraticabilità del progetto che viene quindi rinviato.

Il terzo errore riguarda la definizione inadeguata dei criteri di progettazione delle caratteristiche prestazionali: il pericolo maggiore è il sovradimensionamento (infrastruttura più potente rispetto alle necessità reali) che porta a un aumento ingiustificato dei costi. Troppe volte la frase “abbiamo bisogno di 300 watt a metro quadro” non è sorretta da alcuna giustificazione.

Il quarto rischio riguarda la scelta del sito prima della definizione dei criteri di progettazione. Le organizzazioni spesso cominciano cercando lo spazio ideale per realizzare il data center prima di definire i criteri di progettazione e le caratteristiche prestazionali. Senza queste informazioni, non ha senso perdere tempo a visitare o esaminare vari siti

Il quinto errore ha a che fare con la pianificazione prematura dello spazio che può compromettere l’efficacia del progetto: non procedere all’organizzazione dell’infrastruttura fisica senza avere definito prima, oltre agli asset informatici, anche le apparecchiature meccaniche ed elettriche, nonché altre aree a corollario della sala Ced, come gli uffici.

Nonostante la flessibilità e la scalabilità siano da considerare centrali nella progettazione del data center, un approccio modulare tout court per le sole tecnologie informatiche può non garantire un risultato soddisfacente sul lungo periodo; per non incappare in vicoli ciechi occorre agire secondo principi di flessibilità anche sul fronte elettrico (possibilità di aggiungere gruppi di continuità ai moduli esistenti; sistemi di distribuzione di input e output in grado di reggere le esigenze prestazionali e computazionali future) e dal punto di vista meccanico (capacità di incrementare senza soluzione di continuità sistemi di raffreddamento scalabili).

Il settimo errore concerne una sbagliata considerazione del livello di efficienza energetica: in questo senso, il PUE (Power Usage Effectiveness) può rappresentare un ottimo indicatore, ma va interpretato in relazione a ROI e TCO perché non vengano compromessi gli obiettivi operativi globali (attenzione a come e in quali circostanze viene calcolato il PUE, nonché ai costi di capitale e di esercizio di determinate tecnologie ad alta efficienza).

Idee poco chiare in materia di LEED (programma di certificazione, per ora volontaria, applicato in settori chiave e relativo alla sostenibilità degli edifici lungo tutto il ciclo di vita) rappresentano l’errore numero 8: spesso non si hanno le competenze e le conoscenze basilari relative ai criteri di qualificazione; inoltre, non si considera che un percorso di certificazione comporta dei costi che vanno inseriti nel TCO.

Frequentemente ci si dimentica che la semplicità deve essere il criterio di guida nella realizzazione del datacenter, cosicché prendono vita progetti troppo complicati, che comportano l’aumento di costi e componenti, nonché la mancata corrispondenza gli obiettivi di business.

Data center, la pianificazione dell’infrastruttura in 5 fasi

Come evitare, allora, gli errori più gravi nella progettazione dell’infrastruttura fisica del data center? Un buon passo in avanti è applicare una metodologia definita sin dalla fase di pianificazione del sistema, un processo che le aziende percepiscono ancora come difficoltoso e impegnativo, spesso eseguito secondo un approccio non strutturato e poco scientifico.

Gli errori accumulati in questo stadio si ripercuotono con conseguenze anche gravi nelle tappe successive del progetto; tuttavia, i rischi possono essere ridotti e in molti casi eliminati concependo la pianificazione del sistema come un modello di flusso dei dati standardizzato, costituito da una sequenza efficiente e ordinata di attività che sviluppano e perfezionano il progetto step-by-step (ogni tappa si costruisce sulla base delle informazioni precedentemente definite, arricchendole e garantendo il passaggio al livello successivo) fino alla soluzione finale, rispondente alle esigenze iniziali.

La sequenza di pianificazione del sistema, in sintesi, è il flusso logico di pensiero, attività e dati (sempre meno astratti e dipendenti dalla capacità umana di analizzare e decidere, ma via via più dettagliati e automatizzati, derivati da standard e strumenti software) che trasforma l’idea iniziale del progetto in un piano di installazione dettagliato.

Nel framework proposto da Schneider Electric, questa sequenza è suddivisa in cinque atti che hanno luogo durante le fasi iniziali di Preparazione e Progettazione all’interno del processo per la realizzazione del data center (secondo il modello del vendor, gli stadi successivi, che afferiscono alla Costruzione, riguardano gli Approvvigionamenti e l’Implementazione).

La pianificazione ha inizio con la determinazione dei parametri IT (Attività 1), che permettono di quantificare l’entità del progetto per migliorare o aggiungere risorse e capacità informative. Il primo criterio è la strategicità, che determina l’importanza del funzionamento del data center per l’azienda (ovvero la tolleranza dei tempi di inattività) sulla base di una scala numerica da 1 a 4. Il secondo parametro It è la capacità, ovvero la potenza di carico massima stimata per il data center, per l’intero periodo di attività. Il piano di crescita, come ultimo criterio, determina la crescita prevista del carico It espressa in kw.

La seconda attività invece consiste nell’individuare il modo ottimale per sviluppare l’infrastruttura (sviluppo del concetto del sistema) attraverso il ricorso a una libreria di progettazioni di riferimento tra cui scegliere sulla base dei parametri IT(ed eventualmente altri requisiti) identificati nella fase precedente.

L’attività successiva riguarda la determinazione dei requisiti dell’utente attraverso un processo di raccolta e valutazione di due tipi di fattori: le preferenze, ovvero i desiderata passibili di verifiche e variazioni in considerazione di costi e conseguenze; le limitazioni, ovvero gli aspetti determinati dalle circostanze e non modificabili (ad esempio, caratteristiche fisiche della sala o normative di compliance).

L’attività numero 4 si riferisce alla creazione della specifica, ovvero di un set di regole da seguire durante la fase successiva per la definizione dettagliata del sistema.

L’ultima attività nella sequenza di pianificazione è la creazione di un progetto dettagliato per il sistema installato, che include gli elenchi dei componenti specifici, la planimetria esatta dei rack (incluse le apparecchiature di alimentazione e raffreddamento, le istruzioni di installazione, la pianificazione del progetto, le caratteristiche effettive di creazione della progettazione (incluse efficienza, densità e capacità di espansione. Nella maggioranza dei casi, questa attività, anche se parzialmente automatizzata mediante uno strumento di progettazione, richiede il coinvolgimento di un tecnico professionista in grado di traslare l’input (la specifica completa) in output (il progetto dettagliato).

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