Poste italiane investimenti sui dati

Proiettata verso una nuova fase di investimenti, poste italiane ha realizzato un progetto di data warehousing per valorizzare i dati aziendali in modo da avere la certezza che essi siano validi, adeguati all’utilizzo che se ne intende fare e disponibili al momento giusto

Pubblicato il 05 Apr 2006

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Completato il processo di riorganizzazione e di risanamento, Poste Italiane – il cui bilancio, per la prima volta nella storia del servizio postale nel nostro Paese, ha raggiunto nel 2003 l’utile – si è proiettata verso una nuova fase di investimenti e di progetti destinati a supportarne gli sviluppi futuri e a consolidarne il riposizionamento sul mercato: investimenti e progetti volti, in particolare, a valorizzarne al massimo gli asset, uno dei quali è senza dubbio costituito dai dati aziendali. Di essi, il più importante sia come impegno sia per i risultati attesi, riguarda la realizzazione di un Enterprise Data Warehouse (Edw) che ha come obiettivo quello di creare una base dati destinata a diventare il ‘master-data’ di riferimento per tutta l’azienda. Disporre di dati validi, adeguati all’utilizzo che se ne intende fare, e disponibili al ‘tempo giusto’, è un’esigenza imprescindibile di ogni seria applicazione informatica. Tuttavia il pieno raggiungimento di questo risultato – e le aziende stanno ormai rendendosene conto – necessita la creazione di una ‘vista unica’ dei dati aziendali: una ‘single view of the truth’. Una verità che sta diventando sempre più indispensabile conoscere, ma che è spesso nascosta in miriadi di data-base, data-mart e persino fogli elettronici. Una verità che può essere fatta emergere solo costruendo, mantenendo continuamente aggiornato, e rendendo accessibile in tempo ‘quasi-reale’ un archivio completo dei dati di business più significativi per l’azienda, quelli cioè che riguardano i clienti, i fornitori, il personale, i prodotti, i servizi, le risorse, gli inventari, e quant’altro possa influire in modo critico sulle sue attività.

“Per raggiungere questo obiettivo – osserva Lino Floris, responsabile dello sviluppo dei Sistemi Informativi di Poste Italiane – la prima cosa da fare è procedere a un’accurata ripulitura dei dati esistenti, mediante un’infrastruttura che consenta di ‘purificarli’, integrarli, e renderli assolutamente affidabili e tali che la loro qualità, correttezza e trasparenza possano essere garantite e certificate. Un’operazione sicuramente molto complessa, ma indispensabile al successo di un qualunque progetto di data warehousing. Per riuscire a valorizzare al massimo i nostri dati – continua Floris – abbiamo inoltre deciso di muoverci in controtendenza rispetto ai modelli più in voga in questi ultimi anni, basati sulla creazione, ottenuta partendo direttamente dai data-base operazionali, di tanti data-mart quanti sono i settori applicativi presi in considerazione. Anche in Poste Italiane avevamo tanti data-mart e tanti prodotti di svariati vendor per la loro gestione, oltre a qualche problema, tra cui quello non trascurabile dei costi estremamente elevati di un modello del genere.”

La scelta di realizzare un Edw richiede in effetti un notevole sforzo, ma consente alle funzioni utenti non solo di estrarre i dati per i loro data-mart da un’unica infrastruttura di riferimento, ma di utilizzare in tutta l’azienda una stessa modalità che dai data-base operazionali porta alla creazione dei data-mart richiesti passando attraverso il data warehouse centrale, il tutto con notevoli vantaggi sia per le funzioni interessate sia per l’It.

Soluzione chiavi in mano
Poste Italiane è una società di diritto pubblico, e la legge prevede che per forniture il cui valore superi una certa soglia, debba essere indetta una gara alla quale può partecipare qualsiasi vendor operante nei Paesi della Comunità Europea, purché in possesso dei prerequisiti previsti dal bando, che contiene le specifiche del progetto e definisce i vincoli ai quali i partecipanti si devono attenere.
“Oltre all’infrastruttura necessaria per la realizzazione di un Edw – ricorda Floris – il bando di gara richiedeva che fosse eseguito anche il suo caricamento e quello di tre data-mart riguardanti, nella fattispecie, il marketing e le vendite, il controllo economico del territorio, e i costi del personale. Considerata l’importanza del progetto puntavamo inoltre su un vendor di respiro e dimensioni internazionali, assolutamente affidabile, in possesso della tecnologia adeguata e delle necessarie referenze, e in grado di supportare in modo completo lo sviluppo dell’intero progetto”. Oltre a quella dell’hardware e del software, il bando prevedeva anche la fornitura di un certo numero di servizi, come appunto il caricamento del data warehouse, il ‘cleansing’ dei dati, e la messa a punto di un ambiente di produzione di reportistica di tipo ‘massivo’, basata su prodotti semplici e di basso costo da utilizzare in tutti i 14 mila uffici

postali.
“La gara – aggiunge Floris – alla quale hanno partecipato tre concorrenti, è stata vinta da un Rti (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) guidato da Teradata, che ha proposto un pacchetto ‘chiavi in mano’ rispondente a tutte le nostre richieste. Oltre alla componente specificamente Teradata, costituita dal sistema di produzione, dalle unità di storage per complessivi 24 terabyte, da un sistema di test e collaudo, dal Dbms e dal relativo modello logico dei dati, il progetto prevedeva infatti che venissero forniti anche altri elementi di contorno: i Web server, gli Application server, e gli ambienti di ‘query e reporting’, la cui fornitura rientrava anch’essa nelle responsabilità dell’Rti.”

Implementazione rapida
“La gara è stata aggiudicata nel mese di novembre del 2004 – ricorda Floris – e l’hardware ci è arrivato a fine dicembre, quando non avevamo ancora installato le connessioni elettriche per farlo funzionare. Ciò nonostante, siamo stati in grado di ottenere i primi risultati già nell’aprile del 2005, aiutati in questo da un’eccellente tecnologia, dai decisivi contributi delle nostre persone, dalla grande professionalità di quelle di Teradata (che hanno allocato sul progetto una cinquantina di persone), e anche da un approccio, da loro proposto e che ci è piaciuto moltissimo, per cui non è stato necessario completare il caricamento del data warehouse per incominciare a sfruttarne i benefici. In effetti, man mano che uno dei suoi settori veniva ‘popolato’, potevamo iniziare subito a produrre la relativa reportistica: un approccio ‘incrementale’ che ci ha permesso di ottenere molto rapidamente dei risultati. Poiché costruire un data warehouse centralizzato, sopratutto nelle grandi aziende, risulta sempre molto difficile – commenta Floris – se avessimo adottato un modello di sviluppo più ‘tradizionale’ e avessimo incominciato, come spesso accade, a produrre i primi report solo dopo un anno, un anno e mezzo, i data-mart divisionali avrebbero continuato a sopravvivere indisturbati. Oggi, grazie all’approccio scelto, stiamo invece definendo i piani di dismissione dei data-mart ancora esistenti in modo da recuperarli all’interno del data warehouse.”
Già alla fine del 2005, il progetto ha raggiunto gli obiettivi oggetto della gara, ovvero l’impianto dell’infrastruttura di base dell’Edw e la costruzione dei tre data-mart previsti. Un risultato che in Poste Italiane non si aspettavano di raggiungere in così breve tempo. Nel data warehouse sono state tra l’altro caricate le anagrafiche, normalizzate e certificate, di tutti i clienti ‘business’ (oltre 1.200.000), quelle relative al catalogo prodotti, ed è in corso il caricamento e la normalizzazione, che si prevede terminerà nel mese di marzo del 2006, dei dati riguardanti 27 milioni di clienti ‘retail’.
“Dopo aver creato, con la collaborazione della Divisione Rete, il data-mart ‘marketig e vendite’ – riprende Floris – stiamo lavorando con BancoPosta alla realizzazione di altri data-mart i quali, assieme al precedente, ci consentiranno di tenere sotto controllo l’intero venduto, sia dei clienti ‘business’ sia di quelli ‘retail’. In effetti già oggi siamo in grado di produrre una visione aggiornata alle ventiquattro ore precedenti di tutti i nostri ricavi. Stiamo inoltre integrando con il nostro data warehouse il Crm analitico di Sap, per cui presto saremo in grado di effettuare le prime analisi sui clienti. Il passo successivo consisterà nel portare nel data warehouse, dopo quelli del personale, anche tutti gli altri costi: vale a dire quelli della flotta, degli immobili, dei consumi energetici e telefonici, del procurement, e quant’altro, per riuscire ad avere una contabilità industriale più precisa e una valutazione dei costi dei nostri prodotti e servizi più accurata, il che ci permetterà di capire quanto ogni singolo cliente, in funzione di ciò che acquista, è reddittivo per l’azienda.”
“La velocità di implementazione del progetto – conclude Floris – è veramente elevata. Di fatto abbiamo messo le basi di un’infrastruttura che continuerà a crescere nel tempo e che sicuramente produrrà benefici commisurati alle dimensioni dell’investimento, che complessivamente (Edw più Crm), si aggira attorno ai 30 milioni di euro, e per il quale prevediamo un ‘pay-back’ inferiore ai tre anni.”


IL RINNOVAMENTO DI POSTE ITALIANE
Poste Italiane SpA, il cui azionista di controllo è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nasce nel 1998 con l’obiettivo di fornire non solo una gamma completa di servizi postali, ma anche di proporre, sfruttando la sua capillare presenza sul territorio nazionale (sono circa 14.000 gli uffici postali attivi negli oltre 8.000 comuni italiani), un’offerta integrata di prodotti e servizi finanziari logistici e di comunicazione in grado di soddisfare nel modo più ampio le esigenze di tutti i suoi potenziali clienti: imprese, privati, operatori economici e Pubblica Amministrazione.
Oggi il Gruppo Poste Italiane, di cui Poste Italiane SpA è la holding, è in effetti uno dei maggiori fornitori di servizi esistenti in Italia. I suoi ricavi, che nel 2004 hanno superato i 9 miliardi di euro, sono stati realizzati per il 52% nel settore dei servizi postali, e per il restante 48% in quello dei servizi finanziari. In termini di dimensioni, Poste Italiane SpA può essere a tutti gli effetti considerata la terza banca del Paese per numero di conti correnti (4,8 milioni) e la prima per numero di sportelli, mentre il Gruppo è la più grande azienda italiana per numero di dipendenti (oltre 150.000).
L’organizzazione di Poste Italiane si basa su quattro Divisioni di prodotto (Corrispondenza, Espresso-Logistica-Pacchi, BancoPosta e Filatelia), una Divisione Rete, responsabile dello sviluppo e della gestione del front end commerciale per il mercato retail e dei canali per la clientela business e la PA, e una serie di strutture centrali e periferiche di governo e servizio.
Alle Divisioni di prodotto fanno capo le società controllate: il Gruppo Postel (che offre servizi di posta elettronica ‘ibrida’), il Gruppo SDA (che costituisce il braccio operativo della Divisione Espresso-Logistica-Pacchi), Poste Vita (attiva nel mercato delle assicurazioni vita) e BancoPosta Fondi (società di gestione del risparmio). (C.C.)

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