Tra le attività più time consuming dei data center, la gestione di ambienti virtuali composti da più hypervisor è tra i primi posti in classifica. I motivi sono diversi e rientrano nella natura logica di questo tipo di soluzioni.
Che cos’è un hypervisor e come funziona
L’hypervisor, chiamato anche virtual machine manager (VMM), è una tecnica di virtualizzazione che permette di eseguire più sistemi operativi su un computer fisico detto ospite. Una volta installato su questa macchina, il VMM consente di caricare e utilizzare sistemi anche diversi tra loro. In commercio esistono vari hypervisor, forniti da più produttori.
Qual è il problema della governance
Gli ambienti virtuali sono il risultato di una costruzione progressiva. L’eteregeneità di sistemi e soluzioni progressivamente acquistate e utilizzate dalle aziende hanno portato a una coesistenza di differenti hypervisor. È questa disomogeneità a portare complessità nella governance, richiedendo tempo e risorse. Ecco perché molte aziende si stanno chiedendo come razionalizzare la gestione degli hypervisor, svincolandosi dagli oneri burocratici legati a licenze e restrizioni, road map di prodotto, rilasci, aggiornamenti progressivi e altri cambiamenti associati.
Perché centralizzare la gestione degli hypervisor
La maggior parte delle aziende si limitano a organizzare la gestione degli hypervisor in silos, il che non agevola il presidio degli ambienti, né aiuta ad allocare le risorse. Come in quasi tutte le strategie di ottimizzazione della governance, centralizzare la gestione di più hypervisor dovrebbe diventare prioritario in un’ottica di razionalizzazione e controllo.
Il problema nella gestione di un ambiente multi-hypervisor è l’idoneità e la compatibilità degli strumenti di supporto alla governance. Ad esempio, se si utilizza Hyper-V e ESXi, lo strumento dovrebbe offrire un supporto completo sia per ogni singolo hypervisor che per ogni modifica effettuata dal vendor al VMM.
Esistono strumenti di supporto, con qualche se
Garantire prestazioni e supporto adeguato è determinante quando si seleziona uno strumento di gestione tra quelli in commercio. VMware vCenter Server, ad esempio, supporta macchine Hyper-V, ma è necessario integrare l’uso di vCenter Multi-Hypervisor Server Manager per interfacciare le soluzioni che non sono a matrice VmWare con il resto delle macchine virtuali.
Questo interfaccia software aggiuntiva, però, se non adeguatamente progettata e ottimizzata potrebbe compromettere la funzionalità delle macchine virtuali non native o comunque limitare le funzionalità disponibili. Si consideri anche il fatto che vCenter Multi-Hypervisor Server Manager non riesce a visualizzare l’inventario completo degli host virtuali realizzati da terze parti. Similmente. è possibile che strumenti di gestione delle macchine virtuali realizzati da terze parti non mostrino tutti gli hypervisor presenti in un ambiente eterogeneo.
Attenzione a ciò che si sceglie
Gli esperti consigliano dunque di valutare attentamente il modo in cui gli strumenti di gestione degli ambienti multi-hypervisor possono interagire con la console di gestione nativa di ognuno. Idealmente, lo strumento di gestione dovrebbe fornire lo stesso livello di funzionalità di gestione e approfondimenti per tutti hypervisor installati senza la necessità di fare affidamento sulla console di gestione nativa del singolo hypervisor.
In questo caso, lo strumento di gestione generale dovrebbe utilizzare le API di ogni hypervisor accendendo funzionalità come il catalogo di servizi, l’orchestrazione e il provisioning automatico il che a volte comporta comunque la necessità di passare da una console dedicata, spesso imponendo ulteriori costi di gestione invece che ridurli.
Quando si fa una scelta gestionale, bisogna sempre considerare l’impatto sul personale IT. Ogni hypervisor, infatti, costituisce una componente aggiuntiva di conoscenza e un onere di gestione. Allo stesso modo ogni strumento aggiuntivo può essere una semplificazione quando è centrato, oppure aumentare il rischio di errori e di sviste. Alcune aziende rispondono a questo problema con un approccio per silos ma la compartimentazione non aiuta a far maturare quella visione olistica, condivisa e collaborativa che aiuta la governance ad essere proattiva ed efficiente in qualsiasi contesto e in qualsiasi configurazione.
Gli specialisti pongono sul tavolo un’ulteriore considerazione: utilizzare e far interagire più prodotti software complessi può portare a conseguenze imprevedibili in caso di cambiamenti, patch o aggiornamenti di versione. Qualsiasi progetto, dunque, dovrebbe includere un sistema di gestione delle patch anche lato hypervisor per determinare se funzioni o funzionalità possono avere o meni un’influenza negativa.